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Al voto regole costituzionali per giochi di soldi

I giochi di soldi tra interessi finanziari e ragioni etiche Keystone

I profitti di lotterie e di scommesse sportive devono essere interamente devoluti a scopi di utilità pubblica: il Decreto federale sui giochi in denaro, in votazione l'11 marzo, ancora questo principio nella costituzione. Nel testo si precisa anche la ripartizione delle competenze nei giochi di soldi.

La modifica costituzionale è l’epilogo di un’annosa diatriba scoppiata in seguito alla liberalizzazione parziale del mercato dei giochi di denaro, con le licenze per casinò. Questi sono entrati in scena all’inizio degli anni 2000, dopo l’abrogazione del loro divieto in Svizzera.

È l’inizio di una lotta per accaparrarsi segmenti lucrosi di questo mercato. La nuova legge precisa che i giochi d’azzardo sono autorizzati solo nelle case da gioco. Queste ottengono così la gestione delle macchinette mangiasoldi (slot machine), a scapito di bar e altri locali pubblici. In questi ultimi sono ammessi soltanto apparecchi in cui la vincita non è dovuta al caso, ma è determinata dalla destrezza dei giocatori.

Quanto alle lotterie e alle scommesse sportive, restano disciplinate separatamente da una legge specifica che le autorizza unicamente se hanno uno scopo di utilità pubblica o di beneficienza.

Molti interessi in gioco

La contesa si ripercuote anche su cantoni e confederazione. Infatti, i casinò sono di competenza della Confederazione, che riscuote una tassa sugli introiti lordi provenienti dai giochi, essenzialmente destinata all’Assicurazione vecchiaia e superstiti.

Lotterie, scommesse sportive e giochi di destrezza sono invece di competenza dei cantoni, i quali decidono anche la destinazione degli utili delle due società che hanno il monopolio delle grandi lotterie in Svizzera: Swisslos, nei cantoni tedescofoni e in Ticino, e la Loterie Romande (LR), nei cantoni francofoni.

La concorrenza si inasprisce. I casinò contestano l’autorizzazione del nuovo gioco elettronico Tactilo – una sorta di “gratta e vinci” virtuale – introdotto dalla LR in locali pubblici. La Commissione federale delle case da gioco nel 2006 mette il veto agli apparecchi Tactilo, sostenendo che sono assimilabili alle macchinette mangiasoldi, dunque riservati ai casinò. All’inizio di quest’anno la Corte suprema ha sconfessato tale interpretazione, consentendo definitivamente ai cantoni di autorizzare giochi di questo tipo in locali pubblici.

Nel frattempo, temendo un indebolimento dell’offerta delle lotterie e delle scommesse sportive a vantaggio di quella delle case da gioco, rappresentanti di enti sportivi, culturali e sociali – ai quali i cantoni distribuiscono gli utili delle lotterie e delle scommesse sportive – nel 2008 hanno lanciato  un’iniziativa popolare denominata “Per giochi in denaro al servizio del bene comune”.

L’iniziativa, che ha raccolto oltre 170 mila firme, chiedeva di mettere al servizio dell’utilità pubblica tutti i giochi di soldi, in una politica coordinata fra cantoni e confederazione.

Uso per pubblica utilità sancito dalla Costituzione federale

Il governo elvetico ha ritenuto giustificate le preoccupazioni dei promotori dell’iniziativa, ma ha giudicato che il testo restringeva troppo le competenze del legislatore federale, ostacolando così una politica globale e coerente in materia di giochi di soldi. Perciò le ha opposto un controprogetto diretto: la modifica dell’articolo 106 della Costituzione federale sui giochi in denaro, sulla quale si vota l’11 marzo.

Il testo sancisce che gli utili netti di lotterie e scommesse sportive “sono utilizzati integralmente per scopi d’utilità pubblica, segnatamente in ambito culturale, sociale e sportivo”. La loro autorizzazione e sorveglianza, come pure quelle dei giochi di destrezza, sono di competenza dei cantoni. Le disposizioni sui casinò sostanzialmente non cambiano rispetto all’articolo vigente. Tramite un organo paritetico, confederazione e cantoni devono coordinarsi nell’adempimento dei rispettivi compiti.

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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Una soluzione che fa quasi l’unanimità

Il controprogetto ha soddisfatto tutte le parti in causa. I promotori dell’iniziativa hanno così ritirato il loro testo, in favore del controprogetto. Trattandosi di una modifica costituzionale, per l’adozione è necessaria la doppia maggioranza di popolo e cantoni. Il parlamento raccomanda di approvarlo. Cosa fatta all’unanimità dal Consiglio degli Stati (Camera alta) e con 140 voti contro 3 dal Consiglio nazionale (Camera bassa).

“In sintesi si tratta di una pace onorevole che permette di risolvere tutti i conflitti tra le parti e di avere nella costituzione un’architettura completa ed equilibrata”, riassume a swissinfo.ch il deputato socialista Carlo Sommaruga, relatore della commissione preparatoria del Consiglio nazionale.

Un circolo vizioso

Un parere condiviso da tutte le formazioni politiche rappresentate in parlamento federale, ad eccezione del Partito evangelico (PEV), il quale si oppone denunciando un circolo vizioso che aumenta i rischi di dipendenza dal gioco.

“Nel controprogetto è insito lo stesso problema che nell’iniziativa: il conflitto fra gli obiettivi. Più si gioca, più sono generati fondi per scopi di utilità pubblica. Perciò c’è il rischio che si cerchi di incentivare i giochi di denaro. E aumentando il numero dei giocatori cresce anche quello dei giocatori patologici”, dichiara a swissinfo.ch la deputata nazionale del PEV Maja Ingold.

Il PEV ritiene che i giochi con “un alto potenziale di dipendenza” debbano essere autorizzati solo nei casinò. Questi “hanno almeno un programma di protezione della dipendenza. Nei ristoranti o altri locali dove sono installati giochi come il Tactilo, invece, chiunque può giocare in continuazione. I gestori non hanno alcun obbligo di vigilare, intervenire per bloccare giocatori patologici e prendere misure per impedire loro l’accesso”, spiega la parlamentare zurighese.

“La problematica è molto seria”, precisa Maja Ingold, facendo riferimento alle oltre 28mila esclusioni dal gioco pronunciate nei casinò in Svizzera nel 2010, “per impedire a giocatori di rovinare sé stessi e spesso anche le loro famiglie”. Il PEV si chiede quindi se oltre alle sofferenze, in fin dei conti i costi causati alla società non superino l’ammontare dei fondi per scopi di pubblica utilità generati dai giochi di denaro.

Carlo Sommaruga riconosce che “questo articolo evoca la questione della prevenzione, ma non va molto lontano”. Il parlamentare socialista ginevrino ritiene tuttavia che le questioni inerenti alla prevenzione “debbano essere riprese al momento della discussione della legge di applicazione. Il Partito socialista chiederà una politica nazionale di prevenzione che dovrà essere finanziata dai casinò e dalle lotterie”.

In tale ambito, secondo Sommaruga, si dovranno prevedere misure per impedire che si crei dipendenza nei giochi come il Tactilo. “Per esempio si potrebbe immaginare un blocco del gioco dopo un certo numero di puntate. I gestori dovrebbero avere un dovere di vigilanza. Per far sì che lo rispettino, si dovrebbero introdurre delle sanzioni che potrebbero andare da multe fino al divieto di avere dei giochi nei loro locali”.

Le cifre sono eloquenti. Nel 2010 le case da gioco hanno versato 453,2 milioni di franchi di tasse, ripartite in 389,1 milioni alla confederazione e 64,1 milioni ai cantoni.

Swisslos e Loterie Romande hanno fruttato 543,5 milioni di franchi ai cantoni (per scopi di pubblica utilità) e allo sport svizzero.

Ampiamente diffuse in Svizzera, dalla metà del XIX secolo le lotterie furono sempre più considerate un malcostume. Nel 1915 erano proibite in tutti i cantoni. Con la legge federale del 1923 vennero escluse dal divieto le lotterie a scopo di utilità pubblica o di beneficenza.

In seguito allo sviluppo incontrollato delle lotterie durante la crisi economica mondiale degli anni 1930-40, furono create quattro grandi società che ottennero il monopolio per le grandi lotterie: nel 1933, la Società cooperativa di lotteria (Seva) per il canton Berna, nel 1937 la Loterie Romande e la Lotteria intercantonale (a cui aderirono il Ticino e i cantoni svizzeri tedeschi, tranne Berna), oggi denominata Swisslos, e nel 1938 la Società Sport-Toto (SST).

Nel 2003 il canton Berna aderì alla Lotteria intercantonale e la Seva fu sciolta. La SST affidò alla Swisslos l’organizzazione e il marketing delle scommesse sportive. Nella Svizzera francese i rapporti con i punti vendita sono invece affidati alla Loterie Romande.

Con l’avvento del turismo nel XIX secolo, anche in Svizzera nacquero case da gioco, situate in stazioni termali o località di villeggiatura come Saxon, Montreux, Ginevra, Interlaken, Thun, Lucerna e Baden. Con la Costituzione federale del 1874 fu introdotto il divieto delle case da gioco; quelle esistenti dovettero chiudere entro la fine del 1877.

La pratica di giochi d’azzardo rimase possibile solo su scala fortemente ridotta. Un decreto federale del 1898 limitò la puntata massima a 5 franchi.

Il divieto delle case da gioco iscritto nella Costituzione federale fu abrogato nel 1993. Basandosi sulla legge sulle case da gioco (LCG) del 1998, il governo federale ha accordato una concessione a 22 casinò, 19 dei quali sono attualmente operativi.

Fonte: Dizionario storico della Svizzera

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