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Ambientalisti sollecitano la borsa dei transiti alpini

Un treno merci che trasporta camion sulla linea del Loetschberg. Keystone

Iniziativa delle Alpi, WWF e Greenpeace esigono dal parlamento una borsa dei transiti alpini entro il 2010. Per le organizzazioni ambientaliste, questo importante strumento di trasferimento del traffico dalla strada alla ferrovia è eurocompatibile.

Chiedono inoltre di raddoppiare i fondi per questo trasferimento del trasporto merci, portandoli a 3 miliardi di franchi.

Solo con la creazione di una borsa dei transiti alpini entro il 2010 sarà possibile mantenere la promessa di trasferire il traffico pesante dalla strada alla ferrovia.

L’Iniziativa delle Alpi, il WWF e Greenpeace, chiedono perciò alla Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni (CTT) del Consiglio nazionale (la Camera bassa del parlamento svizzero), che si riunirà la settimana prossima, di correggere la decisione del Consiglio degli Stati (la Camera alta).

La commissione della Camera dei cantoni aveva infatti respinto lo scorso autunno l’idea di iscrivere la borsa dei transiti – che sottoporrebbe ad autorizzazioni contingentate e subordinate a pagamento i passaggi dei camion – nella Legge sul trasferimento del traffico merci (LTrasf). Al governo era stato affidato unicamente un mandato negoziale con i Paesi confinanti.

Obiettivo mancato per il 2009

L’obiettivo di ridurre il transito alpino a 650’000 camion all’anno non potrà essere raggiunto entro il 2009. Il Consiglio degli Stati aveva perciò posticipato la scadenza al 2019, vale a dire due anni dopo la prevista apertura della galleria di base del San Gottardo. Il Consiglio nazionale dovrebbe occuparsi della questione nella sessione di giugno.

Ma le tre organizzazioni ambientaliste non ci stanno e, giovedì in una conferenza stampa a Berna, hanno ribadito la loro posizione: senza una borsa dei transiti alpini, il trasferimento dalla strada alla rotaia non sarà possibile, nemmeno dopo l’apertura del tunnel del San Gottardo.

Obbligo di rispettare la volontà popolare

Il parlamento non ha il diritto di differire come vuole la scadenza, la volontà del popolo deve essere rispettata, hanno sostenuto i difensori dell’ambiente. La borsa dei transiti – hanno aggiunto – è un mezzo efficace, ecologico e economico e permette di rispettare gli accordi con l’Unione europea.

Le organizzazioni hanno chiesto al parlamento di correggere l’errore commesso, cioè quello di “formulare un obiettivo senza munirsi degli strumenti necessari per raggiungerlo”. Non è più possibile mantenere l’impegno entro il 2009, ma con una borsa dei transiti il trasferimento del traffico potrebbe avvenire entro il 2012.

Per questo l’Iniziativa delle Alpi ha inoltre chiesto di aumentare a tre miliardi di franchi l’attuale credito di 1,6 miliardi, che dovrebbe anche servire a migliorare le infrastrutture d’accesso alla Nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA).

“Gli studi effettuati su mandato del governo svizzero, dimostrano che la borsa dei transiti alpini è fattibile. Perciò non comprendiamo cosa si aspetti ancora per indrodurla. È adesso che occorre una soluzione per la popolazione, non fra 20 anni”, ha dichiarato a swissinfo Toni Aschwanden, dell’Iniziativa delle Alpi.

swissinfo e agenzie

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Nel 1981 312’000 veicoli pesanti hanno attraversato le Alpi.

Nel 1990 il loro numero era salito a 731’000.

L’apice è stato raggiunto nel 2000, con oltre 1,4 milioni di camion.

Nel 2006 il loro numero è sceso a 1,18 milioni.

La borsa dei transiti alpini è uno strumento fondato sui meccanismi di mercato il cui obiettivo è di contribuire al trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia.

In pratica viene fissato un numero massimo di autocarri in transito annualmente attraverso le Alpi e questi diritti di transito vengono messi all’asta.

Questo diritto si applica a tutti i valichi alpini del paese, fermo restando che gli autotrasportatori sono liberi di scegliere la via da percorrere.

Per evitare il traffico di aggiramento attraverso i paesi limitrofi, la borsa dei transiti alpini presuppone la messa a punto di una procedura coordinata nell’insieme dell’arco alpino.

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