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A Gondo un anno dopo la tragedia si guarda avanti

Il villaggio di Gondo fotografato lo scorso 27 settembre, un anno dopo la catastrofe del 14 ottobre 2000 Keystone

Cerimonia religiosa di commemorazione domenica a Gondo, in Vallese, dove proprio un anno fa, la mattina di sabato 14 ottobre 2000, una frana tagliava in due il villaggio, portando via il municipio, la posta, parte della torre Stockalper e una decina di abitazioni. Tredici persone morirono nella sciagura e due corpi non furono mai ritrovati.

A dodici mesi da quegli eventi Gondo ha saputo voltar pagina e guardare alle sfide del futuro con accresciuta fiducia. Lo hanno ribadito i circa 500 partecipanti alla cerimonia di commemorazione, che si sono spostate in
corteo dal luogo del disastro fino alla chiesa, dove si è tenuta la cerimonia religiosa alla presenza di tre consiglieri di Stato vallesani.

Nella omelia padre Joseph Sarbach ha detto che la ferita inferta non si è ancora completamente cicatrizzata. Ci vorrà ancora tempo, pazienza e forza per tornare a far vivere il villaggio come prima della catastrofe. Da parte sua il sindaco di Gondo Roland Squaratti ha ringraziato la popolazione svizzera per la solidarietà dimostrata, che ha permesso di credere ancora nel futuro.

Quei pochi secondi di distruzione, seguiti a giorni di piogge torrenziali, avevano stampato sul volto dei sopravvissuti l’incredulità e lo stupore della tragedia. Poi mentre erano in corso le affannose ricerche delle vittime tutti gli abitanti, fuggiti dalle loro case, si chiedevano cosa ne sarebbe stato del villaggio. Sono stati proprio i segnali venuti dall’esterno a dare lo slancio e la determinazione decisivi. In particolare l’opera di volontari, militari e uomini della protezione civile e i tanti doni, tra cui i 74 milioni raccolti nella giornata speciale della Catena della Solidarietà per tutte le popolazioni colpite dalle intemperie.

Il sindaco di Gondo, Roland Squaratti, ci dice: “Era del tutto incredibile quella solidarietà espressa da tutta la Svizzera nei primi giorni e nelle prime settimane. Questa generosità ha portato soldi e mezzi ma anche molta energia morale e forza in tutti gli abitanti di Gondo. Se subito dopo il disastro erano planati dubbi, il sostegno di tanta gente ha poi convinto tutti a preparare la ricostruzione”.

Jordan Gabriel, gondonese e responsabile delle finanze, ricorda quei momenti: “Una settimana dopo il disastro ci siamo trovati a Sempione Villaggio con la gente del paese e con il sindaco. I problemi in quel momento erano grossi e le incertezze tante, ma l’aiuto e il conforto venutoci da tutta la Svizzera ci ha fatto dire, tutti assieme, che dovevamo rifare il paese. Ci siamo sentiti spinti e in un certo senso quasi obbligati a prendere quella decisione”.

Il paese, 140 abitanti prima di quel 14 ottobre, vuoto subito dopo, è stato via via rivitalizzato dai rientri: 100 finora.

Dopo i lavori di sgombero è stato sistemato il letto del fiume Doveria e realizzato uno studio per la sicurezza del pendio e delle rocce sopra il paese: i lavori dovrebbero essere completati in qualche mese. Inoltre dopo un concorso di architettura è stato designato il progetto per la ricostruzione, si chiama “Adagio” e ha la firma di due architetti zurighesi.

Si tratta di un progetto modulare da realizzare a tappe che comprende abitazioni, la posta, il municipio e anche un albergo, in linea con la volontà delle autorità di aprirsi al turismo. I lavori potrebbero cominciare già nella prossima primavera, grazie ad uno stanziamento speciale della Catena della Solidarietà ed ai finanziamenti dei privati che hanno frattanto riscosso i risarcimenti delle assicurazioni. Il progetto crea però una difficoltà: rimescola le carte in materia di proprietà dei terreni.

Jordan Gabriel è convinto che entro due anni il paese avrà sanato la sua ferita: “Il problema del momento è quello di trovare un consenso da parte di tutti i proprietari. Il progetto obbliga a operazioni di scambio o compra-vendita in cui è coinvolto anche il comune. Poi una volta che verranno le decisioni di costruire si chiederanno i permessi. Probabilmente i lavori potranno essere avviati la primavera prossima e fra due anni se ne potranno vedere i risultati”.

Il futuro di Gondo è saldamente nelle mani dei gondonesi, che negli ultimi 12 mesi hanno dimostrato di saper rialzare la testa di fronte a qualsiasi avversità.

Flavio Fornari

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