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Rivelazioni svedesi che imbarazzano in Svizzera

Il Gripen svedese affronta nuove turbolenze alla vigilia del voto in Svizzera Keystone

Chi muove i fili? È la domanda che si pongono dei commentatori elvetici all'indomani delle nuove rivelazioni sulla lobby dell'ambasciatore svedese a Berna nelle trattative per l'acquisto dell'aereo da combattimento Gripen. Nuove indiscrezioni che non giungono per caso ora, visto che il popolo vota tra meno di tre settimane.

“L’ambasciatore svedese e la sua lobby per il Gripen”, titola la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), “Lettere segrete a Stoccolma” il Tages-Anzeiger, “Porte aperte per la Svezia” la Basler Zeitung, “Pressioni svedesi sui parlamentari” la Tribune de Genève, “La lobby agressiva dell’ambasciatore di Svezia” il Courrier, “L’ambasciatore svedese ne ha rifatta una delle sue” il Nouvelliste, “L’ambasciatore di Svezia ha voluto influenzare i parlamentari” il 24Heures, “L’ambasciatore svedese nel mirino per il Gripen” la RegioneTicino.

I giornali svizzeri dedicano oggi ampio spazio alle missive “segrete” che documentano la lobby esercitata dall’ambasciatore svedese Per Thöresson per convincere dei parlamentari elvetici nell’ambito della procedura per l’acquisto di nuovi caccia per l’esercito svizzero, così come i suoi contatti con il ministro della difesa Ueli Maurer e i suoi giudizi irriverenti nei confronti di quest’ultimo.

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I nuovi aerei da caccia passano dalle urne

Questo contenuto è stato pubblicato al Il popolo svizzero si esprimerà il 18 maggio 2014 sull’istituzione di un fondo speciale per l’acquisto dei Gripen JAS-39, fabbricati dalla svedese Saab. Il Dipartimento della difesa ha previsto di mettere sul tavolo 3,1 miliardi di franchi nei prossimi dieci anni. I velivoli, tuttora in fase di sviluppo, sostituiranno la vecchia flotta di Tiger F-5 e dovranno…

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I documenti confidenziali, tradotti in inglese, sono stati pubblicati lunedì sera sul sito internet dell’emittente pubblica Sveriges Radio (Radio Svezia), la stessa che ne aveva già pubblicati altri in febbraio. I contenuti sono stati diffusi martedì da vari media svizzeri e ripresi oggi da tutti gli altri giornali. Le missive scritte dallo stesso diplomatico tra il marzo e l’agosto 2013 testimoniano il suo ruolo molto attivo nel processo parlamentare sull’acquisto del Gripen.

Si apprende così che l’ambasciatore ha stilato un elenco dei membri della Commissione della politica di sicurezza (CPS) della Camera del popolo, in cui ha indicato la loro posizione sul velivolo svedese: deputati favorevoli, contrari e ancora “lavorabili”. La Commissione ha approvato l’acquisto il 27 agosto 2013 con 14 voti contro 9.

Prima della decisione, Thöresson ha incontrato in particolare il presidente della CPS Thomas Hurter, ritenuto “un oppositore” del jet svedese “anche se alla fine potrebbe astenersi”. Il colloquio – precisa il diplomatico – è stato “organizzato” dal ministro della difesa Ueli Maurer, che è dello stesso partito di Hurter, ossia dell’Unione democratica di centro (UDC). Il diplomatico riferisce di avere contattato anche Philipp Müller, presidente del Partito liberale radicale (PLR). In un colloquio all’ambasciata svedese, questi gli avrebbe “promesso di tentare di convincere” il solo deputato del suo partito in commissione ancora critico, Walter Müller.

L’ambasciatore scrive anche che Maurer “apprezza le nostre discussioni molto aperte e accetta di buon grado le nostre proposte riguardo a quali parlamentari devono ancora essere ‘lavorati’ e come”. Poco prima della decisione della CPS, l’ambasciatore esprime anche giudizi non molto diplomatici sul ministro svizzero: “Il maggiore rischio ora è che ci sia qualche nuova ‘rivelazione’ su un grande domenicale, o che Ueli Maurer ancora una volta dica qualcosa di insultante durante la riunione”.

Per il momento il ministro elvetico è rimasto impassibile. E il suo Dipartimento ha risposto all’agenzia di stampa Ats che sta esaminando i documenti in questione.

L’elettorato svizzero vota il 18 maggio sulla legge federale sul fondo per l’acquisto dell’aereo da combattimento Gripen, approvata dal parlamento e contro la quale è stato lanciato il referendum. Per dotare l’esercito svizzero di 22 nuovi jet fabbricati dalla svedese Saab è prevista una spesa di 3,126 miliardi di franchi distribuita sull’arco di 11 anni. I Grifoni svedesi dovrebbero sostituire, a partire dal 2018, i vecchi Tiger F-5, che saranno messi fuori servizio entro il 2016. Se la maggioranza dei votanti rifiutasse la legge, i Gripen non potranno essere acquistati.

Nel primo sondaggio condotto dall’istituto gfs.bern su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SSR, i cui risultati sono stati pubblicati l’11 aprile, la battaglia è apparsa molto aperta. A quel momento, il 35% si è detto sicuro che voterà no e il 25% sì. Gli autori dell’indagine demoscopica hanno però avvertito che il vento potrebbe ancora girare in favore dell’acquisto dei Gripen poiché il 40% non era ancora certo di come voterà: il 17% si è dichiarato “piuttosto” favorevole, un altro 17% “piuttosto” contrario, mentre il 6% era ancora completamente incerto.

Chi si stupisce e chi no

Secondo la Neue Zürcher Zeitung, “nel complesso, il contenuto della corrispondenza non sorprende. I documenti provano piuttosto che il lavoro di lobbying che ci si attende per un affare di questo calibro ha raggiunto il livello superiore della condotta offensiva. La situazione è pur sempre penosa per la Svezia. Nel febbraio scorso, sono stati resi pubblici rapporti in cui l’ambasciatore ha intervistato singoli politici sfavorevoli. Nei nuovi documenti, il giudizio sul consigliere federale Maurer è piccante”.

Di parere opposto, il Tages-Anzeiger, per il quale “sorprende l’intensità con cui i sostenitori del Gripen in parlamento insieme hanno lavorato insieme agli svedesi”. In un commento intitolato “Suggeritori svedesi”, il quotidiano zurighese ritiene che, benché i tentativi di influsso dei lobbisti facciano parte della vita dei parlamentari, “quando il parlamento tratta un affare di oltre un miliardo, tutti i membri della commissione dovrebbero essere informati in modo esaustivo, e non semplicemente alcuni in incontri clandestini in ambasciate straniere”.

La mano dei concorrenti?

Al di là del peso realmente avuto dall’ambasciatore svedese sulla decisione dei parlamentari elvetici di optare per l’acquisto del Gripen, il grande interrogativo che si pongono alcuni quotidiani è chi si cela dietro queste indiscrezioni. Come sono arrivati nelle mani della radio svedese questi scottanti documenti in un momento “estremamente infelice” per i sostenitori del Gripen, vista la ravvicinata scadenza del voto popolare?

Interrogata dalla NZZ, la deputata liberale radicale Corina Eichenberger “non esclude che dietro alla fuga potrebbero esserci dei fabbricanti di jet da combattimento o i servizi segreti dei loro Stati, poiché questi avrebbero interesse a un fallimento dell’affare del Gripen”.

Un’ipotesi evocata anche da non meglio precisate “fonti a Berna”, citate dal quotidiano vodese Le Matin, che precisa “a cominciare dai francesi, i quali sognano di piazzare il loro Rafale se il Gripen si schianta nella votazione del prossimo 18 maggio”.

Questa teoria è invece scartata dal presidente della CPS Thomas Hurter, il quale ha detto alla NZZ che “potrebbe piuttosto trattarsi di concorrenti personali dell’ambasciatore Thöresson”.

“Quel che è chiaro è che l’ultima – e probabilmente più rovente – fase della campagna per la votazione sul Gripen è lanciata”, conclude il quotidiano zurighese.

Altri sviluppi

Nel giorno in cui in Svizzera tutta la stampa parla delle missive in cui l’ambasciatore svedese Per Thöresson parla del suo operato per convincere dei parlamentari elvetici ad approvare l’acquisto degli aerei da combattimento Gripen ed esprime giudizi poco lusinghieri sul ministro della difesa Ueli Maurer, da Stoccolma giunge la notizia che il diplomatico lascerà Berna in autunno. Al suo posto, il governo svedese ha nominato Magnus Holm, attualmente ambasciatore presso la Cooperazione nordica. La notizia è stata pubblicata oggi dal sito online del Tages-Anzeiger, al quale un portavoce del governo svedese ha assicurato che il cambiamento era previsto da tempo: si tratta di un normale avvicendamento che non ha nulla a che vedere con la vicenda dei documenti confidenziali diventati di pubblico dominio.

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