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Affare CIA: il Governo irreprensibile

Sui presunti sorvoli degli aerei della CIA il Governo svizzero ha agito nel modo giusto Keystone

La competente commissione del Parlamento svizzero non ha critiche da muovere all'operato del Governo riguardo ai voli della CIA o al caso del fax egiziano.

Una conclusione in contrasto con le dichiarazioni di Dick Marty, incaricato delle indagini del Consiglio d’Europa, che aveva accusato la Svizzera di passività nei confronti delle attività della CIA.

La delegazione delle Commissioni della gestione (DCG) del Parlamento svizzero stima che il Governo ha operato in maniera corretto riguardo alle presunte attività illegali dei servizi segreti statunitensi.

Le autorità elvetiche – ha dichiarato il presidente della DCG Hans Hoffmann – non dispongono di alcuna prova che lo spazio aereo o gli aeroporti svizzeri siano stati utilizzati dalla CIA per trasferire fuori da ogni quadro legale dei prigionieri.

74 aerei «sospetti»

Dal dicembre del 2001 al dicembre del 2005, 74 aerei «sospetti» hanno sorvolato la svizzera e quattro sono atterrati a Ginevra. Nessuno di questi apparecchi è decollato o atterrato a Guantanamo e non può essere stabilito se si trattava di voli provenienti o diretti in questa base statunitense a Cuba.

Inoltre, nel momento in cui questi aerei hanno sorvolato la Svizzera, non esisteva nessun sospetto che potesse giustificare controlli particolari, ha sottolineato Hans Hoffmann.

In un caso però il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un’inchiesta. Il 17 febbraio 2003 un aereo che ha sorvolato la Svizzera è forse stato utilizzato per trasferire l’imam Abu Omar dall’Italia verso l’Egitto.

Procedura rispettata

La DCG ritiene che il Dipartimento degli affari esteri ha agito in modo corretto, limitandosi – in mancanza di prove – a chiedere più volte informazioni a Washington.

Per quanto concerne l’intercettazione del fax egiziano da parte dei servizi segreti svizzeri, stando alla commissione di sorveglianza tutto si è svolto nel rispetto delle leggi svizzere.

La DCG stima che le informazioni contenute nel documento – pubblicate con grande scalpore lo scorso 8 gennaio dal giornale domenicale SonntagsBlick – non portano nulla di fondamentalmente nuovo: il fax non costituisce una prova dell’esistenza di centri di detenzione segreti della CIA in Europa.

Per tale ragione non era quindi necessario portare il contenuto del fax a conoscenza della ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey e del ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher.

Governo risponderà a Dick Marty

Il Consiglio federale ha comunque assicurato alla commissione che prenderà posizione su tutte le «domande ufficiali» che saranno poste dal consigliere agli Stati Dick Marty, che sulle carceri americane sta conducendo un’inchiesta su mandato del Consiglio d’Europa.

Quest’ultimo alcuni giorni fa non aveva risparmiato critiche ai paesi europei, affermando che ce ne sono alcuni «che fanno il lavoro sporco per gli Stati Uniti, e paesi che girano la testa dall’altra parte».

In particolare un paese come la Svizzera – aveva in sostanza dichiarato il senatore ticinese – che considera la difesa dei diritti umani un pilastro della propria politica, non può semplicemente tollerare rapimenti di cittadini sospettati di terrorismo, voli fantasma per trasferirli in prigioni segrete, in Europa o in altri parti del mondo, dove vengono torturati.

swissinfo e agenzie

10 novembre 2005: i servizi segreti svizzeri intercettano un fax trasmesso dal Ministero degli esteri egiziano alla sua ambasciata a Londra, nel quale Il Cairo conferma l’esistenza di prigioni segrete statunitensi in Europa.

8 gennaio 2006: il giornale SonntagsBlick pubblica questo rapporto d’intercettazione, classificato segreto. Dick Marty, che indaga per conto del Consiglio d’Europa, vede nel fax un ulteriore indizio dell’esistenza di prigioni della CIA.

In Svizzera il dibattito si infiamma. Pubblicare un documento militare segreto è compromettente o meno?

La vicenda del fax rimane comunque avvolta da un certo mistero. Secondo quanto pubblicato in seguito da alcuni media, il documento non sarebbe né stato classificato segreto, né avrebbe contenuto dettagli particolarmente sensibili. Per altri media, il contenuto sarebbe opera di un leader dell’estrema destra rumena…

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