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Nucleare iraniano: c’è intesa dopo 21 mesi di negoziati

Keystone
Questo contenuto è stato pubblicato il 14 luglio 2016 - 00:00
swissinfo.ch e agenzie

Dopo quasi due anni di intensi negoziati, l’Iran e i ministri degli esteri di Cina, Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sul nucleare. Teheran limiterà le sue ambizioni nucleari e autorizzerà le ispezioni dell’AIEA, in cambio della fine delle sanzioni. La comunità internazionale ha salutato questa intesa, mentre Israele l’ha definita “uno storico errore per il mondo”.


“L'accordo è formalmente concluso. Ora si apre un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali; è un segnale di speranza lanciato al mondo", ha dichiarato al termine dei negoziati Federica Mogherini, alta rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione europea.

L’intesa, siglata a Vienna, pone fine a una maratona diplomatica iniziata nel settembre del 2013 a Ginevra e a una crisi lunga oltre 12 anni.

L’accordo prevede che Teheran non potrà produrre materiale sufficiente per la costruzione di un'arma atomica per almeno 10 anni. Verranno stabilite nuove clausole per le ispezioni dei siti del paese, inclusi quelli militari.

Come controparte, le sanzioni adottate dall’Unione europea e dagli Stati Uniti sull’economia, l’energia e i trasporti iraniani saranno tolte non appena l’accordo entrerà in vigore, verosimilmente all’inizio del 2016. Saranno invece mantenute le sanzioni relative ai missili balistici e alle importazioni di armi offensive. 

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Il documento deve ancora essere approvato da Washington e Teheran. Il congresso statunitense ha tempo 60 giorni per valutare l’intesa e altri 22 per dare il suo nullaosta. In caso di rifiuto, il presidente Barack Obama ha annunciato l’intenzione di porre un veto. Per il New York Times, si tratta della più grande vittoria della presidenza Obama.

L’accordo apre di fatto la strada a una normalizzazione delle relazioni economiche e diplomatiche dell’Iran con la comunità internazionale, in un momento in cui il Medio Oriente è in preda a una serie di conflitti. Per il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, potrebbe “contribuire in modo determinante alla pace e alla stabilità della regione”.

Anche Parigi ha auspicato che attraverso questa intesa, “un certo numero di crisi nelle quali è coinvolto l’Iran, direttamente o indirettamente, possano essere risolte più facilmente”.

Sul fronte opposto, Israele ha invece immediatamente denunciato un “errore storico” che permetterà a Teheran di fabbricare la sua “macchina del terrore”.

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Dal canto suo, la Svizzera ha accolto favorevolmente la conclusione dell’accordo sul programma nucleare iraniano e l'eliminazione graduale delle sanzioni.

"Si tratta di un segnale importante che mostra come le sfide cruciali della politica internazionale possano essere risolte in modo pacifico e con i mezzi della diplomazia", indica oggi in una nota il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Berna vede così confermato il principio della risoluzione pacifica dei conflitti da essa sostenuto. "L'accordo definitivo e completo sul nucleare iraniano è un evento di portata storica che rappresenta una pietra miliare per la regione del Medio Oriente e non solo", sottolinea il DFAE.

La Confederazione invita ora le parti coinvolte nei negoziati ad "attuare l'accordo immediatamente e in maniera costruttiva".

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