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Ritorno del razzismo in Italia?

Undici casi di aggressioni verso stranieri negli ultimi 50 giorni, tra cui ad Aprilia il caso del cittadino marocchino morto dopo essere stato inseguito da due persone. In Italia alcuni parlano di allarme razzismo. Ma è veramente così? Nella vicenda di Aprilia, il comandante dei carabinieri esclude questa motivazione.​​​​​​​

Come definire quanto sta accadendo in Italia? Agli 11 casi di aggressioni in 50 giorni verso stranieri, si aggiungono denunce quotidiane di insulti e mortificazioni, mirati a colpire il colore della pelle, l’etnia, la nazionalità. Una escalation che non si arresta. L’allarme è reale, il numero d’incidenti descrive una alta tensione sociale, ma sul fatto che si tratti effettivamente di razzismo diffuso, il dibattito è ancora aperto.

I dubbi sul movente razzista negli ultimi due casi
La procura di Torino è cauta nell’attribuire il movente razzista all’aggressione della giovane atleta di origini nigeriane Daisy Osakue a Moncalieri. La ragazza, nazionale italiana di lancio del disco, intanto rischia di saltare i prossimi Europei di atletica. La causa sono le massicce dosi di cortisone che sta assumendo per curare l’occhio lesionato dall’uovo scagliatole da una automobile in corsa.

Per il caso dell’omicidio del cittadino marocchino, Hady Zaitouni, ad Aprilia, la magistratura per ora non rilascia più dichiarazioni, poiché l’inchiesta è in corso.

In questo piccolo centro in provincia di Latina – capoluogo dell’agro pontino, che si estende lungo la costa a sud di Roma – tutto è partito dall’inseguimento di una auto sospetta, una Renault Megane con targa romena. Il bilancio è di una vittima, uno straniero, e due cittadini italiani indagati per omicidio preterintenzionale.

Il comandante Gabriele Vitagliano, nelle ore successive alla tragedia ha diffuso una ricostruzione, tuttora valida, in cui il movente razzista è stato però escluso. Molti aspetti del caso restano comunque oscuri. Il cittadino marocchino era noto alle forze dell’ordine per furti di poco conto. Sulla scena dell’omicidio, una borsa contenente attrezzi da scasso. E resta in piedi anche l’ipotesi che nel palazzo degli indagati si siano organizzate, se non proprio delle ronde notturne, qualcosa di simile.

Il tiro al nero

A suscitare interrogativi è però soprattutto il tiro al bersaglio con armi ad aria compressa. Cecchini appostati sul balcone di casa propria o assalti in stile terrorista sparando da una automobile. Sfortunatamente dei tiri sono andati a segno su ignari passanti, tutti di colore. Ad eccezione del caso della bimba rom colpita alla schiena, episodio che ha provocato la reazione indignata del Presidente della repubblica Sergio Mattarella.

Una terribile degenerazione che si sospetta si perpetui per emulazione. Che ricorda la odiosa pratica del lancio di sassi dal cavalcavia. Il nuovo “reato dell’estate”, come è stato definito sulla stampa italiana.

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