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Al via il vertice COP15 per salvare la biodiversità

Sara Ibrahim

La 15a Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (COP15) è iniziata mercoledì. La Svizzera e altri 195 Paesi discutono di come l'umanità possa "fare la pace" con la natura. 

C’era un tempo in cui andare in bicicletta d’estate significava combattere contro sciami di insetti controvento. Oggi non è più così. Se si lasciano le finestre di casa aperte in città, al massimo si vedono svolazzare tra le stanze vespe ignare o mosche affamate.

In Svizzera ho osservato spesso questo fenomeno, specialmente nel periodo del telelavoro. Passeggiando tra le Alpi, troppe volte il mio sguardo si è posato su distese di prati fioriti monocolori. Dove sono finiti tutti gli altri fiori?

Fare la pace con la natura

“Siamo in guerra con la natura. Dobbiamo fare la pace”, ha avvertito martedì Inger Andersen, direttrice esecutiva del programma ambientale delle Nazioni Unite, alla cerimonia di apertura della COP15 a Montreal, Canada.

Nella stessa occasione, anche António Guterres, segretario generale dell’ONU, si è espresso con parole dure, definendo l’umanità “un’arma di distruzione di massa” che tratta la natura “come un gabinetto”.

Gli esseri umani minacciano la biodiversità attraverso la distruzione degli habitat, lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e l’inquinamento. Queste attività sono strettamente legate al cambiamento climatico e alla diffusione di specie invasive, dannose per la fauna e la flora autoctone.  

Durante la COP15, che durerà fino al 19 dicembre, i delegati e le delegate di 196 Paesi negozieranno un accordo quadro globale per proteggere il 30% delle aree marine e terrestri, ridurre la diffusione delle specie invasive e riformare e annullare i sussidi dannosi per la biodiversità, come quelli concessi all’agricoltura.  

Un accordo sembra lontano

Ma come abbiamo visto con la Conferenza annuale sui cambiamenti climatici (COP27), che si è svolta in Egitto il mese scorso, sarà difficile trovare un accordo tra i Paesi partecipanti.

La Cina, che detiene la presidenza dell’evento, non ha invitato alcun capo di Stato. Inoltre, con la crisi alimentare aggravata dalla guerra in Ucraina, è improbabile che gli Stati decidano di ritirare il sostegno all’agricoltura intensiva.  

La Svizzera, dal canto suo, è all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda l’adempimento degli obblighi internazionali di protezione della fauna selvatica e degli habitat naturali, nonostante gli obiettivi ambiziosi. 

>>> Per saperne di più, leggete il nostro articolo sulla COP15:

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Perché la biodiversità ci riguarda

La biodiversità è essenziale per il benessere e il sostentamento di tutte le forme di vita sulla Terra, compresi gli esseri umani. Fornisce servizi cruciali per il ciclo vitale, come l’impollinazione, la dispersione dei semi, la regolazione del clima e la purificazione dell’acqua.

Secondo gli scienziati e le scienziate, almeno un milione di specie sono a rischio di estinzione. C’è chi ritiene addirittura che la sesta estinzione di massa della storia geologica sia già iniziata. Eppure, nonostante le discussioni di alto profilo, il “business as usual” sembra prevalere sulla salvaguardia del nostro pianeta.  

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