Prospettive svizzere in 10 lingue

Partiti ai blocchetti di partenza: tutti pronti per il 2019?

Claude Longchamp a mezzo busto e sullo sfondo il Palazzo federale a Berna.
Claude Longchamp tasta il polso dei partiti ad un anno dalle elezioni federali dell'ottobre 2019. swissinfo.ch

I partiti politici svizzeri stanno scaldando i motori in vista delle elezioni federali di ottobre 2019. Emergono già le prime tendenze, ma rispetto ad altri Paesi, in Svizzera predomina la stabilità. Questa volta niente sorprese, dunque? 

Al momento non si ravvisano grandi spostamenti. I Verdi riconquistano il terreno perso nel 2015. L’Unione democratica di centro (UDC) non spreca energie essendo uscita vincitrice dalla tornata elettorale di tre anni fa. 

È molto probabile che nel 2019 la graduatoria dei vari schieramenti rimarrà immutata, con variazioni delle preferenze inferiori a 1,5 punti percentuali. 

Ecco un quadro della situazione a un anno dalle prossime elezioni federali:

“La principale incognita del PLR è la scarsa sensibilità dei suoi esponenti per le problematiche legate al finanziamento della politica”.


Partito liberale radicale 

Dopo il 2015 nessun altro partito al di fuori del Partito liberale radicale (PLR) ha saputo fare propri 35 seggi supplementari in diverse consultazioni cantonali, mettendo così freno al fuggi-fuggi verso l’UDC. Un successo da ascrivere alla solare Petra Gössi, recentemente eletta alla presidenza del partito. 

Il bilancio complessivo delle votazioni federali è esemplare: la Svizzera ha un’anima liberale quasi quanto il PLR. L’unico scivolone alle urne è stata la riforma dell’imposizione delle imprese. 

Leader incontrastati nella politica europea, i liberali dovranno tuttavia fare i conti con l’esito dei negoziati in corso sull’accordo quadro istituzionale con l’UE. 

La principale incognita del partito è la scarsa sensibilità dei suoi esponenti per le problematiche legate al finanziamento della politica. L’annunciata uscita di scena del consigliere federale Johann Schneider-Ammann spalancherà le porte a nuovi pretendenti.  

Riassumendo, le prospettive di successo in ambedue le Camere sono ottime. 

Verdi

Il Partito ecologista svizzero (PES, Verdi) ha saputo invertire la rotta che lo confinava sempre tra i perdenti. Nelle elezioni parlamentari cantonali ha guadagnato 17 seggi, in particolare nella Svizzera romanda.  

Dopo aver snellito il vertice, i Verdi vi hanno insediato nuovi talenti e hanno ridato incisività al proprio profilo tematico. 

L’autore

Claude Longchamp è uno tra i politologi e analisti più stimati ed esperti della Svizzera.

Ha fondato l’Istituto di ricerca gfs.bernCollegamento esterno, che ha diretto fino al suo pensionamento e di cui è attualmente il presidente del Consiglio di amministrazione. Per trent’anni Longchamp ha analizzato e commentato le votazioni e le elezioni per la radiotelevisione di lingua tedesca SRF.

Per swissinfo.ch e per la sua piattaforma sulla democrazia #DearDemocracy, Longchamp scrive ogni mese un testo sulle elezioni federali 2019.

Il politologo e storico è autore di due blog: uno incentrato su temi politici, Zoonpoliticon, l’altro su argomenti di carattere storico Stadtwanderer.

A un soffio dal successo con l’Iniziativa per l’abbandono del nucleare, sull’onda della canicola di quest’estate i Verdi hanno riacceso il dibattito sul CO2 con un’iniziativa sui ghiacciai dal carattere altamente simbolico. 

La speranza è di guadagnare qualche seggio al Nazionale. Nonostante la debole presenza agli Stati, da più parti si levano voci audaci che reclamano il primo seggio in Consiglio federale.  

Partito socialista 

Il PS è da sempre molto solido nei grossi centri urbani e recentemente ha guadagnato posizioni anche nelle città di media grandezza e nei cantoni con agglomerazioni. Il risultato sono 16 seggi supplementari in diversi parlamenti cantonali. 

Determinante per la svolta è stato il programma di mobilitazione, che con il no allo smantellamento dello Stato sociale punta sugli elettori storici. Una spinta è stata data anche dall’appello per l’Anno delle donne. 

Dopo il 2015 il maggior successo alle urne è stato il no alla riforma dell’imposizione delle imprese, a fronte della bruciante sconfitta con la riforma delle pensioni. Nuove opportunità si presentano in tema di trasparenza sul finanziamento dei partiti, fortemente attaccato dalla destra. 

Si profila la conquista di nuovi seggi in Consiglio nazionale, controbilanciata da perdite al Consiglio degli Stati in seguito a dimissioni. 


Unione democratica di centro 

La clamorosa mancata rielezione di Oskar Freysinger nel governo cantonale vallesano ha privato il partito della sua ammiraglia nella Svizzera romanda.

Con il nuovo presidente Albert Rösti, l’UDC ha lamentato una perdita di 12 seggi alle elezioni parlamentari cantonali e dovuto incassare sconfitte inabituali proprio con iniziative e referendum maturati in casa. In aggiunta, la permanente campagna elettorale in tema di stranieri è giunta a un punto di saturazione.  

Al momento, la perdita di alcuni seggi alle prossime consultazioni sembra molto probabile. Va comunque ribadito che in annate elettorali l’UDC ha sempre saputo riconquistare la grinta. La votazione popolare sull’iniziativa per l’autodeterminazione gli darà probabilmente lo slancio necessario per innalzarsi a garante della democrazia e sovranità nazionale. 

“La permanente campagna elettorale dell’UDC in tema di stranieri è giunta a un punto di saturazione”.  

Partito popolare democratico 

Gerhard Pfister si è insediato al timone del PPD con un coro di consensi. Tuttavia, le elezioni cantonali non hanno confermato il vento in poppa, e il partito ha visto inabissarsi 28 seggi nell’insieme del Paese. Si sono pertanto alimentati i dubbi sulla reale possibilità dei popolari democratici di virare, come auspicato, verso un orientamento sociale conservatore.  

Il PPD ha fatto meglio alle votazioni federali, dove conserva una chiara posizione al centro. 

Con l’iniziativa per il matrimonio e la famiglia ha mancato di un soffio la maggioranza e in vista delle elezioni del 2019 ha prontamente lanciato un’iniziativa per limitare i costi in campo sanitario.  

L’asso nella manica del PPD e dei suoi esponenti rimane tuttavia il ritiro di Doris Leuthard dal Consiglio federale.  

È molto probabile che il PPD perda ancora alcuni seggi al Nazionale ma mantenga i suoi delegati al Consiglio degli Stati.

Partiti minori 

Una correzione di tendenza si prospetta anche per i Verdi liberali (VL), che con la nuova direzione hanno saputo riconfermarsi alle elezioni cantonali. Non così per il Partito borghese democratico (PBD), che accusa un‘emorragia di elettori dopo la grave perdita del seggio in Consiglio federale. 

Conclusione

Un quadro soporifero? Non necessariamente! 

Il futuro della politica europea, la riforma delle pensioni e dell’imposizione delle imprese, i costi della salute e i cambiamenti climatici forniranno spunti a sufficienza per far emergere i primi attori dal panorama partitico nazionale!


UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista (sinistra)

PLR.I Liberali: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico (centro destra)

PES: Partito ecologista svizzero (sinistra)

VL: Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

GSS: Gioventù socialista (sinistra)

Traduzione di Lorena Mombelli

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR