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Iran, rieletto presidente il moderato Rohani

Hassan Rohani è stato eletto sabato per la seconda volta presidente dell’Iran. In base ai risultati finali, ha ottenuto il 57% dei voti, aggiudicandosi così al primo turno un nuovo mandato quadriennale.

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A Rohani sono andate 23.549.616 preferenze, su un totale di 41.220.131 voti validi.

Il suo avversario diretto, il conservatore Ebrahim Raisi, ne ha ottenute 15.786.449, pari al 38,5% dei voti.

L’altro candidato conservatore, Mostafa Mirsalim, ha totalizzato 478.215 preferenze; l’altro candidato riformista, Mostafa Hashemi Taba, 215.450. Quest’ultimo aveva chiesto ai suoi sostenitori di votare Rohani.

Riforme e apertura all’Occidente

Dalla parte di Hassan Rohani, 68 anni, si sono schierati i riformisti, i moderati, i liberali, i giovani delle città, i ricchi e gli imprenditori che vogliono che l’Iran continui ad aprirsi all’Europa e al mondo.

Il presidente uscente è l’uomo che ha siglato l’accordo sul nucleare ed è riuscito a rompere la breccia delle sanzioni occidentali che negli ultimi due decenni hanno messo in ginocchio l’economia.

Dall’altra c’era il potente Ebrahim Raisi, sostenuto dalla guida suprema Ali Khamenei, religioso come Rohani ma espressione della parte più conservatrice del Paese.

L’importanza del voto

L’affluenza è stata alta: oltre il 70% dei 56 milioni di elettori è andato a votare, rimanendo in coda talvolta per ore, dalle grandi città fino ai villaggi più sperduti.

Un voto importante, in un momento delicato sia a livello internazionale -Trump è in visita proprio sabato allo storico nemico dell’Iran, l’Arabia Saudita- sia interno, con le voci che si rincorrono di una malattia della guida suprema Ali Khamenei e di un prossimo cambio al massimo vertice dello Stato.

Il percorso di Rohani, dicono gli analisti, sarà in salita. Si tratterà di continuare sulla via dell’apertura e delle riforme contro l’apparato dello Stato profondo, che in 40 anni di Rivoluzione ha sempre saputo resistere alle grandi spinte di cambiamento.

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