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Arancia meccanica approda in tribunale

La violenza giovanile sembra essere un fenomeno in crescia Keystone

Il processo contro tre studenti zurighesi, che nell'estate del 2009 picchiarono brutalmente cinque persone a Monaco di Baviera, inizia l'8 marzo. I fatti hanno profondamente scioccato l'opinione pubblica, che chiede pene esemplari.

Nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio 2009, nello spazio di un quarto d’ora tre studenti zurighesi aggredirono selvaggiamente nel centro della città bavarese cinque persone, tra cui un andicappato. Un uomo rischiò perfino di morire. Durante l’interrogatorio, uno dei giovani dichiarò che avevano agito «perché volevano divertirsi un po’».

I media tedeschi e svizzeri diedero ampio risalto alla vicenda, interrogandosi sulle cause di questa improvvisa esplosione di violenza, sulle responsabilità, sull’educazione e sul ruolo della scuola e della famiglia.

Sul blog di swissinfo «Gli svizzeri e i tedeschi» nello spazio di poco tempo giunsero più di 400 commenti. Spesso i lettori esigevano pene esemplari, puntando il dito contro una giustizia troppo indulgente e una pedagogia troppo permissiva. Molti parlavano anche di imbarbarimento di una gioventù annoiata senza nessuna prospettiva.

Colonia svizzera scioccata

Il fatto di cronaca nera lasciò senza parole gli svizzeri residenti a Monaco. «Siamo rimasti completamente scioccati per l’estrema brutalità di questo atto di violenza gratuito», afferma Albert J. Küng, vice responsabile del locale circolo svizzero.

Un atto – prosegue Küng – che inoltre non ha di certo contribuito a migliorare le relazioni tra Germania e Svizzera, già difficili a causa della vertenza fiscale e delle pesanti dichiarazioni dall’ex ministro delle finanze tedesco Steinbrück.

«L’agitazione mediatica durò un paio di settimane, poi la situazione si calmò, anche perché a metà settembre, sempre a Monaco, due giovani tedeschi compirono un atto simile, uccidendo una persona». Il «caso zurighese» passo così in secondo piano, spiega Küng.

Ursula Aaroe, console generale svizzero a Monaco, conferma a sua volta che «la colonia elvetica rimase scioccata». «Non ci saremmo mai aspettati che qualcosa di simile potesse succedere a Monaco ad opera di nostri giovani connazionali. Al consolato ricevemmo un numero incalcolabile di telefonate da parte di giornalisti che chiedevano perché dei giovani svizzeri avessero compiuto un atto così grave».

Lunga detenzione preventiva

I tre ragazzi si trovano da quasi otto mesi in detenzione preventiva. Un periodo relativamente lungo, spiega Hans-Kurt Hertel, portavoce della Corte d’appello di Monaco.

Le indagini e una serie di perizie hanno infatti richiesto molto tempo. Inoltre è stato necessario chiedere assistenza giudiziaria alla Svizzera.

«La magistratura era pure giunta alla conclusione che il processo si sarebbe verosimilmente concluso con una condanna», aggiunge Thomas Steinkraus-Koch, della procura pubblica di Monaco.

Processo a porte chiuse

Il processo si svolgerà a porte chiuse, poiché gli accusati sono ancora minorenni. Ai dibattimenti potranno assistere i genitori dei tre giovani, ma non i giornalisti, precisa Hertel.

In aula sarà presente pure un rappresentante dell’ufficio stampa del procuratore o della Corte d’appello di Monaco di Baviera, che pubblicherà un breve comunicato stampa.

«Si tratta di un compromesso tra il diritto di essere informati e il bisogno di protezione della gioventù», aggiunge Hertel.

Fino a 10 anni di carcere

I tre ragazzi devono rispondere delle accuse di tentato omicidio e di lesioni corporali gravi. Il diritto penale minorile tedesco prevede una pena massima di 10 anni di detenzione. In Svizzera avrebbero rischiato invece al massimo quattro anni.

Secondo la console generale elvetica Ursula Aaroe, la maggior parte della popolazione bavarese è dell’avviso che i tre debbano essere puniti con severità. «Molti chiedono la pena massima. E visto che vi sono stati altri casi brutali di violenza giovanile, i tre svizzeri non possono sicuramente contare sull’indulgenza pubblica».

Per Hans-Kurt Hertel è immaginabile che dietro alle quinte si stia valutando la possibilità che i tre ragazzi scontino la pena – se naturalmente si giungerà a un verdetto di colpevolezza – nel paese d’origine a determinate condizioni. Il loro legale dovrà però inoltrare una richiesta di trasferimento.

I responsabili del consolato elvetico hanno finora reso visita due volte agli accusati. «Il nostro compito è di appurare che siano trattati bene, che abbiano un avvocato e che le condizioni di detenzione siano corrette».

Durante questi colloqui non si parla invece né del reato né dell’entità della pena, precisa Ursula Ursula Aaroe. Visto che fino ad ora la procedura si è svolta in modo corretto e la comunicazione con le autorità giudiziarie tedesche è funzionata bene, il consolato non è dovuto intervenire. Dopo la condanna le cose potrebbero però cambiare.

Gaby Ochsenbein. swissinfo.ch
(traduzione di Daniele Mariani)

I tre 16enni di Küsnacht, sotto processo a Monaco per tentato omicidio e lesioni corporali gravi, sono già stati condannati in Svizzera.

Uno degli accusati era stato giudicato per tentativo di aggressione a mano armata ed aggressione, un altro per lesioni corporali semplici e il terzo per furto e violazione di domicilio.

Il tribunale dei minorenni del canton Zurigo li aveva condannati ad assolvere dei lavori di interesse generale per una durata compresa tra nove giorni e quattro settimane. Uno di loro aveva pure dovuto seguire una terapia per delinquenti.

Il processo si apre l’8 marzo davanti al tribunale minorile della Corte d’appello di Monaco I.

I dibattimenti si svolgono a porte chiuse.

I tre ragazzi rischiano, accusati di tentato omicidio e di lesioni corporali gravi, rischiano una pena fino a 10 anni di carcere.

Nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio del 2009 i tre accusati, allievi di una scuola professionale di Küsnacht in viaggio di studio a Monaco, hanno dapprima aggredito in un parco un gruppo di tre persone di età compresa tra i 43 e i 64 anni, tra cui un andicappato.

Pochi minuti dopo i ragazzi hanno picchiato un uomo di 46 anni, ferendolo gravemente alla testa.

Sulla strada verso l’ostello della gioventù dove soggiornavano, hanno ancora aggredito uno studente bulgaro di 27 anni.

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