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Le teorie del complotto giudaico si rafforzano in Svizzera

svastiche su una lapide
In questa immagine d'archivio del 2005, svastiche e scritte antisemite sulla sinagoga Beth Yaacov di Ginevra. Keystone / Martial Trezzini

Il numero di aggressioni antisemite fisiche e verbali ha registrato un leggero calo nel 2019. A preoccupare sono le minacce su internet e la diffusione delle teorie cospirative.

L’anno scorso nella Svizzera tedesca sono stati registrati 38 episodi di antisemitismo, mentre nella Svizzera francese i casi sono stati 114, contro rispettivamente 42 e 174 nel 2018.

A dirlo sono due rapporti pubblicati mercoledì dalla Federazione svizzera delle comunità israeliteCollegamento esterno (FSCI), che si occupata della regione germanofona, e dal Coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazioneCollegamento esterno (CICAD), che ha elaborato quello per i cantoni francofoni.

Insulti, minacce di morte contro bambini ebrei che si recavano a scuola, profanazione di una stele in memoria delle vittime della Shoah, disegni di svastiche: sono alcuni degli episodi riportati l’anno scorso.

Se nel ‘mondo reale’ la situazione sembra più o meno sotto controllo – la FSCI rileva che non sono stati riportati né atti di violenza né danni materiali e che i casi registrati sono inferiori a quelli in altri paesi europei – non altrettanto si può dire dell’universo virtuale. In questo ambito, le due organizzazioni si dicono preoccupate.

A suscitare inquietudine è soprattutto la “crescente popolarità” delle tesi complottiste, che fanno generalmente tutte riferimento a una “cospirazione ebraica internazionale”. Circa la metà degli atti antisemiti online rientrano in questa categoria. Una delle ‘teorie’ di maggior successo è quella della ‘grande sostituzione’, secondo cui la popolazione europea sarebbe volontariamente sostituita da un’altra, di origine extra-europea. Il tutto avverrebbe grazie a una precisa regia pluto-giudaico-massonica (con Soros preferibilmente nelle vesti del grande burattinaio).

Anche se circoscritti nel mondo virtuale, questi atti non devono essere presi alla leggera, sottolineano le due organizzazioni. Lo dimostrano i recenti attentati in sinagoghe o moschee a Pittsburgh (USA), Christchurch (Nuova Zelanda), Poway (USA) e Halle (Germania) da parte di militanti di estrema destra che propagavano simili farneticazioni.

Il servizio del Telegiornale:

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