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Gli svizzeri all’estero hanno respinto massicciamente “No Billag”

Il "no" degli svizzeri all'estero all'iniziativa No Billag supera di diversi punti quello espresso dall'insieme dei votanti. Keystone

Domenica scorsa i connazionali all'estero, come i votanti in Svizzera, hanno spazzato via l'iniziativa "No Billag", che chiedeva di abolire il canone e vietare qualsiasi finanziamento pubblico delle emittenti radiotelevisive. Nella maggior parte dei Cantoni il "no" della Quinta Svizzera sfiora o supera l'80%. 

La salvaguardia di un servizio audiovisivo pubblico di qualità appare come un’evidenza per i cittadini svizzeri all’estero. Domenica, hanno respinto a stragrande maggioranza l’iniziativa “No Billag”. È quanto emerge dall’analisi dei risultati della votazione del 4 marzo nei 12 Cantoni che conteggiano separatamente i voti dei connazionali espatriati. 

Mentre il popolo svizzero ha respinto l’iniziativa con una quota complessiva del 71,6%, il “no” ha ottenuto una percentuale ancora più elevata da parte dei membri della diaspora nei 12 Cantoni presi in considerazione nell’analisi. È addirittura superiore all’ 80% nei Cantoni di Ginevra (82,7%) e Basilea Città (82,2%).

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Si possono fornire varie spiegazioni a questo massiccio voto della Quinta Svizzera a favore del servizio pubblico di radiodiffusione. Diversi studi dimostrano che gli svizzeri all’estero tendono a votare in maniera un po’ più progressista rispetto ai loro connazionali che vivono sul territorio elvetico, ciò che sembra confermato ancora una volta dal voto di domenica. L’iniziativa No Billag era stata lanciata da giovani appartenenti a movimenti ultraliberali o nazionalisti di destra e, tra i principali partiti, veniva sostenuta soltanto dall’Unione democratica di centro (UDC/destra conservatrice). 

Dibattito sui diritti di voto degli espatriati 

Il voto di domenica conferma anche un’osservazione fatta durante le elezioni precedenti, secondo cui gli espatriati tendono a seguire maggiormente le parole d’ordine del governo e del parlamento svizzero, rispetto all’elettorato nel suo complesso. In questo caso, hanno seguito anche la raccomandazione di voto dell’Organizzazione degli svizzeri all’ estero (OSE): l’associazione che rappresenta gli interessi della Quinta Svizzera si era opposta all’iniziativa No Billag. 

Contattata da swissinfo.ch. la direttrice dell’OSE Ariane Rustichelli ritiene che la netta bocciatura dell’iniziativa No Billag in seno alla diaspora elvetica non sia dovuta a considerazioni puramente politiche, bensì «all’attaccamento molto forte che gli svizzeri all’estero manifestano nei confronti della diversità culturale del loro paese di origine». 

Va infine ricordato che i cittadini svizzeri all’estero sono esentati dal canone per il finanziamento della radio e della televisione pubblica in Svizzera. Pertanto, se l’iniziativa fosse stata accettata, non avrebbero beneficiato del risparmio di diverse centinaia di franchi realizzato da ciascuna famiglia. 

Il fatto che gli espatriati possano esprimere il loro punto di vista su questioni che non li riguardano direttamente è un argomento di dibattito regolare in Svizzera. Nel 2015, nell’ambito di un voto che ha avuto un esito estremamente serrato, gli svizzeri all’estero sono stati accusati di aver fatto pendere l’ago della bilancia in favore dell’introduzione di un canone radiotelevisivo generalizzato, anche se non lo pagano come tutti gli altri. Un’accusa che sarà difficile avanzare questa volta, visto l’inequivocabile risultato della votazione.

Traduzione di Armando Mombelli

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