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Una piccola Versailles tra Ceresio e Verbano

Una piccola Versailles a Casalzuigno nella Valcuvia, un’area a nord di Varese e a sud del confine, tra il lago di Lugano e il Lago Maggiore.

Qui iniziò, già dal XV secolo, la ricchezza dei Della Porta, una famiglia di notai provenienti da Porto Valtravaglia e di estrazione non nobile, ma che divennero uno dei casati di proprietari terrieri più importanti dell’area fino a possedere, a metà del ’700, 8 mila pertiche di terreno, quasi un terzo dell’intera valle. La prima descrizione di una loro residenza a Zuigno risale al XVI secolo, dove oggi sorge quella che è nota come Villa Della Porta Bozzolo. 

L’antica dimora, costruita nella sede di un antico monastero, ha seguito le fortune del casato. Prima fu una domus magna, tuttavia, alla fine del XVII secolo, non riusciva più a rappresentare adeguatamente la ricchezza e il potere della famiglia. I due fratelli Della Porta, Gian Angelo Seniore e Carlo Girolamo, decisero così di cominciare dal 1699 grandi e ambiziosi lavori di ampliamento. Sorse un nuovo complesso che venne riccamente arredato e decorato.

Successivamente Giovanni Angelo III, in occasione delle sue nozze con Isabella Giulini, proseguì nei lavori, corredando la proprietà di giardini e chiamando noti artisti del luogo come il pittore Giovanni Battista Ronchelli di Cabiaglio che dipinse i medaglioni di Apollo e Muse nel tempietto del giardino. 

La famiglia Della Porta però si estinse per mancanza di eredi nel 1814. La villa venne acquistata dalla famiglia Bozzolo, cambiando nome nell’attuale denominazione di Villa Della Porta Bozzolo. 

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Qui lavorerà e studierà a cavallo tra ‘800 e ‘900, Camillo Bozzolo, illustre patologo, uno dei luminari della storia della medicina italiana, nonché poi senatore della Repubblica. A partire dalla seconda metà del ‘900 però un’ampia porzione della villa fu abbandonata. Per anni nessuno si curò più dei giardini. All’inizio degli anni ’80 questo gioiello ricordava un antico maniero in rovina, vittima anche di saccheggi e danneggiamenti. 

Nel 1989 gli eredi della famiglia Bozzolo donano l’edificio al Fondo Ambiente Italiano che inizia una lunga e accurata campagna di restauro. Lo splendore che ne fece una delle dimore più sontuose del nord della Lombardia ora è nuovamente riscontrabile negli ambienti recuperati e completamente riarredati. 

Il giardino all’italiana a terrazze scandito da statue è percorso da una scenografica scalinata e conduce a un belvedere. È tornato a ricordare quello di una residenza reale. 

L’adiacente “giardino segreto” ci riporta invece agli eleganti piaceri della vita agiata del ‘700. Una vita che riappare anche negli elegantissimi interni, tra sale di rappresentanza, salottini riservati alla musica e al gioco e sontuose alcove a baldacchino che ci raccontano la storia di un’alta borghesia lombarda che aspirava a una vita degna di una grande dinastia dell’ancien régime.

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