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Apicoltura in città: a volte è nemica della biodiversità

api e fiori.
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A volte, le buone intenzioni non bastano. L'allevamento di api domestiche può infatti non essere di aiuto e, al contrario, mettere sotto pressione gli impollinatori selvatici. A sostenerlo è l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio.

L’apicoltura è in piena espansione nelle città e l’aumento incontrollato delle popolazioni di api domestiche da miele sta mettendo sempre più sotto pressione gli impollinatori selvatici. La biodiversità urbana è quindi in pericolo, indica un nuovo studio dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL)Collegamento esterno. Quest’ultimo ritiene che l’apicultura urbana “necessiti di una migliore regolamentazione”.

I ricercatori – indica in un comunicato odierno il WSL – hanno confrontato il numero di alveari in quattordici città svizzere con la quantità di piante da fiore nei dintorni tra il 2012 e il 2018. Hanno constatato che in questo arco di tempo il numero di siti di apicoltura si è quasi triplicato, passando 3139 a 9370, e che l’offerta di risorse floreali è insufficiente a soddisfare le esigenze delle api.

Densità di alveari troppo alta

“Il messaggio chiave dei nostri risultati è che gli spazi verdi urbani non possono tenere il passo con l’attuale densità di alveari”, sottolinea Joan Casanelles Abella uno degli autori dello studio citato nel comunicato. Questi risultati confermano una tendenza simile osservata in altre città europee come Parigi, Berlino e Londra.

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Ape

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“Per le api bisogna fare di più”

Questo contenuto è stato pubblicato al Il rapportoCollegamento esterno era atteso da tempo e concerne tre neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam)  per i quali vigono delle restrizioni in seno all’Unione europea e in Svizzera, dopo una prima valutazione da parte dell’Efsa nel 2013.  L’utilizzo in esterno di questi tre pesticidi, che si attaccano al sistema nervoso delle api, rappresenta un rischio elevato…

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“Quando si stressa un sistema oltre la sua capacità di carico, si esauriscono anche le risorse che contiene. Questo fa soffrire gli altri organismi che vivono della stessa risorsa”, spiega Casanelles Abella. Così, la mancanza di cibo colpisce tutti gli insetti che si nutrono delle stesse piante da fiore come le api, sia da miele d’allevamento che selvatiche.

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Alcune api davanti al loro alveare

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L’importanza di riconoscere il ruolo essenziale delle api

Questo contenuto è stato pubblicato al Torna il 20 maggio la Giornata mondiale delle api. Proclamata nel 2018 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite su iniziativa della Repubblica Slovena.

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Delle circa 600 specie di api selvatiche presenti in Svizzera, circa il 45% è considerata minacciata. Le città possono contenere una diversità sorprendentemente grande di api selvatiche, 164 nel caso di Zurigo, come ha dimostrato recentemente un altro studio del WSL.

Secondo la raccomandazione di uno studio scientifico del Regno Unito, 7,5 alveari per km2 di spazio verde è una soglia adeguata per una densità di alveari sostenibile. In Svizzera, tuttavia, questo valore è osservato solo nelle aree rurali, mentre è spesso superato in città.

“Trovare una strategia intelligente”

Non ci sono regolamenti su dove e a quale distanza possono essere collocate le arnie. “Dobbiamo trovare una strategia intelligente per controllare la densità degli alveari, proprio come si fa con altri animali da reddito senza tuttavia influenzare negativamente la buona volontà della gente”, sottolinea Casanelles Abella.

Un approccio, ha detto, sarebbe quello di introdurre distanze minime obbligatorie tra le colonie di api. Sarebbe anche necessario definire aree di alto valore per le api selvatiche in una città e monitorare meglio le risorse floreali disponibili utilizzando mappe di biodiversità.

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