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Accordo quadro: esperto boccia il piano B dei parlamentari

Secondo uno specialista di rapporti con l'UE, accompagnare l'accordo quadro con l'Unione europea con una dichiarazione unilaterale elvetica riguardo all'interpretazione di alcune disposizioni, per esempio sulla protezione dei salari, servirebbe a poco. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Accompagnare l’accordo quadro con l’Unione europea con una dichiarazione unilaterale elvetica sull’interpretazione di alcune disposizioni, quale la protezione salariale, serve a poco: lo afferma Cenni Najy dell’Università di Ginevra, specialista di rapporti con l’Ue.

Presentata dalla stampa domenicale come “piano B” promosso da alcuni parlamentari federali – ne ha parlato per esempio il consigliere nazionale Eric Nussbaumer (PS/BL) – la proposta non convince Najy, esperto che collabora anche con Foraus, il Forum di politica estera.

“Costituirebbe una dichiarazione politica che non sarebbe coercitiva dal profilo giuridico”, ha detto Najy ai microfoni della radio RTS. “Si tratterebbe di una misura più per preservare le apparenze o per salvare la faccia”, osserva lo specialista. “Non sarà questo che cambierà l’essenza dell’accordo istituzionale”.

Nella questione di fondo, secondo Najy l’Ue esclude nuovi negoziati sulle disposizioni coercitive dell’accordo. “Certo, possono cambiare di parere, ma finora i segnali sono negativi e bisogna aspettarsi che l’Unione europea non si muova nelle prossime settimane e mesi”, conclude l’esperto.

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