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L’F-35 è un’opzione rischiosa per la Svizzera?

jet F-35
Il caccia F-35 è prodotto dalla statunitense Lockheed Martin. Copyright 2017 The Associated Press. All Rights Reserved.

L'aereo high-tech americano è tra le scelte considerate dalla Confederazione per rinnovare la flotta aerea dell'esercito svizzero. A Washington, tuttavia, l'F-35 è stato oggetto di controversie negli ultimi mesi. La Svizzera ha di che preoccuparsi?

Per molti, è la Ferrari dei cieli. Furtivo, estremamente sofisticato e progettato per eccellere in una vasta gamma di missioni, il caccia americano Lockheed Martin F-35 Lightning II è sulla carta il sogno delle Forze aeree di ogni Paese. La Svizzera non fa eccezione: dopo la votazione del 27 settembre 2020, Berna starebbe considerando seriamente l’opzione di dotare l’esercito del potente caccia di fabbricazione statunitense.

Dall’altra parte dell’Atlantico, tuttavia, l’F-35 è stato oggetto di alcune critiche dall’inizio dell’anno. Il velivolo accuserebbe dei ritardi nella sua piena messa in servizio. Inoltre, pare che presenti ancora numerosi difetti tecnici e che abbia dei problemi di usura precoce. Quando ha lasciato l’incarico a metà gennaio, Christopher Miller, segretario alla Difesa a interim di Donald Trump, ha persino definito il caccia un aereo “di m…”Collegamento esterno. La Svizzera vuole davvero comprare questo presunto gioiellino?

Un problema dopo l’altro

Gli appassionati di aviazione lo sanno: non è la prima volta che l’aereo è oggetto di controversie. Conosciuto come il progetto di armamento più costoso nella storia degli Stati Uniti (quasi 1’500 miliardi di dollari), l’F-35 è incappato in una battuta d’arresto dopo l’altra dalla sua concezione. Nel 2016, l’influente senatore repubblicano John McCain ha descritto il programma come “uno scandalo e una tragedia in termini di costi, tempi e prestazioni”. In servizio da diversi anni e già acquistato da otto Paesi, l’F-35 è ora impiegato in combattimento, ma presenta ancora diverse lacune.

A metà gennaio, il direttore di Operational Test and Evaluation, il principale collaudatore di armi del governo statunitense, ha presentato un resoconto poco lusinghiero della situazione: nel suo rapporto annuale al Congresso, ha elencato 871 carenze tecnicheCollegamento esterno dell’F-35, solo due in meno rispetto all’anno precedente. La maggior parte di queste erano lacune minori, ma almeno dieci sono state definite di categoria 1, ovvero malfunzionamenti che potrebbero, tra l’altro, “causare la morte o lesioni gravi; provocare la perdita o danni rilevanti a un sistema di armamento; limitare criticamente la capacità di combattimento dell’organizzazione che lo utilizza”.

Esasperazione a Washington

A febbraio, è giunta un’altra doccia fredda per l’F-35. La US Air Force ha annunciato di aver notato dei problemi di usura precoceCollegamento esterno sui motori Pratt & Whitney di cui è dotato l’aereo, cosa che da qui al 2022 potrebbe costringere parte della flotta statunitense a rimanere a terra. Un mese dopo, il Government Accountability Office ha annunciato ulteriori ritardiCollegamento esterno e superamenti dei costi nel programma di rifinitura del ‘blocco 4’ dell’aereo, in particolare a causa dell’assenza del software di bordo.

L’esasperazione a Washington è giunta al culmine all’inizio di marzo, quando il presidente della commissione per le forze armate della Camera dei rappresentanti, Adam Smith, ha chiestoCollegamento esterno pubblicamente di smetterla di “buttare soldi nel pozzo senza fondo” dell’F-35. La commissione che presiede starebbe ora considerando la riduzione del numero di aerei ordinati dalle forze armate americane.

Scelta politica più che tecnica

In attesa che Berna scelga il suo futuro cavallo di battaglia (la decisione dovrebbe essere annunciata entro giugno), queste nuove controversie attorno all’F-35 devono preoccupare la Svizzera?

“La tecnologia e le prestazioni sono ovviamente importanti, ma gli aspetti politici sono molto più rilevanti.”

Joseph Henrotin, esperto di difesa e sicurezza

Joseph Henrotin, ricercatore al CAPRI (Centro d’analisi e di previsione dei rischi internazionali) e redattore della rivista francese Défense & Sécurité Internationale, afferma che già sulla carta l’aereo dovrebbe smorzare l’entusiasmo nella Confederazione. “Dal punto di vista del combattimento aria-aria, l’aereo è ottimizzato per integrare un sistema che include dei dispositivi di rilevamento avanzati che la Svizzera non possiede. A corto raggio, nelle missioni di polizia aerea tipiche delle Forze aeree svizzere, il velivolo è sottopotenziato per il suo peso e relativamente poco manovrabile”, afferma l’esperto.

La questione, tuttavia, è sapere se Berna considera le prodezze dell’aereo come principale criterio di selezione. L’acquisto di un aereo da combattimento si basa su fattori complessi, osserva Joseph Henrotin. “La tecnologia e le prestazioni sono ovviamente importanti, ma gli aspetti politici sono molto più rilevanti, che si tratti del coinvolgimento delle industrie locali o del peso politico del venditore sulla scena internazionale. Uno Stato che acquista l’F-35 compra un aereo, ma anche l’ombra del potere americano”.

Una serie di “costi nascosti”

Il costruttore Lockheed Martin, da parte sua, mette in avanti soprattutto un prezzo unitario nettamente inferiore a quello dei concorrenti dell’F-35 (Rafale di Dassault, Eurofighter di Airbus e Super Hornet di Boeing). L’offerta presentata dal gigante americano è infatti l’unica a rientrare nel budget fissato da Berna, cioè sei miliardi di franchi. Tuttavia, le recenti polemiche che hanno scosso Washington rammentano che l’F-35 è ancora un aereo “in cantiere”, in attesa di vari ritocchi per soddisfare tutte le sue missioni.

Ci sono ancora grandi incertezze sui tempi e sui costi dell’aggiornamento dell’aereo. “Nel Regno Unito, l’aggiornamento dell’F-35 dal blocco 3F al blocco 4 costerà 22 milioni di sterline [28 milioni di franchi] supplementari per aereo”, nota Joseph Henrotin. Questi non sono gli unici “costi nascosti” associati all’F-35. Vero e proprio computer volante, il caccia si basa su software di bordo altamente sofisticati, che gli acquirenti devono noleggiare da Lockheed Martin. “Questo significa che l’acquirente è in balia della revisione dei costi di abbonamento”, sottolinea Joseph Henrotin.

Altri sviluppi

Rinuncia della neutralità

Nel Parlamento svizzero, alcuni deputati temono che l’acquisto dell’F-35 renda la Confederazione troppo dipendente da Washington. Nel giugno 2020, per esempio, la consigliera nazionale di Soletta Franziska Roth ha interpellatoCollegamento esterno il Consiglio federale sui rischi legati alla tecnologia avanzata dell’aereo. In particolare, ha messo in discussione il sistema ALIS, “che raccoglie in permanenza i dati di volo e li invia agli Stati Uniti per essere analizzati”.

“Cosa succede se la connessione Internet tra l’F-35 in Svizzera e l’unità centrale ALIS negli Stati Uniti dovesse essere disturbata? In che modo la Svizzera riduce al minimo il rischio che gli Stati Uniti introducano un programma dannoso in un F-35 elvetico tramite ALIS perché non hanno apprezzato una determinata azione?”, ha chiesto la parlamentare socialista.

Scenari fantascientifici? “Per molte funzioni, compreso il volo stesso, l’acquirente dipende dalla buona volontà degli Stati Uniti (dove si trovano i server), e dalla loro capacità di proteggere le loro reti”, osserva Joseph Henrotin. In altre parole, “l’F-35 implica per la Svizzera la rinuncia alla sua neutralità nel settore aereo”.

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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