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Votazione federale 27.9.2020: aerei da combattimento

Aerei da combattimento: la Svizzera paga spesso più degli altri

aereo da combattimento sulla pista
Un F/A-18 delle forze aeree svizzere durante il decollo dall'aerodromo di Payerne. Keystone / Christian Brun

La Confederazione paga solitamente un prezzo elevato quando acquista degli aerei da combattimento. Ad esempio, per dotarsi degli F/A-18 ha versato quasi lo stesso importo della Finlandia, ma ha ottenuto soltanto la metà dei velivoli. Il paragone internazionale ha però dei limiti: si ignora quasi sempre l'esatto contenuto dei contratti di acquisto.

Alle votazioni federali del 27 settembre, il popolo svizzero dovrà esprimersi sull’acquisto di nuovi aerei da combattimento, per i quali la Confederazione prevede un credito massimo di 6 miliardi di franchi. Nell’articolo seguente trovate tutti i dettagli sulla votazione sui nuovi caccia.

Altri sviluppi

La flotta svizzera di aerei da combattimento è sovradimensionata? E la spesa prevista per rinnovarla è eccessiva? Pe rispondere a queste e ad altre domande, swissinfo.ch ha analizzato la dimensione delle flotte, i progetti di sostituzione dei caccia e le somme investite in altri Paesi.

Il rapporto World Air Forces 2020Collegamento esterno considera che la flotta svizzera conta 46 aerei da combattimento attivi, ciò che posizionerebbe la Confederazione al 43° rango mondiale. Tuttavia, tenendo conto unicamente dei 30 F/A-18 ed escludendo gli F-5 Tiger – che servono soltanto per “scaricare gli F/A-18 dai compiti secondari, secondo l’esercito – la Svizzera scenderebbe alla 51° posizione.

Se però all’equazione si integra la dimensione dello spazio aereo nazionale, la Svizzera raggiunge il ristretto gruppo di Paesi che contano il maggior numero di caccia per km quadrato. La Confederazione supera ad esempio l’Austria, la Svezia e la Finlandia, dei Paesi europei che, come lei, sono neutrali e partner della NATO senza esserne membri.

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Eccessivo per gli antimilitaristi, necessario per gli ambienti della difesa

È molto? L’interpretazione delle cifre dipende da che parte si sta. In un documento di posizione, il Partito socialista (PS) scrive che “le forze aeree svizzere attuali sono sovradimensionate nel raffronto internazionale”. Favorevole a un’estensione della durata di vita degli attuali F/A-18, il PS sottolinea che la Svizzera ha più aerei da caccia rispetto a una ventina di Paesi europei e che dodici non ne possiedono nemmeno uno.

“La Svizzera ha bisogno da 8 a 12 aerei leggeri per la polizia aerea, non di più”, afferma Lewin Lempert, segretario politico del Gruppo per una Svizzera senza esercito, il movimento antimilitarista all’origine del referendum di opposizione.

“La Svizzera ha bisogno da 8 a 12 aerei leggeri per la polizia aerea, non di più.

Lewin Lempert, Gruppo per una Svizzera senza esercito

Da parte sua, Alexandre Vautravers, coordinatore del Master in sicurezza dell’Università di Ginevra, ritiene “intellettualmente fallace” affermare che la Svizzera possiede troppi aerei. Gli antimilitaristi “sono poco informati sulle realtà strategiche”, afferma lo specialista a swissinfo.ch.

Uno degli argomenti avanzati dalla sinistra è che gli Stati che non possiedono aerei da combattimento assicurano la sicurezza del loro spazio aereo con velivoli di sorveglianza ed elicotteri meno costosi – è il caso dell’Irlanda e della Macedonia del Nord – oppure acquistano la sicurezza dei loro cieli presso la NATO, come fanno i tre Paesi baltici e l’Islanda.

Alexandre Vautravers ribatte affermando che la maggior parte di questi Paesi non dispone di caccia a causa della mancanza di mezzi. E che il ricorso a una missione della NATO per assicurare la sicurezza aerea, “per nulla gratuita”, esige delle contropartite. Questi Paesi devono ad esempio “inviare delle truppe un po’ ovunque quando necessario”.

Per acquistare i suoi 34 F/A-18, la Svizzera ha sborsato “quasi 3,5 miliardi di franchi, cioè un po’ più di 4,1 miliardi tenendo conto dell’inflazione”, indica la portavoce dell’Ufficio federale dell’armamento, Jacqueline Stampfli. Armasuisse stima che i costi di esercizio siano il doppio del prezzo di acquisto. Si deduce quindi che la flotta è costata almeno 12 miliardi nel corso dei suoi 30 anni di vita.

“Gli antimilitaristi sono poco informati sulle realtà strategiche.”

Alexandre Vautravers, esperto di questioni di sicurezza

In Finlandia (il solo dei cinque Paesi europei contattati da swissinfo.ch ad aver fornito quest’informazione), la decisione di acquistare i 64 F/A-18 è stata presa nel 1992. Il costo è stato di circa 3,1 miliardi di euro, indica il colonnello Juha-Pekka Keränen, direttore del programma di sostituzione della flotta in seno alle forze aeree finlandesi.

Sono stati eseguiti due aggiornamenti per circa 1 miliardo di euro, a cui vanno aggiunti i costi di esercizio e di manutenzione, “inferiori ai 200 milioni di euro all’anno”, aggiunge. Ciò significa che la Finlandia ha pagato quasi lo stesso prezzo della Svizzera, ma per il doppio di apparecchi.

Progetti di acquisto più a buon mercato all’estero

In futuro, la Svizzera sembra essere sempre disposta a investire più risorse nel rinnovamento della sua flotta rispetto ad altri Paesi. Il credito massimo di 6 miliardi di franchi dovrebbe permettere l’acquisto di 30-40 nuovi velivoli, al prezzo unitario di 150-200 milioni di franchi, secondo Jacqueline Stampfli di Armasuisse. Il numero esatto dipenderà dal modello scelto.

Diversi Paesi europei hanno annunciato l’intenzione di acquistare degli F-35, uno dei modelli che potrebbe sostituire la flotta svizzera, a un prezzo inferiore di quello previsto dalla Confederazione. Il Belgio, ad esempio, conta di dotarsi di 34 F-35 per circa 4 miliardi di euro (4,3 miliardi di franchi, cioè un prezzo unitario di 126,5 milioni), ha riferito la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno a fine 2018. “Questo prezzo include anche la formazione dei piloti, gli edifici logistici quali gli hangar e la manutenzione dei caccia fino al 2030”, precisa l’articolo.

Si possono ancora citare la Danimarca, la quale prevede di acquistare 27 F-35 per 2,9 miliardi di franchi (107 milioni per velivolo) secondo Defense NewsCollegamento esterno; la Polonia, che all’inizio dell’anno ha firmato un contratto per 32 F-35 al prezzo unitario di 144 milioni di dollari (131 milioni di franchi) secondo Der SpiegelCollegamento esterno; o ancora la Grecia, dove il progetto di acquisto prevede 24 F-35 per 3 miliardi di dollari (125 milioni per apparecchio). Secondo Keep Talking GreeceCollegamento esterno, il prezzo comprende anche l’infrastruttura, l’armamento di 82 F-16 e l’eventuale acquisto di navi da guerra e di materiale bellico.

Per sostituire la sua flotta attuale di 62 aerei, la Finlandia prevede dal canto suo un budget più consistente della Svizzera: 10 miliardi di dollari al massimo (un po’ meno di 11 miliardi di franchi), secondo il colonnello Keränen.

Il grande segreto contenuto nei contratti di acquisto

Gli esperti militari mettono però in guardia da conclusioni che definiscono semplicistiche. Durante una conferenza stampa in primavera, il segretario del Dipartimento federale della difesa per il programma di rinnovo dei mezzi per la protezione dello spazio aereo Air2030, Christian Catrina, ha sottolineato che non è pertinente paragonare i costi di acquisizione della Svizzera con quelli di altri Paesi.

Nel corso di una transazione, un Paese può optare, accanto agli apparecchi stessi, anche per un insieme di prestazioni (armamento, logistica, equipaggiamenti specifici, sistemi di formazione e di valutazione…), i quali rappresentano in alcuni casi una parte considerevole del prezzo finale. Solitamente, il contenuto dettagliato dei contratti di acquisto rimane però segreto, in quanto si tratta di informazioni confidenziali e strategiche.

Altri sviluppi

Il paragone con la Finlandia ne è la dimostrazione. Secondo le forze aeree finlandesi, i costi di acquisizione degli F/A-18 comprendevano “i pezzi di ricambio, i manuali di manutenzione e di utilizzo dell’aereo, il supporto informatico, gli equipaggiamenti di formazione e di addestramento, le consegne e la gestione del progetto”.

Tuttavia, rileva Alexandre Vautravers, “nel caso della Finlandia, le grandi manutenzioni periodiche devono essere eseguite negli Stati Uniti siccome non ci sono capacità locali”. La Svizzera, invece, ha scelto di acquistare tutte le licenze affinché l’azienda RUAG sia abilitata a garantire la manutenzione degli aerei, spiega lo specialista di questioni di difesa.

Secondo lui, sebbene l’acquisto di licenze non sia la parte più visibile di un’acquisizione, “ciò può rappresentare un investimento ben migliore a lungo termine”, poiché “quello che non si paga in licenze, lo si paga altrove”, riassume. Il contratto di acquisto della prossima flotta finlandese conterrà d’altronde maggiori prestazioni del precedente.

Un altro fattore suscettibile di far variare i prezzi di acquisto da un Paese all’altro è la dimensione politica, aggiunge Vautravers. Un Paese esportatore può fare un gesto commerciale o accordare dei vantaggi in natura, in funzione dell’importanza che attribuisce alla sua relazione con il Paese acquirente.

Considerazioni che saranno determinanti anche al momento di scegliere un modello di aereo, nel caso di un’accettazione alle urne il 27 settembre.

La Svizzera  si è dotata dei suoi 34 F/A-18 nel 1997 e 30 sono tutt’ora attivi. Per quanto concerne i Tiger F-5E e F-5F, solo 26 sono ancora in servizio sul centinaio di velivoli acquistati nel 1978. Volano “soltanto di giorno e con il bel tempo”, secondo la ministra della difesa Viola Amherd.

Attualmente, le forze aeree di 18 Paesi utilizzano l’uno o l’altro di questi modelli, secondo il conteggio di World Air Forces 2020.

  • I Tiger: con quasi 200 apparecchi, la Corea del Sud è il Paese in cui è operativo il maggior numero di F-5E/F. I velivoli sono stati acquistati nel 1974, ma Seoul vorrebbe sostituire la sua flotta entro il 2026 con un modello di fabbricazione locale. A Taiwan, le forze aeree prevedono di dotarsi entro il 2026 di 66 AT-5, un velivolo sviluppato localmente, per sostituire i suoi F-5 che risalgono al 1973. E in Brasile, i 47 F-5EM e F-5FM acquistati nel 1975 dovrebbero essere ritirati progressivamente nei prossimi anni e sostituiti dal Gripen E (F-39), secondo dei siti specializzati.
  • Gli F/A-18: In Finlandia, sono entrati in servizio tra il 1995 e il 2000 e il Paese scandinavo intende sostituire la sua flotta nei prossimi dieci anni. Cinque i modelli in lizza: gli stessi che in Svizzera (Eurofighter, Rafale, F/A-18 Super Hornet, F-35A) e il Gripen E/F. Tra i motivi per declassare gli F/A-18, Helsinki invoca “l’entrata in servizio di sistemi di armi sofisticate nelle regioni vicine negli anni 2020”, la “fatica strutturale” degli apparecchi attuali e il ritiro progressivo della flotta di Hornet in corso negli Stati Uniti.
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Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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