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Alla riscoperta della Bibbia

Esemplare manoscritto del testo sacro che in Svizzera ricorderà l’Anno della Bibbia 2003. Jürg Oberli

La Bibbia ha indubbiamente influenzato la cultura occidentale. Ma negli ultimi decenni l'interesse del pubblico per la Sacra scrittura è andato via via diminuendo.

Lo scopo dell’Anno della Bibbia, nel 2003, era quello di attirare nuovamente l’attenzione sul Libro dei libri. E il bilancio è positivo.

L’Anno della Bibbia è stato promosso dalla Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Svizzera (CLCC), nonché da altri gruppi e comunità di base cristiane.

Lo scopo era di ricollocare la Bibbia nel campo di consapevolezza del grande pubblico, favorendone in tal modo la lettura.

Operazione riuscita

Per centrare l’obiettivo, durante l’intero 2003 è stato un susseguirsi di campagne, manifestazioni, seminari, corsi, occasioni di lettura comunitaria e ritiri spirituali, non solo in Svizzera ma pure in Francia, Austria e Germania.

Venerdì a Berna, gli organizzatori delle manifestazioni hanno indicato che le loro attese sono state largamente superate.

La promozione della Bibbia non ha infatti toccato i soli circoli religiosi. È stata anche diffusa nelle scuole, nei musei e nelle biblioteche e presso il grande pubblico.

Gli organizzatori hanno espresso la loro soddisfazione per il fatto che l’Anno della Bibbia ha suscitato anche l’interesse dei mass media aconfessionali. Numerosi sono quelli che si sono occupati della celebrazione, alle volte anche con contributi editoriali specifici sulla Bibbia.

Divergenze superate

Cattolici e riformati non hanno però avuto lo stesso approccio all’Anno della Bibbia. Dal lato dei cattolici, l’avvenimento è stato accolto molto positivamente.

La tradizione cattolica ha infatti negletto per secoli la lettura del Libro Sacro del Cristianesimo. Questo spiega l’interesse manifesto dei cattolici a colmare il ritardo.

Gli ambienti riformati si sono dal canto loro mostrati un po’ più riservati, in ragione dei sospetti di fondamentalismo che si potrebbero associare ad una simile iniziativa, oppure dal pericolo d’utilizzazione della Bibbia quasi fosse una raccolta di ricette.

I riformati si sono ugualmente chiesti perché consacrare un anno specifico alla Bibbia, quando la sua lettura è il cuore stesso della vita del riformato.

Questo approccio diverso non ha però portato conseguenze negative, ma ha fecondato il dibattito ecumenico. Alla fine “l’insieme delle Chiese cristiane in Svizzera hanno attivamente contribuito ad animare l’Anno della Bibbia”, indicano i promotori.

Come nel Medio Evio

Il progetto faro dell’Anno della Bibbia rimarrà sicuramente quello del testo manoscritto edito dalla Società biblica svizzera. Come i monaci copisti del Medio Evo, circa 2 mila amanuensi hanno partecipato alla sua realizzazione.

In questo caso il lavoro dei copisti ha superato il quadro delle istituzioni religiose. Il Vangelo di San Giovanni è stato, ad esempio, manoscritto durante il Forum economico mondiale di Davos. A Sankt Moritz atleti e passanti si sono mobilitati per copiarne dei paragrafi durante i Campionati del mondo di sci.

Numerose le lingue utilizzate nella copiatura, a partire da quelle nazionali per poi passare attraverso inglese, spagnolo, catalano, portoghese, tamil, serbo-croato, vietnamita, rumeno, per non citare che alcune delle molte lingue presenti in quest’edizione manoscritta della Bibbia.

“Quest’edizione manoscritta della Bibbia riflette la diversità linguistica e culturale della popolazione residente in Svizzera”, indicano i promotori.

Scrivere dei versetti della Bibbia a mano ha ugualmente permesso agli amanuensi impegnati di stabilire una relazione personale con il testo sacro dei cristiani, scoprendone anche nuovi significato, come spiega Martin Werlen, abate al convento di Einsiedeln: “Copiare un testo significa interiorizzarlo”.

L’edizione manoscritta della Bibbia è al centro di un servizio religioso nelle chiese di numerose città e villaggi svizzeri per il mese di gennaio. Giovedì 12 febbraio i sei volumi che la compongono verranno presentati al pubblico a Berna, a Palazzo Federale.

swissinfo, Olivier Pauchard
(Traduzione dal francese Sergio Regazzoni)

La Bibbia è stata tradotta in circa 2.320 lingue
Ogni anno si stampano 20 milioni di Bibbie e 24 milioni di edizioni del Nuovo Testamento
In Svizzera si vendono 60 mila Bibbie all’anno

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