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A due giorni dalla conclusione, la Terra aspetta

6000 statuine mute ovvero le voci che mancano al vertice swissinfo.ch

A Johannesburg, i capi di stato ci sono, ma non si sa ancora a cosa assomiglierà il vertice. Fra le ONG si fa strada la delusione.

Joseph Deiss, capo della diplomazia svizzera, partecipa al lancio di un’iniziativa per le regioni di montagna.

Lunedì, i capi di stato e di governo e gli altri rappresentanti di alto livello si sono succeduti alla tribuna ufficiale del vertice. E fra questi, anche il ministro degli esteri elvetico.

In precedenza, unitamente a Jacques Diouf et Klaus Töpfer – rispettivamente capi della FAO e del PNUE – Joseph Deiss aveva preso parte al lancio di una “Iniziativa internazionale per lo sviluppo durevole delle regioni di montagna”.

Di carattere ufficiale e nel contempo familiare – visto che si tratta della concretizzazione di un lunga collaborazione diplomatica – questa cerimonia costituisce il punto culminante delle attività del padiglione “Sustainable Switzerland”.

Tuttavia, la festa non può far dimenticare quel che succede alla conferenza. Durante la fine di settimana, i negoziati sul piano d’azione – che dovrà essere varato dal vertice sullo sviluppo durevole – sono proseguiti senza grande trasparenza e in una certa confusione.

Con l’arrivo dei ministri, che hanno ereditato i dossier choc sui quali non si profilava nessun accordo, le discussioni sono salite di un grado sulla scala gerarchica. Ciononostante, molti hanno l’impressione di assistere al mercanteggiamento del pianeta tra europei, americani e paesi del G77.

Si installa la delusione

Le ONG hanno detto e ripetuto le loro aspettative e, nel frattempo, anche le loro delusioni. Alcuni l’hanno fatto partecipando a una marcia pacifica di qualche chilometro. Altri lasciando andare la loro immaginazione.

È il caso degli amici della Terra, che raggruppa 70 associazioni, tra cui la svizzera Pro Natura, che hanno installato a due passi dal vertice qualcosa come 6000 statuine di carta, fabbricate dagli abitanti delle township di Johannesburg..

Una modo per dire ai presidenti e ai capi di governo: un vertice è fatto per far uscire la gente dalla povertà – prendetevi il tempo di ascoltarla! E urlando: “Non lasciate che siano i grandi del commercio a governare il mondo”.

Fine di settimana ben sfruttata

Nella delegazione svizzera, oltre ai negoziati, non si è rimasti con le mani in mano. L’Ufficio federale dell’ambiente, quello della Convenzione di Ramsar sulle zone umide e il WWF hanno per esempio organizzato un dibattito sulla gestione durevole dell’acqua.

Un nuovo approccio viene proposto per tener maggiormente conto della globalità di questo elemento essenziale, vale a dire gli ecosistemi e i bacini fluviali, senza dimenticare le acque sotterranee.

D’altronde la Svizzera ha annunciato di appoggiare, con 2,5 milioni di dollari per un periodo di 6 anni, un programma della CNUCED per la facilitazione del commercio biologico (Bio Trade).

Si tratta di incoraggiare delle pratiche di commercio durevole di servizi e prodotti (alimentari, cosmetici, farmaceutici o altri) che rispettano la biodiversità. Esperienze pilota si svolgono in America Latina, segnatamente in Colombia, con risultati incoraggianti.

swissinfo / Bernard Weissbrodt a Johannesburg

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