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La Grecia di nuovo sulle sue gambe

Interno di un mercato coperto; file di banchi frigo sulla sinistra e sulla destra; tunnel al centro con parcheggiata un apecar
Un mercato di Atene in un'immagine d'archivio. Keystone

I ministri delle finanze dei Paesi della zona euro hanno raggiunto giovedì, dopo otto ore di negoziato, un accordo di principio sull’uscita della Grecia dal programma di aiuti. Il piano comprende, tra l’altro, misure per alleggerire il debito.

Secondo quanto si apprende, l’EurogruppoCollegamento esterno ha deciso che l’ultima tranche di prestiti sarà di 15 miliardi di euro.

In base all’accordo, il termine di pagamento dei 110 miliardi di euro ricevuti dal vecchio fondo salva-StatiCollegamento esterno (Efsf) è posticipato di 10 anni, così come è esteso di 10 anni il ‘periodo di grazia’ (ovvero nel quale non scatteranno sanzioni di ritardo).

I 15 miliardi dell’ultima tranche daranno alla Grecia una riserva di capitale che coprirà tutti i bisogni finanziari del prossimo anno. 

“La Grecia lascia il programma di aiuti con un’economia più forte, ottenuta grazie alle riforme, ed è importante che prosegua nello sforzo di riforma”, si legge nel comunicato finale dei ministri dell’Eurozona.

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Il commissario UE agli affari economici Pierre Moscovici, da parte sua, ha parlato di momento “storico ed eccezionale, la crisi greca finisce stasera in Lussemburgo”.

I costi della migrazione

Al suo arrivo a Lussemburgo venerdì -per la riunione dei ministri delle finanze dei 28 (EcofinCollegamento esterno)-  il commissario UE al bilancio Guenther Oettinger ha invocato la solidarietà di tutta l’Europa verso Grecia, Malta, Cipro, Bulgaria, Italia e Spagna, ovvero i Paesi più colpiti dalla crisi dei migranti, “per alleviare il loro onere e rimborsare e onorare una parte dei loro costi e sforzi”.

Per questo, raccomanda che il minivertice di domenica a Bruxelles sia come “un richiamo della strada verso l’unità europea” per risolvere il problema.

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