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Alitalia o Aliroma?

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Hypercorsivo di Massimo Donelli

Che cos’è l’AlitaliaCollegamento esterno nell’anno di grazia 2016?

Lo specchio perfetto del BelpaeseCollegamento esterno.

Nel bene.

E nel male.

M’è venuto da pensarlo dopo l’ultimo volo che ho fatto sulla rotta Milano-New York.

Dove, tra andata e ritorno, attese aeroportuali incluse, è capitato di tutto.

Ve lo racconto.

Ho viaggiato in MagnificaCollegamento esterno con un biglietto premio MillemigliaCollegamento esterno.

E la prima classe di Alitalia è magnifica non solo di nome, ma di fatto.

Cibo ottimo.

Lista dei vini stupenda.

Breakfast impeccabile.

Poltrona stra-comoda (che diventa addirittura un bel letto).

Equipaggio gentile, affabile, premuroso.

Dieci con lode, insomma.

A parte un piccolo dettaglio: le orrende bottigliette contenenti il mix di olio e aceto che stonano, in maniera evidente, nell’elegante contesto.

Qui finiscono le buone notizie.

Il resto, sta tra il comico, il tragico e l’offensivo.

Pronti al decollo?

Via!

All’aeroporto John Fitzgerald Kennedy di New YorkCollegamento esterno la loungeCollegamento esterno di Alitalia intitolata a MichelangeloCollegamento esterno è ampia, lussuosa e offre anche un prezioso servizio doccia.

Però la hostess non parla italiano.

E fa annunci solo in inglese.

Per carità, tutti ormai sanno l’inglese.

Ma quello è un pezzetto d’Italia oltremare.

Possibile che ci si preoccupi di salvaguardare la lingua più nel Canton Ticino che a sud delle Alpi?

Evidentemente…

Secondo appunto.

Rimbecillito dai fusi (arrivavo dall’Oceano Pacifico), ho dimenticato il mio iPad sull’aereo.

Me ne sono accorto quasi dieci ore dopo essere atterrato a Milano.

Allora ho subito scritto all’indirizzo oggetti.ritrovati@alitalia.it pensando che quello sul sito fosse un vecchio postCollegamento esterno e, nel frattempo, la faccenda avesse avuto la sua ovvia evoluzione.

E sì, perché lì, nel post, si parla di oggetti smarriti esclusivamente “a bordo di un volo in arrivo a Roma, o nei locali di proprietà Alitalia nell’aeroporto di FiumicinoCollegamento esterno” senza dare alcuna indicazione utile per oggetti smarriti su voli diretti verso altre destinazioni nazionali.

Possibile, mi son detto?

Purtroppo sì.

Ho scritto e, infatti, ho ricevuto – il giorno dopo… – questa risposta: “Gentile Cliente, il nostro ufficio gestisce soltanto gli oggetti smarriti sui voli Alitalia in arrivo a Fiumicino. Può contattare l’ufficio Lost and Found di Milano Malpensa al seguente numero: +390258581285; al momento della richiesta inserire il numero pin 99. Cordiali saluti, Alitalia, Centrale Assistenza Bagagli, Servizio Oggetti Smarriti – Roma Fiumicino”.

Alitalia o… Aliroma?

Perché a Fiumicino la compagnia tricolore si scapicolla e nel resto del Paese no?

O tutti o nessuno, vi pare?

E perché sul sito non vengono date istruzioni sugli oggetti smarriti relative agli altri aeroporti di destinazione?

I non romani debbono, italianamente, arrangiarsi?

Fatto sta che ho chiamato il numero indicato.

Non appartiene all’Alitalia, bensì alla SeaCollegamento esterno, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa.

Ho sopportato una lunga attesa.

E, alla fine, una voce registrata mi ha detto che tutti gli operatori erano occupati e avrei dovuto richiamare.

Clic.

Il robot ha riattaccato.

Allora, spazientito, sono andato sul sito della Sea per scrivere al servizio Lost and FoundCollegamento esterno.

Altra brutta sorpresa.

Questa: chi vuole attivare la ricerca dell’oggetto smarrito deve prima aderire, pensa te, a ViaMilano programCollegamento esterno, un programma fedeltà della Sea.

Desideroso di recuperare il mio iPad e – capatosta quale sono – deciso a esplorare fino in fondo il labirinto kafkiano, ho obbedito: mi sono iscritto a ViaMilano program.

L’ho fatto chiedendomi come avrebbe reagito a tutto ciò, trovandosi nella mia identica condizione, un cinese digiuno dell’idioma di Dante e dell’inglese, uniche due lingue ufficiali, sul web, dell’aeroporto internazionale di Malpensa…

Bene.

Subito dopo essermi iscritto, ho potuto finalmente inviare l’e-mail di denuncia.

E, non ci crederete, ma, passati appena 15 minuti, sono stato contattato via telefono dalla Sea.

La storia ha avuto un lieto fine: non so chi abbia recuperato il mio tablet e l’abbia consegnato al Lost and Found (mi spiace, avrei voluto ringraziarlo), fatto sta che ho avuto la fortuna di ritrovarlo.

Riepilogando…

Alitalia Roma ha impiegato un giorno per rispondermi.

E sapete come.

Sea Milano 15 minuti.

Non voglio riaccendere vecchie polemiche scatenate dall’hypercorsivo Roma sprofonda, Milano splende

Ma i tempi di reazione parlano chiaro, no?

Così chiaro che, ottimista a oltranza, sempre e comunque, anche contro l’evidenza, affido quanto precede all’attenzione di un collega e amico molto serio, Alessio VinciCollegamento esterno.

Inviato della CNNCollegamento esterno prima e conduttore di MatrixCollegamento esterno poi, Alessio dall’8 gennaio è il responsabile della comunicazione istituzionale AlitaliaCollegamento esterno.

Conoscendolo, sono certo che si darà da fare per rimettere le cose in ordine.

Già che ci sono, gli suggerisco (e lo suggerisco anche a voi) di vedere questo irresistibile filmato di Hawaiian AirlinesCollegamento esterno.

Non solo, infatti, spiega in maniera accattivante le misure di sicurezza a bordo; ma promuove – abilmente – le bellezze dell’arcipelago.

Che sono tantissime, per carità.

Ma, in quanto a bellezze, l’Italia non teme confronti.

E in termini di patrimonio artistico-architettonico è davvero senza rivali.

Provate, perciò, a domandarvi: quale sarebbe il risultato se Alitalia decidesse di copiare Hawaiian?

Travolgente, statene certi.

E allora… forza Alessio!

Vinci!

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