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Un fiasco, progetto igienico-sanitario finanziato da Svizzera in India?

Secondo stime dell'Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno circa 842mila persone muoiono di diarrea a causa di mancanza di acqua potabile, impianti sanitari e igiene delle mani. wateraid.org

È costata oltre un milione di franchi, a carico dei contribuenti svizzeri, ma da una ricerca dell'Istituto federale di scienze ambientali e teconlogia (Eawag) è emerso che ha avuto scarsi effetti sul comportamento degli indiani: si tratta di una campagna di prevenzione igienico-sanitaria ludica per incentivare la gente a lavarsi le mani. Progetti simili sono in corso in altri paesi.

“Tatti” – termine popolare in Hindi per “merda” – è il titolo della canzone vincitrice del concorso musicale sul tema dei servizi igienico-sanitari, organizzato dall’associazione non-profit tedesca WASH UnitedCollegamento esterno, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSCCollegamento esterno) della Confederazione. I compositori della canzone, nella quale sono inclusi suoni di scoregge, hanno intascato un premio di centomila rupie indiane, pari a circa 1’500 franchi.

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Il brano musicale era integrato in una fiera dei divertimenti intitolata “The Great Wash Yatra”, che nel 2012 è stata portata in giro per sei città indiane, durante una cinquantina di giorni. Lo scopo dell’intrattenimento, con balli in stile bollywoodiano e giochi didattici, era di incoraggiare la gente a lavarsi le mani e quindi prevenire malattie trasmissibili quali ad esempio la diarrea. Si stima che solo il 15% degli indiani si lava le mani dopo la defecazione, mentre con questo semplice gesto si potrebbe ridurre del 40% il rischio di diarrea.

La DSC ha assegnato 1,2 milioni di franchi al progetto, che sul suo sitoCollegamento esterno web definisce “una campagna innovativa con un impatto globale”. 

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Pagella discutibile

Nel video si vede che la gente si diverte molto con i giochi di lavaggio delle mani e la danza. Ma la campagna ha raggiunto il suo obiettivo di cambiare il comportamento igienico dei partecipanti?

No, secondo i risultatiCollegamento esterno di un’indagine condotta dall’Eawag. I ricercatori dell’istituto elvetico, che hanno intervistato 687 visitatori dello spettacolo, prima e dopo avervi assistito, hanno concluso che “ha avuto poco effetto sugli intenti di lavarsi le mani con il sapone”.

“WASH United era alla ricerca di un modo diverso e singolare per sensibilizzare l’opinione pubblica. Per questo ha scelto l’opzione del divertimento”, spiega a swissinfo.ch il professore dell’Eawag Hans-Joachim Mosler, uno degli autori dello studio. “È stato un bell’esercizio di sensibilizzazione, ma non ha realmente cambiato i comportamenti”.

La festa itinerante della sensibilizzazione è stata una pensata del Ceo di WASH United, Thorsten Kiefer, che voleva dare un’immagine positiva alle campagne sanitarie. La sua idea di combinare il rafforzamento della consapevolezza del legame tra igiene e salute con i Mondiali di calcio 2010 in Sudafrica aveva attirato molta attenzione.

Era quindi stato avvicinato da personalità indiane che volevano riprodurre nel proprio paese il concetto della campagna World Toilet CupCollegamento esterno. Il modello della Yatra, ossia della fiera del divertimento itinerante, è stato scelto per l’India poiché lì è un formato tradizionale utilizzato dai movimenti sociali per trasmettere il loro messaggio attraverso il Paese.

“Riteniamo che il progetto sia stato un successo, considerati il gran numero di persone raggiunte, l’ampia copertura dei media e il fatto che il governo indiano ha modificato il modo di pensare sull’innovazione dei servizi igienici”, dice Thorsten Kiefer.

Ma Hans-Joachim Mosler non è convinto che il progetto abbia portato cambiamenti di comportamento nel lavarsi le mani con il sapone. “Non vi è alcuna evidenza scientifica di un impatto di questi giochi di lavaggio delle mani sui comportamenti. Le persone non cambiano semplicemente facendo un gioco”, osserva il professore dell’Eawag.

I giochi per promuovere il lavaggio delle mani in India si sono rivelati inefficaci, secondo uno studio dell’Eawag. handwashing Indian project

Un altro problema, di ordine metodologico, è la scelta dei gruppi target. Secondo Hans-Joachim Mosler, se la prevenzione della diarrea era l’obiettivo principale, allora la campagna indiana avrebbe dovuto essere focalizzata sui bambini al di sotto dei cinque anni. Per ridurre la mortalità tra questa fascia di età vulnerabile, la campagna avrebbe dovuto essere stata mirata verso quelle persone che li accudiscono, vale a dire mamme, nonne e sorelle maggiori, invece di cercare di raggiungere tutti attraverso giochi didattici in una fiera di divertimenti.

Thorsten Kiefer difende la sua decisione di optare per un target più ampio. Secondo lui, le donne sono sempre state l’obiettivo per tutti i tipi di progetti di sviluppo, dall’istruzione alle vaccinazioni.

“Abbiamo pensato che fosse il momento di coinvolgere molto di più gli uomini, in quanto sono trascurati e così tutto il peso di prendere provvedimenti grava sulle donne”, afferma il Ceo di WASH United.

Sorprendentemente, la DSC non è delusa dal risultato, anche se l’impatto sul cambiamento di comportamento è stato trascurabile. “Il progetto è stato in alcun modo un fallimento”, dice un portavoce dell’ente governativo, citando quale risultato positivo l’influsso che ha avuto a livello politico. Esso ha portato il governo indiano a “impegnarsi in modo esemplare su questioni di igiene e di sanità, tra cui il lavaggio delle mani e l’igiene durante le mestruazioni”.

Tratte le lezioni

Considerato che la fiera dei divertimenti ha attirato migliaia di visitatori, generato una vasta copertura mediatica e ricevuto sostegno politico, ma ha avuto poco effetto sulla volontà di lavarsi le mani tra la popolazione target, Hans-Joachim Mosler suggerisce che WASH United avrebbe dovuto dapprima commissionare uno studio di riferimento per capire la mentalità della popolazione target, realizzato con largo anticipo, e solo in seguito, sulla base di quelle conoscenze, sviluppare gli interventi. “Invece è stato fatto il contrario: ecco una buona idea, mettiamola in atto e poi misuriamo l’impatto”, commenta.

Ina Jurga, responsabile della comunicazione sui cambiamenti di comportamento presso WASH United, ammette che una seconda volta avrebbe fatto le cose diversamente. “Idealmente, ci sarebbe piaciuto avere i risultati dell’indagine dell’Eawag prima della Yatra, cosicché avremmo potuto basarci sui risultati per tracciare il progetto”, dice. “Tuttavia, il governo indiano ha cambiato ripetutamente, fino a tre settimane prima dell’inizio, i luoghi in cui mettere in atto il progetto. Ciò che non ci ha dato abbastanza tempo per procedere in quel modo”.

Mosler ammette che in pochissimi progetti ci si dà la briga di misurare l’impatto dell’intervento, né tantomeno di effettuare uno studio di riferimento. L’Eawag sta esaminando un altro progettoCollegamento esterno riguardante il lavaggio delle mani, sostenuto dalla DSC con 1,65 milioni di franchi, nello Zimbabwe e nel Burundi, nel quale WASH United ha il ruolo di consulente.

Questa volta hanno fatto un’indagine di riferimento dei bambini e delle persone che li accudiscono. Una valutazione è stata effettuata sei settimane dopo la fine della campagna. Il risultato: la frequenza del lavaggio delle mani nei momenti chiave – dopo essere andati in bagno e prima di toccare il cibo – è cresciuta del 28% tra coloro che accudiscono i bambini e del 23% tra gli scolari.

La DSC ha in programma di continuare a finanziare iniziative riguardanti la promozione del lavaggio delle mani. Ma in futuro incorporerà i risultati dei suoi progetti nello Zimbabwe e in UzbekistanCollegamento esterno nel processo decisionale.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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