Dagli USA primo via libera all’acquisto di Syngenta da parte di ChemChina
Un’agenzia governativa statunitense ha approvato l’acquisizione del gruppo agrochimico svizzero da parte del colosso statale cinese. Lo hanno indicato lunedì le due società, ribadendo di voler portare a termine l’operazione entro fine anno.
Il via libera è giunto da parte del Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS), l'agenzia governativa che si occupa di valutare le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri negli USA.
Nei mesi scorsi nel paese si erano levate critiche contro la fusione: in linea generale gli americani sono sempre più scettici di fronte alle crescenti acquisizioni di imprese occidentali da parte dei cinesi e il tema è presente anche in campagna elettorale.
Secondo i politici è necessario verificare che l'operazione non intacchi la concorrenza tra gli attori mondiali nell'industria chimica e delle sementi. Gli agricoltori statunitensi potrebbero venirne danneggiati, sostengono. Syngenta ha respinto le accuse.
Anche in Svizzera i dubbi relativi all'acquisizione si sono fatti sentire; questi riguardano però per lo più i posti di lavoro. A tale proposito, il presidente della Confederazione nonché ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann si è impegnato a far dissolvere le preoccupazioni.
Syngenta ha numerose filiali negli Stati Uniti e genera oltre un quinto dei ricavi sul mercato a stelle e strisce. La principale sede americana si trova in North Carolina, con unità in California, Delaware, Iowa e Minnesota.
L'acquisizione valutata 43 miliardi di dollari (41 miliardi di franchi) deve essere ancora approvata da numerose autorità di sorveglianza dei cartelli, ma l'orientamento della CFIUS era considerato essenziale. I due gruppi sostengono che le trattative con gli organi di controllo "proseguono in modo costruttivo". ChemChina aveva presentato la sua offerta in febbraio, prolungandola già due volte. L'ultima scadrà il 13 di settembre.
Con l’acquisizione di Syngenta, il settore agricolo cinese potrebbe aprirsi alle coltivazioni transgeniche su larga scala.
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