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A pesca tra le stelle

Seconda vita di una pentola a pressione... per proteggere la speciale telecamera che filma il cielo Sposetti.ch

Oltre a insegnare fisica al Liceo di Bellinzona, Stefano Sposetti ha una grande passione: osservare il cielo per scovare nuovi asteroidi e capire meglio il loro mondo. Un "hobby" che l'ha portato a collaborare con l'ente spaziale americano, la NASA.

«Tutto è cominciato una notte d’inverno del 1968, quando avevo dieci anni. Mia mamma e mia nonna svegliarono me e mia sorella per vedere una cometa di passaggio, come annunciato dal giornale. Si è trattato di un’esperienza magnifica che ha fatto scoccare la scintilla», racconta – ancora entusiasta – Stefano Sposetti.

Da cosa nasce cosa: «Con un amico ho iniziato a interessarmi seriamente all’astronomia ai tempi del liceo. Abbiamo costruito noi stessi il primo telescopio, molando gli specchi a mano; siamo diventati membri della Società astronomica ticinese e abbiamo portato avanti questa passione fino a oggi».

A questo proposito, osserva Sposetti, «rispetto ad altre discipline scientifiche l’astronomia conta ancora su un apporto amatoriale notevolissimo. Una persona che si interessa alla chimica potrà infatti dedicarsi quanto vuole al “piccolo chimico”, ma ben difficilmente effettuerà nuove scoperte; in astronomia, invece, il cielo è così vasto che nemmeno i professionisti riescono a coprirlo completamente».

Canne e reti

A titolo di esempio, indica il professore, «la scoperta da parte degli astrofili di nuove comete, di supernove [esplosioni stellari] oppure di asteroidi è molto apprezzata, anche perché gli astronomi – per potersene occupare – dovrebbero investire troppo tempo».

Inoltre, aggiunge, vi sono alcune regole che favoriscono i non professionisti. Ad esempio, per poter accreditare a una persona la scoperta di un asteroide, quest’ultimo dev’essere osservato consecutivamente durante due notti. Ciò avvantaggia gli astrofili, che possono concentrarsi più a lungo su un campo di osservazione contenuto, mentre i professionisti cambiano “settore” da una notte all’altra.

Sposetti ricorre a una metafora: «Scrutare il cielo è un po’ come andare a pesca. Gli astronomi dispongono di grandi pescherecci con reti che raccolgono quasi tutto, ma restano comunque alcune nicchie che gli astrofili possono sfruttare utilizzando le canne da pesca».

Nicchie che diventano però sempre più piccole, poiché «a partire dagli anni Duemila i professionisti utilizzano strumenti sempre più potenti e sofisticati – ad esempio le fotocamere a elevata sensibilità quantica – che consentono rilevamenti di oggetti sempre più deboli». Sposetti ha comunque potuto scoprire vari asteroidi, a cui ha tra l’altro dato il nome della moglie e dei due figli, seguendo la procedura di autentificazione stabilita dal Minor Planet Center di Cambridge nel Massachusetts (Stati Uniti).

Impatti lunari

Un aspetto del cielo che interessa particolarmente Stefano Sposetti è costituito dall’osservazione degli impatti meteorici sulla superficie lunare. «Alcuni anni fa la NASA [ente spaziale statunitense] ha fatto presente la possibilità di osservare questi fenomeni semplicemente con un piccolo telescopio e una telecamera».

«A partire dal gennaio del 2009 ho quindi incominciato– in collaborazione con un altro appassionato – a riprendere la superficie lunare, ma per due anni – dopo aver escluso tutti i fenomeni spiegabili altrimenti – non ho avuto successo», continua. L’11 febbraio 2011, giorno della caduta di Mubarak in Egitto, la svolta: «Sono riuscito a filmare un flash di un probabile impatto, e altri tre nei mesi seguenti».

I filmati e le coordinate dei fenomeni in questione sono poi stati diffusi attraverso il sito Internet dell’astrofilo e trasmessi alla NASA, che ha apprezzato il contributo.

Questi rilevamenti, chiarisce il fisico, non generano un tornaconto personale ma contribuiscono a conoscere meglio la realtà del cosmo. Ad esempio, le indicazioni ottenute sono preziose per stabilire la migliore protezione di eventuali basi sulla superficie lunare.

E gli UFO?

Da quarant’anni Stefano Sposetti osserva costantemente il cielo notturno dalla sua casa di Gnosca, ha investito parecchio denaro per dotarsi degli strumenti necessari e condivide i propri risultati con la comunità di astrofili nella Confederazione e all’estero. Una domanda sorge quindi spontanea: a quanti fenomeni davvero inspiegabili ha potuto assistere?

«Da due anni a questa parte ho installato sul tetto della mia abitazione una speciale videocamera che tutte le notti riprende immagini a grande campo, registrando praticamente qualsiasi evento sufficientemente luminoso», premette l’astrofilo.

Risultato? «Ho visto moltissime meteore, tantissimi flash satellitari, raggi cosmici, aerei, particolari tipi di fulmini e soltanto qualche fenomeno insolito. Ad esempio, qualche tempo fa ho individuato una strana traccia luminosa intermittente: sono però convinto che si trattasse di una lucciola. Mi è anche capitato di vedere una sorta di macchia diffusa che si muoveva, la quale si è rivelata essere un satellite che stava perdendo carburante. Di UFO intesi come dischi volanti o astronavi aliene non ne ho mai visti: con il tempo si impara a riconoscere i fenomeni e a spiegarli».

In generale, conclude Sposetti, «non escludo affatto la presenza di forme di vita extraterrestre, dubito però che vi siano persone che le abbiano finora già incontrate e fotografate. Non va poi dimenticato che in molti paesi – per esempio il Giappone, la Germania, l’Italia – vi sono moltissimi telescopi e telecamere puntate verso il cielo: se davvero vi fossero stati tali fenomeni, ben difficilmente mancherebbero prove certe e condivise».

Il giornalista svizzero Luc Bürgin ha pubblicato nel 1999 un libro dal titolo UFOs über der Schweiz: Das Dossier der Luftwaffe (UFO al di sopra della Svizzera: il dossier delle forze aeree”).

L’autore sostiene che le forze aeree svizzere disponevano di documenti segreti sull’avvistamento di oggetti volanti non identificati. L’esistenza di un tale archivio è stata smentita dal dipartimento militare.

Nel libro sono raccolte alcune testimonianze di piloti civili dell’allora compagnia di bandiera Swissair.

Volo Basilea-Amsterdam, 1977: il pilota racconta di aver visto un oggetto che volava a velocità incredibile e che si muoveva in modo insolito.

Volo Bombay-Zurigo, 1988: dalla cabina di pilotaggio è stato notato un oggetto somigliante a una stella cadente, che però scendeva a una velocità estremamente lenta e seguendo una traiettoria a zig zag.

Volo Filadelfia-Zurigo, 1997: un oggetto si è avvicinato all’aereo ad una velocità molto elevata, senza però far rumore o provocare interferenze con gli strumenti di bordo. I piloti respinsero la spiegazione secondo cui si trattava di un pallone sonda meteorologico.

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