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Scontro diplomatico tra Italia e Francia

All'indomani delle accuse mosse dal vicepremier italiano Luigi Di Maio contro la Francia "colonialista" e la necessità di sanzioni Ue, Parigi ha compiuto un passo senza precedenti convocando al ministero degli Esteri l'ambasciatrice italiana Teresa Castaldo, chiamata al Quai d'Orsay dal capo di gabinetto della ministra agli Affari europei Nathalie Loiseau.

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Fonti della diplomazia francese hanno bollato le parole del vicepremier e capo politico dei 5 Stelle come “ostili e senza motivo”, anzi “inaccettabili”, viste anche le relazioni secolari e il “partenariato che lega i due Paesi in seno all’Unione europea”. 

“L’Europa deve avere il coraggio di affrontare il tema della decolonizzazione dell’Africa”.

Di Maio conferma tutto 

“Noi abbiamo acceso un faro sulla verità e finché non lasceremo in pace quella gente in Africa continueranno a partire”, ha martellato ieri in serata, sottolineando che “l’Europa deve avere il coraggio di affrontare il tema della decolonizzazione dell’Africa, che è la causa del mancato sviluppo degli Stati africani che noi dobbiamo lasciare in pace a casa loro e noi stare a casa nostra: per noi intendo Stati come la Francia che impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo. Nessun caso diplomatico, è tutto vero”.

Bruxelles reagisce

Da Bruxelles, il commissario Ue Pierre Moscovici ha denunciato dichiarazioni “fatte per uso nazionale” che “somigliano a provocazioni, perché il contenuto è vuoto o irresponsabile”. E anche per la diplomazia francese non ci sono dubbi. Esattamente come la mano tesa del ministro per lo Sviluppo economico ai gilet gialli, anche l’uscita pronunciata ieri durante un comizio elettorale ad Avezzano (in Abruzzo) va letta “in un contesto di politica interna italiana”.

Colonizzazione francese

“Se oggi la gente parte dall’Africa – aveva attaccato Di Maio – è perché alcuni Paesi europei, con in testa la Francia, non hanno mai smesso di colonizzare decine di Stati africani”. Fa peggio il presidente francese che, per il leader 5 Stelle, “prima ci fa la morale, poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta l’Africa”. Da qui il suggerimento a Bruxelles di imporre sanzioni a Parigi e portare la questione fino all’Onu.

Rapporti ai minimi storici

Venerdì Le Figaro aveva consacrato l’apertura al peggioramento delle relazioni tra Parigi e Roma, ai livelli più bassi dal dopoguerra. Nelle prime tre pagine del giornale venivano elencate le ormai innumerevoli querelle tra le due nazioni cugine d’Europa: dai migranti all’Aquarius fino agli incidenti legati ai respingimenti al confine, l’appoggio di Di Maio alle casacche gialle o la sua recente battaglia contro la sede del Parlamento europeo a Strasburgo, il caso Stx-Fincantieri e la Tav “in sospeso”. Ma anche il prestito (ormai sempre più traballante) delle opere di Leonardo Da Vinci al Louvre.

“Lezioni di umanità e generosità da Macron non ne prendo”.

Salvini rincara la dose

“Il problema dei migranti ha tante cause, c’è chi in Africa sottrae ricchezza a quei popoli e a quel continente e la Francia è tra questi”. Così il vicepremier e ministro dell’interno italiano Matteo Salvini alla trasmissione televisiva “Mattino 5”.

In Libia, ha aggiunto Salvini, la Francia ha “interessi opposti a quelli italiani” e “non ha alcun interesse a stabilizzare la situazione”. Dunque “ha poco da arrabbiarsi perché ha respinto migliaia di migranti, comprese donne e bambini, alla frontiera. Lezioni di umanità e generosità da Macron non ne prendo”.



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