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L’acqua, una priorità della cooperazione svizzera

Entro il 2025, 1,8 miliardi di persone saranno confrontate con una carenza d'acqua nel mondo. Ed è proprio l'accesso alle risorse idriche uno dei campi d'azione più importanti della Direzione dello sviluppo e della Confederazione (Dsc).

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Ogni giorno, 1’000 bambini di età inferiore ai 5 anni muoiono a causa della mancanza di questa risorsa vitale e quasi 850 milioni di persone non hanno accesso a un servizio di base per l’acqua potabile. Secondo le cifre dell’Onu, entro il 2025 quest’ultima cifra sarà raddoppiata, ha indicato martedì il direttore della Dsc Manuel Sager, durante la conferenza annualeCollegamento esterno dell’ente della Confederazione che si occupa di aiuto allo sviluppo.

La Dsc fornisce un contributo importante nel settore della gestione dell’acquaCollegamento esterno e la Svizzera vanta un notevole know-how in questo ambito, ad esempio in materia di depurazione.

Grazie alla Confederazione, circa 8 milioni di persone nel mondo hanno avuto un migliore accesso all’acqua potabile. Negli ultimi anni, in particolare, la Dsc ha inoltre permesso l’accesso diretto all’acqua potabile a 35’000 rifugiati siriani grazie alla costruzione di stazioni di alimentazione. Queste iniziative contribuiscono anche alla stabilità della regione.

Durante la conferenza annuale è stata messa in risalto la cosiddetta “idro-diplomazia”. Invitato dalla Dsc, l’ex presidente della Slovenia, Danilo Türk, ha sottolineato come una buona gestione dell’acqua possa essere un mezzo di prevenzione contro potenziali conflitti. A questo proposito, Türk ha presentato l’iniziativa “Blue PeaceCollegamento esterno“, sostenuta anche dalla Svizzera.

La Dsc collabora pure con il settore privato per la ricerca di soluzioni. Ne è un esempio il progetto svizzero cewasCollegamento esterno (centro internazionale per la gestione dell’acqua), vero e proprio “incubatore di start up nel settore idrico e dell’igiene sanitaria”.

Negli ultimi tre anni, con l’aiuto di cewas Middle East, in Palestina, Giordania e Libano complessivamente 65 start up e aziende hanno avviato progetti per soluzioni innovative nei settori dell’acqua, delle acque reflue e dei rifiuti. Sinora, queste start up hanno creato oltre 200 posti di lavoro.

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