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Alcopops: è in arrivo un’imposta speciale

Un'imposta per frenare l'avanzata degli alcopops Keystone Archive

Quadruplicata l'imposta sugli alcopops: per il Consiglio federale, la dissuasione passa dal borsellino.

Si tenta così di arginare il fenomeno dei giovani conquistati dalle bibite a base di zucchero e alcol.

Il successo fulminante degli alcopop – bevande zuccherate a basso contenuto d’alcool – presso i giovani e i giovanissimi rischia di generare problemi di salute pubblica. Per contenerne il consumo, il Consiglio federale intende prelevare su queste bevande un’aliquota d’imposta, pari al quadruplo di quella applicata agli altri distillati. L’imposta dovrebbe fruttare 50 milioni di franchi all’anno.

Il progetto dell’esecutivo, presentato mercoledì al parlamento, chiede che su ogni bottiglietta da 2,75 dl con un volume d’alcol del 5,6 per cento sia riscosso un importo di circa 1,80 Fr.

Operazione di contro-marketing

Ad indurre il Consiglio federale ad imprimere un giro di vite è proprio il fatto che gli alcopops sono stati concepiti su misura per un nuovo segmento di mercato, quello dei giovani sotto i 18 anni. Per il governo, basta guardare le strategie di marketing delle aziende produttrici delle bevande per rendersi conto che i consumatori ai quali si punta sono proprio gli adolescenti: pubblicità massiccia, prezzi bassi, presentazione accattivante del prodotto.

Tutto ciò ha portato ad un aumento massiccio del consumo di alcopops tra i giovani e giovanissimi (10-12 anni). Molti di loro, soprattutto le ragazze, non consumano altre bevande alcoliche, ma sono attratti da questi prodotti, il cui tasso di alcol – 6% in media -è uguale a quello della birra. Miscelato con lo zucchero, però, l’alcol quasi non si percepisce ed è proprio questo a rendere pericolosi gli alcopops. Inoltre, la combinazione zucchero-alcol facilita il passaggio di quest’ultimo nel sangue accentuando quindi il senso di ebbrezza.

Un successo che non accenna a diminuire

Il successo degli alcopops tra i giovani si riflette nelle cifre relative alle confezioni vendute: 2 milioni nel 2000, 28 milioni nel 2001, e 40 milioni nel 2002, cifra quest’ultima che corrisponde a 10 milioni di litri. Dagli alcopops ad altre bevande alcoliche il passo è breve. «Gli alcopops abituano i giovani all’alcol e all’ebbrezza», ha sottolineato il Consiglio federale nel suo comunicato.

Il problema è sentito in tutta Europa. Solo la Francia, che nel 1996 ha introdotto un’imposta supplementare sugli alcopop, ha registrato una stagnazione delle vendite. L’esperienza francese ha convinto il Consiglio federale a prendere delle contromisure simili. Il divieto di vendere bevande alcoliche a chi non ha ancora compiuto i 18 anni non ha ottenuto gli effetti sperati. La nuova imposta potrebbe essere il mezzo ideale per contrastare il consumo di alcopops.

Nel mirino produttori e consumatori

Innumerevoli studi hanno dimostrato che il prezzo delle bevande influisce in modo decisivo sulle abitudini dei giovani consumatori. L’aumento dei prezzi li spingerebbe dunque verso nuovi prodotti.

Ma nel mirino non ci sono solo i giovani. L’imposta dovrebbe rendere meno attraente la produzione di alcopops. Per il Consiglio federale, inoltre, la tassa «potrebbe anche fare in modo che nuovi tipi di alcopops, attualmente in preparazione, non raggiungano mai il mercato».

Pro e contro

«Controproducente e ipocrita»: così la Federazione svizzera dei liquoristi (FSL) ha commentato la proposta governativa di riscuotere un’imposta maggiorata sugli alcopops. Dal canto suo, l’Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA) approva invece pienamente questa misura.

Secondo la FSL, il Consiglio federale segna addirittura un autogol. A suo avviso l’unico effetto della misura sarà di strangolare il mercato degli alcopops: la Confederazione perderà così 30 milioni di franchi di introiti fiscali (17,9 milioni d’imposta sull’alcol, 10,6 milioni in tasse dogali e 2,2 milioni di IVA). L’effetto sulla salute sarà nullo: il consumo si sposterà su altre bevande alcoliche come birra o vino.

Di altro avviso invece l’ISPA, secondo il quale il Consiglio federale ha fatto un passo importante nella giusta direzione. Per l’istituto, le cifre dimostrano che gli alcopops sono consumati soprattutto dai giovani, con diverse conseguenze negative. Una ragazza di 14 anni che ha bevuto due alcopops presenta infatti un’alcolemia dello 0,08%.

swissinfo e agenzie

Di fronte all’aumento del consumo di alcopops tra i giovani, il Consiglio federale ha deciso di reagire quadruplicando l’imposta riscossa sulla vendita di questo tipo di bevande.

Segue così l’esempio della Francia, unico paese europeo in cui il consumo di alcopops è contenuto. Soddisfatte della proposta del governo si sono mostrate le organizzazioni attive nel campo della salute.

Per i distributori di bevande alcoliche la misura non dissuaderà i giovani dal consumare alcol e si rivelerà nociva per le casse della Confederazione.

2001: 28 milioni di bottiglie di alcopops vendute in Svizzera
2002: 40 milioni di bottiglie
Contenuto alcolico: 6%
Su una bottiglia da 2,75 dl, il governo vuole riscuotere un’imposta di 1.80 Fr.

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