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Architetti svizzeri alle Olimpiadi del 2008

Un'edificio futuristico per la Cina del 2008.... Keystone

I dadi sono tratti: l'Ufficio svizzero di architettura Burckhardt & Partner costruirà il Centro culturale e sportivo Wukesong di Pechino, per le Olimpiadi del 2008.

Natalie Plagaro-Cowee, direttrice del progetto, parla dell’esperienza cinese.

Lo champagne è stato aperto lunedì subito dopo la telefonata dell’ambasciatore svizzero in Cina ma l’ufficio di architettura basilese ha comunicato ufficialmente la decisione delle autorità cinesi solo mercoledì.

Il complesso sorgerà su un’area di 700 m2 dove da ormai 50 anni le autorità di Pechino prevedevano di costruire impianti sportivi per le olimpiadi.

La “perla” del progetto degli architetti zurighesi Heinz Moser e Roger Nussbaumer dell’Ufficio Burckhardt & Partner, sarà uno stadio a forma di parallelepipedo, in vetro, dove si terranno le partite di pallacanestro. Alto 70 metri avrà una capienza di 18’000 spettatori. Nella parte superiore dell’edificio verrà creato un centro commerciale con vari intrattenimenti.

Costruire per il futuro

Trenta uffici di architettura hanno partecipato al concorso, lanciato due mesi fa dalle autorità cinesi. Fino a lunedì, oltre all’ufficio svizzero era in lizza anche lo studio americano Sasaki, di San Francisco. Che cosa ha fatto pendere la bilancia dalla parte degli svizzeri?

“Avevano già vinto il concorso per l’altro progetto”, dice Natalie Plagaro-Cowee, direttrice del progetto. “Per il Centro di Wukesong hanno proposto un progetto molto discreto”.

La sopravvivenza dell’edificio come simbolo di Pechino, è importante. A differenza della nostra Expo 02, infatti, questo nuovo centro dovrà essere anche in futuro un riferimento chiave, un punto importante per la capitale cinese. “Penso tuttavia che ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione sul nostro progetto sia stata la risposta al concetto generale, legato al concorso”, conclude la direttrice del progetto.

Tre parole d’ordine

I Giochi olimpici di Pechino si basano in effetti su tre punti. Saranno Olimpiadi “verdi, tecnologiche e per il popolo”. In altre parole olimpiadi ecologiche, high-tech e popolari.

Popolari? Lo schermo gigante risponde a questa aspettativa, come spiega la direttrice del progetto: “Permetterà alla gente di vedere quanto succede all’interno dell’edificio ma anche nell’altro grande sito della città”. Accessoriamente potrà anche mettere in rilievo gli sponsor.

High-tech? “Lo è lo stesso schermo, oltre alla tecnologia impiegata nella parte superiore dell’edificio. Una struttura metallica con delle iperbole che tiene la copertura dello stadio e tutta la parte dedicata all’intrattenimento”.

Verde? “Per tutto il sito non vogliamo piante decorative. Quindi, invece di avere fiori e alberi, avremo pomodori, insalate……tutto il sito sarà un grande orto!” Un orto la cui sistemazione dovrà essere decisa in funzione delle strutture olimpiche. “E’ un modo di illustrare l’arte di vivere, la pratica dello sport e il fatto di mangiare in modo sano”, commenta Natalie Plagaro-Cowee.

“Panem et circenses”, si diceva nella vecchia Roma. Come dire….. per vincere un concorso, ispiriamoci all’antichità…..ma, adattando la formula: un parallelepipedo invece di una piramide e – nell’era dell’agricoltura biologica -pomodori e insalata per…..riempire il pane!

swissinfo/Bernard Léchot

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