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Allarme malattie infettive

Il virus HIV, responsabile dell'aids, è stato identificato nel 1984 iStockphoto

L'Organizzazione mondiale della sanità tira il campanello d'allarme: nuove malattie infettive fanno la loro comparsa ad un ritmo sempre più serrato. Il mondo rischia devastanti epidemie.

Per far fronte ai pericoli sanitari del XXI secolo, l’Oms chiede d’intensificare la collaborazione internazionale. Un appello che non lascia indifferente la Svizzera.

«Vent’anni fa le malattie infettive non erano considerate un grande pericolo. Oggi costituiscono una minaccia ed una sfida per tutti i paesi, Svizzera compresa», afferma Gaudenz Silberschmidt, capo della divisione affari internazionali dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

La situazione è allarmante e chiunque può rendersene conto spulciando l’ultimo Rapporto annuale sulla salute dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ogni anno una nuova malattia: un ritmo inquietante che ha portato a scoprire, dal 1967 ad oggi, 39 nuovi agenti patogeni. Tra questi i virus all’origine di aids, ebola (febbre emorragica), e sars (sindrome respiratoria acuta severa).

Inoltre – si legge ancora nel rapporto presentato a Ginevra – colera, febbre gialla ed infezioni epidemiche a meningococchi sono riapparse negli ultimi decenni del XX secolo. E oltre 1’100 eventi sanitari di natura epidemica sono stati confermati dall’Oms negli ultimi cinque anni. Come se non bastasse, i progressi compiuti risultano compromessi dalla generalizzazione della resistenza agli anti-infettivi. Particolarmente allarmanti, i casi di tubercolosi ultra resistente contro la quale le medicine risultano inefficaci.

I nuovi rischi sanitari includono non solo le epidemie, ma anche malattie d’origine alimentare, incidenti, attacchi biologici o chimici, inquinamento industriale e cambiamenti climatici. «Queste minacce potrebbero mettere in pericolo milioni di persone in diversi paesi», avverte l’Oms nel rapporto, intitolato «Un domani più sicuro».

Rete di sicurezza

Per evitare il peggio, il rapporto enumera una serie di raccomandazioni, tra queste l’applicazione integrale del Regolamento sanitario internazionale, entrato in vigore nel giugno di quest’anno. Gaudenz Silberschmidt è dell’avviso che il regolamento rinforzi di molto il sistema mondiale di protezione dalle malattie. Permette inoltre di far fronte alle nuove minacce.

Il testo, applicabile nei 193 paesi membri dell’Oms, precisa il modo in cui le autorità statali devono valutare e notificare all’Oms le emergenze sanitarie di portata internazionale.

Inoltre, definisce in modo chiaro come reagire in presenza di una minaccia sanitaria. «L’Oms riunisce un comitato d’emergenza ed è poi la direttrice dell’Oms ad essere incaricata di stabilire le misure e le raccomandazioni trasmesse ai paesi interessati», spiega Gaudenz Silberschmidt.

L’applicazione del Regolamento sanitario internazionale comporta qualche difficoltà, soprattutto per i paesi in via di sviluppo. Ma per questo – sottolinea Silberschmidt – sono previsti dei meccanismi di sostegno.

L’impegno svizzero

«Nel quadro dell’Oms, la Svizzera ha proposto di costituire una scorta di vaccini per i paesi poveri. Inoltre siamo molto attivi nella Commissione per la proprietà intellettuale, l’innovazione e la sanità pubblica e ci impegniamo affinché le proposte della Commissione vengano messe in pratica». La Commissione è un organo che lavora su mandato dell’Oms e che è presieduta dall’ex consigliera federale e presidente della Confederazione Ruth Dreifuss.

Anche in un paese industrializzato e ricco come la Svizzera sono necessari degli sforzi per conformarsi al Regolamento sanitario internazionale. Attualmente, la legge federale sulle epidemie è in corso di revisione. «La nuova legge», spiega Silberschmidt, «dovrebbe permettere di definire in modo chiaro le modalità della collaborazione tra la Confederazione e i cantoni. In altre parole si tratta di stabilire chi fa cosa in caso di crisi».

Il governo intende inoltre negoziare con l’Unione europea un accordo bilaterale nel settore della sanità. Un accordo del genere permetterebbe alla Svizzera di essere integrata al Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie di Stoccolma.

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
Traduzione e adattamento, Doris Lucini

Applicazione integrale del Regolamento sanitario internazionale in tutti i paesi.

Cooperazione a livello mondiale per quanto riguarda la sorveglianza, l’allarme e l’azione in caso di epidemia.

Libero accesso alle conoscenze, alle tecnologie e ai materiali (compresi i ceppi virali e altro materiale biologico) necessari per assicurare la sicurezza sanitaria a livello planetario.

Responsabilità mondiale per quanto riguarda il potenziamento delle infrastrutture medico-sanitarie in tutti i paesi.

Collaborazione intersettoriale in seno ai governi.

Aumento – a livello mondiale e nazionale – delle risorse per la formazione, la sorveglianza, lo sviluppo degli strumenti di laboratorio, le reti d’intervento e le campagne d’informazione.

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