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No, in Svizzera i soldi non piovono dal cielo

serranda chiusa in un negozio
Per venire in aiuto alle aziende in difficoltà a causa della pandemia, lo Stato svizzero ha varato un programma di garanzie della portata di 20 miliardi di franchi. Keystone / Gian Ehrenzeller

In un'intervista rilasciata domenica al Corriere della Sera, Matteo Salvini ha vantato il sistema attuato dalla Svizzera per venire in aiuto agli imprenditori. Qualche precisazione è però necessaria. 

“Cosa si aspetterebbe ora?”

“Che si stampasse moneta. La Svizzera, compilando un foglio, ti mette a disposizione fino a 500’000 euro, la Gran Bretagna ti garantisce fino all’80% dello stipendio, gli Usa destinano fino a 2’000 euro a famiglia. Loro possono farlo. Noi no, perché abbiamo l’euro. E, mi faccia dire, anche questa Europa”.

Le dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini al Corriere della Sera e un tweetCollegamento esterno di un paio di giorni fa in cui affermava che in Svizzera agli imprenditori basta una dichiarazione “sulla parola” per vedersi bonificare fino a 500’000 franchi (circa 470’000 euro) hanno suscitato qualche perplessità nella Confederazione.

Qualche precisazione si impone. 

Un aiuto a fondo perso?

Il sistema predisposto dal Governo svizzero prevede effettivamente l’erogazione di crediti fino a 500’000 franchi (e al massimo fino al 10% della cifra d’affari del 2019) per le imprese che soddisfano determinati requisitiCollegamento esterno. Il credito, garantito al 100% dallo Stato, può essere ottenuto presso tutte le banche che hanno accettato le condizioni di fideiussione previste dall’ordinanza federaleCollegamento esterno.

Non si tratta però di un aiuto a fondo perso, bensì di un credito ponte. Il tasso d’interesse applicato a questi crediti è pari a zero, ma le aziende devono rimborsarli entro cinque anni

Procedura poco burocratica

La volontà del Governo è di mettere a disposizione aiuti “senza incorrere in lungaggini burocratiche”. La procedura è effettivamente piuttosto semplice: basta iscriversi nell’apposito sitoCollegamento esterno, completare sette passaggi e presentarsi poi con la richiesta di credito presso una banca.

L’azienda deve, ad esempio, autocertificare di “subire perdite di fatturato sostanziali in seguito alla pandemia di coronavirus”. “Se in un secondo momento, dopo un controllo effettuato a posteriori, le informazioni dovessero rivelarsi false, vengono inflitte multe (fino a 100’000 franchi)”, precisa il Dipartimento federale delle finanze (DFF) nella lista di domande e risposteCollegamento esterno.

Crediti fino a 20 milioni per imprese più grandi

Il pacchetto di misure approvato dal Governo prevede anche crediti transitori fino a 20 milioni di franchi per aziende più grandi. In questo caso, però, solo l’85% del credito è garantito dallo Stato, mentre il restante 15% dalla banca che lo emette. Questi crediti presuppongono inoltre “un esame più approfondito da parte delle banche” e non sono gratuiti, poiché il tasso d’interesse per la parte del mutuo garantito dallo Stato è dello 0,5%.

Dal programma sono escluse le aziende con una cifra d’affari superiore a 500 milioni di franchi.

Non si stampa moneta

L’entità delle fideiussioni garantite dalla Confederazione è stimata in 20 miliardi di franchi. Il programma non viene però finanziato stampando moneta e la sovranità monetaria della Svizzera non ha nulla a che vedere con il piano varato dal Governo.

Semplicemente viene finanziato con le liquidità esistenti. In un secondo tempo se sarà necessario, precisa il DFF, si dovranno anche reperire maggiori risorse.

Al momento, comunque, non è necessario risparmiare altrove: “Grazie all’esiguo debito pubblico, la Svizzera ha una buona situazione finanziaria di partenza. Questo porta i suoi frutti nella crisi che stiamo attraversando”. L’anno scorso, la Confederazione ha registrato un’eccedenza di 3,1 miliardi di franchi e negli ultimi 10 anni solo una volta le cifre sono state in rosso. Il tasso d’indebitamento è inoltre molto basso, essendo inferiore al 30% del prodotto interno lordo.

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