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Acque vive per moltiplicare il numero dei pesci

L'iniziativa mira a garantire il mantenimento di deflussi minimi: la Broye rimasta quasi senza acqua nell'estate 2003 Keystone

La Federazione svizzera di pesca ha depositato l'iniziativa "Acqua Viva", firmata da 160'000 persone, in favore della rivitalizzazione dei fiumi e dei torrenti.

Secondo i pescatori, le barriere artificiali costruite nel 90% dei corsi d’acqua minacciano la maggior parte delle specie ittiche della Svizzera.

Fiumi e torrenti svizzeri dovrebbero scorrere di nuovo in maniera naturale, in modo da permettere la sopravvivenza delle specie di pesci autoctone.

È quanto chiede l’iniziativa popolare “Acqua Viva”, promossa dalla Federazione svizzera di pesca (FSP) e sostenuta da varie organizzazioni ambientaliste, come Pro Natura, WWF Svizzera e la Fondazione svizzera Greina.

Il testo è stato depositato lunedì alla Cancelleria federale, corredato di 162’511 firme e accompagnato dal lancio di palloncini con la scritta “Allarme rosso”.

Troppe barriere

Lanciata nel gennaio 2005, l’iniziativa chiede il risanamento di corsi d’acqua e zone limitrofe, la creazione di fondi cantonali per finanziare queste operazioni, il mantenimento di deflussi minimi sufficienti e l’estensione del diritto di ricorso delle organizzazioni ambientaliste.

In una conferenza stampa tenuta a Berna, il presidente della FSP Werner Widmer ha affermato che “i nostri pesci stanno sempre peggio”. Su 57 specie di pesci autoctone 8 sono già scomparse e altre 37 sono minacciate o in via di estinzione.

Dal 1980 il numero di catture di trote è calato di oltre il 60 per cento. In un paese pieno di barriere fluviali artificiali, l’accesso dei pesci alle zone di riproduzione è spesso impedito, ha ricordato Widmer.

Inoltre la qualità dell’acqua è generalmente mediocre e favorisce lo sviluppo di malattie fra i pinnuti.

Risanamento atteso da decenni

Secondo Beat Jans, di Pro Natura, nessun altro ambiente naturale ha sofferto tanto dell’influenza umana quanto fiumi e torrenti.

Il novanta per cento dei corsi d’acqua sono imbrigliati o incanalati e sono inondati o prosciugati a seconda dei “voleri” delle centrali elettriche. Un quinto dei corsi d’acqua è sparito dal paesaggio perché completamente coperto.

A oltre dodici anni dall’entrata in vigore della legge sulla protezione delle acque, il bilancio è deludente, ha affermato Thomas Vellacott del WWF. Il risanamento dei corsi d’acqua prosciugati è stato rinviato per decenni.

Si tratterebbe di mettere finalmente in pratica le norme esistenti da oltre trent’anni sui deflussi minimi, ha aggiunto. Su questo fatto i promotori di “Acqua Viva” hanno lanciato un appello ad autorità e gestori di centrali idroelettriche inadempienti a rispettare i loro doveri.

Oltre 120’000 sottoscrizioni sono state raccolte dalle associazioni cantonali di pesca e dalle organizzazioni di pescatori sportivi nonché dalla rivista specializzata “Petri Heil”.

swissinfo e agenzie

Accettata da una chiara maggioranza della popolazione in votazione federale, la Legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua è entrata in vigore nel novembre del 1992.

In base alle disposizioni legali, gli impianti che sfruttano l’acqua (per produzione di energia, irrigazione, raffreddamento, ecc.) devono garantire deflussi minimi, in modo da offrire “un biotopo adeguato a una fauna e una flora variate”.

La legge riguarda solamente i nuovi impianti.I gestori dei vecchi impianti sono in possesso di concessioni, che di regola hanno una durata di 80 anni.

Non sono quindi sottoposti a divieti o riduzioni di prelievi di acque. Nel loro caso si tratterebbe dal profilo giuridico di un esproprio, che comporterebbe il pagamento di indennizzi.

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