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Anziani malnutriti

Gli anziani non devono rinunciare a un'alimentazione variata Keystone Archive

Insufficienze di proteine, sali minerali, carenza di vitamine.

La preoccupante radiografia degli utrasettantenni in Svizzera in un rapporto dell’Associazione per l’alimentazione (ASA).

Oggi 80’000 anziani bisognosi di cure vivono in ricoveri e case per anziani. Fra 30 anni il loro numero raggiungerà le 200’000 persone. All’origine di questo dramma, spesso, anche un’alimentazione sbagliata.

Il processo d’invecchiamento

Le ragioni di questa malnutrizione sono legate spesso a motivi di carattere fisiologico, tipici dell’età avanzata. “Il processo di invecchiamento implica una diminuzione della sensibilità olfattiva e gustativa”, spiega a swissinfo il dottor David Fäh, specialista all’Associazione svizzera per l’alimentazione.

“La dentatura e gli organi di digestione non funzionano più così bene”. Le persone anziane hanno spesso anche meno appetito, sono smemorate o soffrono di depressioni.

Carenza di acqua e di vitamine

Inoltre, la maggior parte degli anziani non beve abbastanza, è dunque disidratata, una situazione che può portare alla morte. Un altro problema è costituito dalla carenza di ferro, zinco, proteine.

“Anche il fabbisogno di vitamina D, C, B 12 e acido folico (B 9) è carente”, spiega il dottor Fäh. “Per le persone di una certa età nutrirsi in modo variato è ancora più importante che per i giovani”.

Gli anziani nei ricoveri

Dal rapporto dell’ASA è emerso anche un altro particolare inquietante: per quanto riguarda l’alimentazione, gli anziani nei ricoveri stanno peggio di coloro che vivono soli. “Gli anziani che sono ancora autosufficienti, in generale si nutrono meglio”, afferma David Fäh.

Ma come si spiega una tale negligenza nelle case per anziani e negli ospedali? La dietetica è un ramo della medicina ancora troppo trascurato e molti responsabili non dispongono del necessario sapere in questo campo.

Ancora troppa ignoranza in materia

Negli ospedali svizzeri l’alimentazione della metà dei degenti è insufficiente o presenta comunque carenze nel campo delle sostanze vitali per l’organismo.

Sia negli ospedali che nei ricoveri, le terapie non comprendono mai un piano di alimentazione. Gli anziani arrivano con precedenti di obesità o con carenze di vitamine che nessuno si preoccupa di registrare e tenere d’occhio.

Purtroppo i responsabili politici e gli addetti alle strutture sanitarie non investono volentieri in un settore, quello dell’alimentazione e della dietetica, che non rende subito, anzi, che all’inizio genera solo costi.

Un programma d’azione nazionale

Eppure, è noto che un paziente che si alimenta nel modo giusto, guarisce più in fretta e il personale curante è così più disponibile per altri pazienti.

Per ovviare a questa situazione la Promozione della Salute Svizzera ha deciso di affrontare il problema alla radice, con il lancio di un programma a livello nazionale. Per prima cosa verrà introdotta nel sistema sanitario la consulenza alimentare.

In questo contesto si cercheranno di elaborare metodi per promuovere la salute e l’interesse per l’alimentazione delle persone anziane “già a livello di consulenza primaria, ossia attraverso il medico di famiglia, gli assistenti sociali e le dietiste, che consiglieranno e appoggeranno gli anziani”, dice il dottor Fäh.

L’alimentazione clinica

Negli ospedali si vuole invece cercare di colmare queste carenze dando ai pazienti cibi “mirati”, a seconda della loro situazione momentanea: dopo un’operazione, un infortunio o nel caso di determinate carenze. La cosiddetta alimentazione clinica.

“Sono misure preventive con ottimi risultati. Purtroppo, per ragioni economiche, vengono adottate troppo raramente”, conclude il dottor David Fäh.

Elena Altenburger, swissinfo

Molti anziani fra i 70 e i 75 anni soffrono di carenze alimentari

Il 40% ha carenze di vitamine B1, B6 e betacarotene

80’000 persone vivono in case per anziani

Fra 30 anni saranno 200’000

Per lottare contro la malnutrizione degli anziani, soprattutto in ospedali e case per anziani, l’Associazione svizzera per l’alimentazione ha lanciato un programma d’azione nazionale.

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