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Berlusconi o Di Maio? “Risponderei solo con una pistola alla testa”

Andrea Camilleri
Andrea Camilleri, autore della famosissima serie di romanzi con protagonista il commissario Montalbano. Keystone

La vista, la scrittura, ma anche mafia, religione, politica ed elezioni. Di questo e molto altro ha parlato Andrea Camilleri a Roma con il corrispondente del quotidiano elvetico Tages-Anzeiger, Oliver Meiler. 

Andrea Camilleri, Lei ha 92 anni, scrive tutti i giorni, viaggia, appare in pubblico. Sembra che stia proprio bene.

Grazie, sto piuttosto bene, anche di salute. C’è solo questa cosa con la vista. L’ho praticamente persa. 

Questo ha influenzato la scrittura?

Oliver Meiler
Oliver Meiler è il corrispondente da Roma del quotidiano svizzero Tages-Anzeiger e di quello tedesco Süddeutsche Zeitung. Süddeutsche Zeitung

Ora non scrivo ma detto, e ho dovuto imparare a farlo. Quando si è abituati a ritornare all’inizio di ogni frase per rileggerla da solo, continuare a tessere il filo di una storia non è molto facile. Mi aiuta il fatto di essere stato regista teatrale. Quando penso a una scena, immagino tutto come in un teatrino ideale e vi piazzo i miei personaggi. Si muovono, parlano, stanno vicino alla finestra o in un ufficio e io li vedo, li ascolto, li sposto e li spingo.  Alla fine di ogni frase Valentina, la mia assistente, me la rilegge e insieme la correggiamo.  Sono già 16 anni che lavora con me, conosce la mia lingua, anche il vigatese.

Vigatese, così chiama il suo siciliano, la lingua del paese immaginario di Vigata, dove si svolgono i suoi romanzi polizieschi.

Ogni tanto Valentina mi chiede come penso vada scritta una nuova parola, o un verbo che ho inventato. Ma ormai padroneggia anche lei il vigatese quanto me. Chiacchieriamo e ridiamo molto. Naturalmente questo processo allunga i tempi della scrittura, ma forse è per questo che è diventata anche più ricca e più precisa. 

Lei una volta ha detto che scrive meglio ora di prima. 

Sì, non è sorprendente? Mi è successa una cosa curiosa: il mio corpo ha reagito in modo straordinario e mi ha aiutato con gli altri sensi, compensando quello che avevo perso. Nella mia vecchiaia la mia memoria è diventata improvvisamente così chiara che mi ricordo di esperienze dell’infanzia come se fossero successe solo ieri, con dettagli incredibili. Ma anche le esperienze immediate ci sono tutte. Per scrivere questo è molto importante. 

“È come se la cecità avesse affilato la mia concentrazione, le idee fioriscono senza freni”. 

Le frasi che formulo è come se fossero incise nella memoria . È come se la cecità avesse affilato la mia concentrazione, le idee fioriscono senza freni. 

Nulla riesce a distrarla.

Una mosca che vola nella stanza non riesce a interrompere i miei pensieri. Ma questo scrivere concentrato mi stanca velocemente. Non lavoro più di tre ore ogni mattina. Ma è sufficiente. Quando mi alzo, tutto è già lì, e mi viene sempre voglia di cominciare. 

Tutto è già lì?

Sì, la sera mi sdraio a letto e rifletto sulle storie, spesso anche per ore. Quando mi alzo, sono pronte.

I sogni sono importanti?

I miei sogni hanno colori vividissimi. Anche questa è una mia ricchezza. Mi addormento e sogno, sempre. Prima non era il caso. E la maggior parte sono sogni divertenti. 

Uno era così: sono in stazione a Milano, vestito da pagliaccio. Indosso delle scarpe enormi, ho una valigia pesante e sono in ritardo. Mi affretto e corro nella stazione, continuando a inciampare in queste mie grosse scarpe. Quando raggiungo il binario, il mio treno è appena partito. Ed è pieno di pagliacci che schiacciano i nasi contro il finestrino e mi chiamano: “Corri, Corri!” Io corro e cado. Dall’altra parte del binario c’è un treno pieno di passeggeri vestiti normalmente che mi guardano, e tutti ridono. 

È vero che il finale della serie di Montalbano è già scritto?

Oh, sì. Già da tempo. L’ho scritto quando avevo 80 anni. L’anno scorso l’abbiamo ripescato e riscritto completamente. In 12 anni sono successe talmente tante cose. Anche il vigatese si è sviluppato. Dobbiamo abbellire il libro con le ultime conquiste linguistiche.

Parliamo dell’Italia, il 4 marzo ci saranno le elezioni.

Pensa che ci capisca qualcosa di queste elezioni? Io ho i miei dubbi, ma proviamoci.

Il paese si sta risvegliando da una lunga e profonda crisi. Si può avere l’impressione che gli italiani abbiano perso la loro leggerezza.  

La gente è diventata più rigida e anche più aggressiva, e non c’è da stupirsi. In un’altra epoca una simile crisi avrebbe potuto facilmente degenerare in rivolte sanguinose. Per fortuna questa volta non succede. D’altro canto, la disperazione ha alimentato il successo di un partito, i Cinque Stelle, che si è schierato contro tutto l’ordine costituito. 

“In qualsiasi altro paese qualcuno come Berlusconi sarebbe già sparito dalla scena, e per sempre.”

Come vede il Movimento Cinque stelle? 

Con inquietudine. Ho paura della loro eclatante incompetenza. Quando penso che il loro candidato di punta, questo Luigi Di Maio, potrebbe diventare primo ministro, per lo meno in teoria, mi vengono i brividi. Ma scherziamo? Oppure guardate Roma: mai, nella storia, la città ha avuto un sindaco peggiore. 

Anche i due predecessori di Virginia Raggi non sono stati proprio personaggi brillanti.

Credo comunque che nessuno sia stato peggiore. E la cosa pazzesca è che se si tenessero nuove elezioni oggi, Raggi verrebbe probabilmente rieletta. L’elettorato è intriso da un miscuglio malsano di emozioni: confusione, rabbia, disperazione. Si sbatte la testa per la decima volta contro una pietra e ci si dice: “Dai, perché non un’undicesima?” 

Arriviamo al rientrante Silvio Berlusconi…
 
Orribile. Non avrei mai pensato che, nella mia vecchiaia, avrei sentito ancora parlare di lui. Eppure eccolo di nuovo, come protagonista della politica italiana, dopo essere stato condannato per frode fiscale. In qualsiasi altro paese qualcuno come Berlusconi sarebbe già sparito dalla scena, e per sempre.

Perché non in Italia?

Perché all’improvviso c’è stato un nuovo vuoto politico. La sinistra è drammaticamente affondata e allo stesso tempo cresce questo indefinibile Movimento Cinque Stelle, guidato da una ditta privata e da un comico. Era logico che Berlusconi riemergesse dal tombino. 

A chi darebbe dunque il suo voto, se dovesse scegliere: Berlusconi o Di Maio?

Risponderei a questa domanda solo se mi puntassero una pistola alla testa. Ma l’Italia è una democrazia libera e uno ha il diritto di astenersi e non votare per nessuno dei due. Quindi non mi pongo il problema. 

Altri invece se lo pongono, e di tanto in tanto si sente dire che alla fine Berlusconi è il male minore. 

Beh, lo si conosce già, questo è abbastanza, no?

Cosa succede alla sinistra? Ha governato così male dopotutto?

Si sfalda e si separa di continuo. Dopo ogni divisione perde sempre più rilevanza. Non mi piaceva il governo di Matteo Renzi, ma sì, la sinistra ha tentato di fare molto ed è riuscita anche fare qualcosa, specialmente in termini di diritti civili. Ma non è stato abbastanza. 

L’economia è ancora troppo debole per creare sufficienti posti di lavoro e una famiglia italiana su tre vive in povertà. Per una rinascita del paese mancano le fondamenta. E poi c’è ancora questa enorme evasione fiscale: lo Stato perde ogni anno 60 miliardi di euro, perché molti se la svignano.

Cosa la disturba di Renzi?

Il suo Partito Democratico non è più sinistra, sta al centro e da lì guarda piuttosto a destra che a sinistra. Non appena Renzi ne è diventato segretario, si è seduto al tavolo con Berlusconi per parlare di riforme. Ma si rende conto?  Voterò quindi per la sinistra della sinistra, quella che si è staccata dal Partito Democratico. 

“Ogni tanto ho questo desiderio ardente di sentire il profumo del porto di Porto Empedocle, la mia città natale.” 

Va spesso in Sicilia?

Circa due volte all’anno, ogni volta per quattro o cinque giorni, non di più. Ogni tanto ho questo desiderio ardente di sentire il profumo del porto di Porto Empedocle, la mia città natale. Ma gli amici d’infanzia non ci sono più, si sono già congedati, sono l’unico superstite. 

Recentemente è morto Totò Riina, il boss dei boss. Con lui è morta anche Cosa Nostra?

La mafia, come la conoscevamo, era già morta prima. Delle grosse e, in un certo senso, carismatiche figure è rimasto solo Matteo Messina Denaro, ma sembra che abbia poco potere.

La mafia siciliana è stata superata dalla ‘ndrangheta calabrese e dalla camorra campana. Le manca una testa. Se confrontata alle altre, è un’organizzazione criminale che ha sempre funzionato con una chiara struttura gerarchica, la Cupola che copriva tutto. Adesso rimane solo qualche piccola banda locale. 

Giovanni Falcone aveva ragione, come ha detto una volta, che la mafia è una creazione umana e come ogni cosa umana è condannata alla morte. 

E questo momento è arrivato? 

Sì, c’è ancora solo qualche cane sparpagliato qua e là.

Per molti siciliani lei è un santo.

Questo affetto mi scalda il cuore, non avrei mai pensato che sarei stato apprezzato a tal punto. È interessante vedere che quest’affetto è altrettanto grande a Milano. E qui a Roma. Quando ho compiuto 80 anni, la strada qui sotto era piena di gente. Ho dovuto andare alla finestra e sembrava stessi benedicendo la gente, era un po’ assurdo. 

A proposito di benedizioni: le piace Papa Francesco?

Sì, mi piace molto, anche se io non sono credente. Un gesuita sudamericano… penso funzioni magnificamente! Sono tradizionalmente persone vicine alla gente, realistiche e concrete. In Vaticano, naturalmente, a molte persone non piace. 

Sarà in grado di riformare la Chiesa? 

Probabilmente no. È già incredibile che sia ancora lì. Appena se ne andrà, la Curia farà marcia indietro.

Lei continua sempre a fumare.

I medici si sono rassegnati da tempo. Se dovessi smettere di fumare probabilmente morirei subito. Ma a dire il vero è tutto un bluff: mi accendo una sigaretta e la spengo dopo al massimo tre tiri. E inalo solo un tiro su tre… Il fumo rovina il mio portafoglio più che i miei polmoni.

Link all’articolo originale in tedesco Collegamento esterno

Traduzione dal tedesco, Zeno Zoccatelli

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