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750 miliardi di euro per soccorrere la moneta unica

Maratona dei ministri delle finanze europei per salvare la moneta unica Keystone

Un maxi-piano fino a 750 miliardi di euro, con il concorso dell'FMI: lo hanno varato nella notte da domenica a lunedì i ministri dell'Ecofin per salvare la moneta unica europea e garantire la stabilità finanziaria dell'UE. Un piano senza precedenti che ha immediatamente dato ossigeno all'euro e alle borse.

Il megapacchetto di misure è stato concertato dopo un’ardua maratona negoziale di dieci ore. Esso lancia un meccanismo di assistenza finanziaria per aiutare i paesi della zona euro in difficoltà ad assorbire il debito pubblico, per evitare il rischio di bancarotta o di attacchi degli speculatori.

Il programma di salvataggio comprende prestiti bilaterali dagli stati dell’eurozona per 440 miliardi di euro, sul modello del piano “salva Grecia”, altri 60 miliardi che la Commissione UE potrà raccoglier sul mercato offrendo come garanzia fondi del bilancio UE e fino a 250 miliardi di “contributi sostanziali” del Fondo monetario internazionale (FMI).

D’altra parte è prevista la possibilità di un intervento della Banca centrale europea (BCE), che potrà agire sul mercato dei titoli di stato acquistando obbligazioni pubbliche. Una decisione che spetta alla stessa BCE, i cui vertici sono rimasti riuniti a Basilea con i governatori centrali dell’UE, in attesa di notizie da Bruxelles.

I ministri delle finanze dell’Unione europea (UE) sono giunti all’intesa dopo una giornata in cui si sono susseguiti i contatti tra le varie capitali europee, con decine di incontri bilaterali e due teleconferenze a livello dei Paesi del G7. Anche il presidente statunitense, Barack Obama, ha telefonato sia al presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, sottolineando la necessità di una “risposta forte” da parte dell’Europa per ridare fiducia ai mercati.

Ostilità britannica, nuovi sacrifici per Madrid e Lisbona

Due momenti di forte tensione hanno caratterizzato l’inizio della giornata: il malore del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, che è stato ricoverato in ospedale, e il no di Londra al piano. Il cancelliere britannico Alistair Darling è stato infatti molto chiaro nel dire che il Regno Unito non sarebbe venuto in soccorso di Paesi dell’euro in difficoltà, respingendo la proposta messa sul tavolo dalla Commissione UE.

A sbloccare la situazione è stata poi la Germania, proponendo interventi per 500 miliardi di euro, di cui 440 a carico solo degli Stati membri dell’Eurozona. E con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. FMI, i cui vertici hanno nel frattempo approvato un pacchetto di aiuti da 30 miliardi di euro in tre anni a favore della Grecia.

Il Consiglio europeo dei ministri delle finanze (Ecofin) ha anche accolto l’appello alla disciplina di bilancio e di rigore monetario lanciato venerdì notte dai leader dell’Eurozona. La Germania in particolare ha chiesto che venissero dettagliate le condizioni alle quali devono sottostare i Paesi maggiormente a rischio, quelli che per primi potrebbero dover ricorrere al fondo.

Da qui l’invito alla Spagna e al Portogallo ad adottare nuove misure per la correzione del deficit. In particolare, a Madrid e Lisbona è stata chiesta una manovra aggiuntiva pari all’1,5% del prodotto interno lordo (Pil) quest’anno, e una pari al 2% del Pil l’anno prossimo. L’importo definitivo sarà deciso nei prossimi giorni.

Reazioni positive dei mercati

Ora la parola passa alle Borse, con il Giappone che ha subito risposto positivamente. La Borsa di Tokyo lunedì mattina (ora svizzera) ha chiuso gli scambi in rialzo dell’1,60%, con l’indice Nikkei salito a 10’530,70 punti, 166,11 in più della chiusura di venerdì, e poco sotto i massimi intraday.

Pure positiva lunedì mattina la reazione dei mercati europei. La borsa svizzera ha aperto in netto rialzo: l’indice dei valori guida SMI segnava 6356,86 punti (+2,44% rispetto a ieri), mentre il listino globale SPI era in crescita del 2,38% a 5617.76 punti.

Tutte in ascesa anche le altre principali piazze del Vecchio Continente. A Francoforte il Dax era in aumento dell’1,73% a 5814,41 punti, a Londra l’indice FTSE-100 avanzava del 2,62% a 5123,02 punti, a Parigi il Cac 40 saliva del 2,81% a 3488,01 punti, mentre a Milano l’indice Ftse Mib segnava un rialzo dell’1,64% a 19.160 punti.

Plauso dal G7

Dal canto suo, il G7 finanziario ha espresso apprezzamento per gli sforzi europei sulla soluzione della crisi del debito sovrano, riconoscendo la necessità di “un’azione eccezionale” per evitare ulteriore impatti sui mercati finanziari globali da ipotesi di contagio.

In una nota congiunta, i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali dei Sette Grandi (Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada) hanno affermato di vedere con favore gli sforzi compiuti dai Paesi europei per “mettere le finanze pubbliche su un sentiero sostenibile”.Allo stesso tempo, c’é apprezzamento per il ‘fondo di stabilizzazione’ dell’euro e per le iniziative che coinvolgono anche l’FMI.

Stampa svizzera critica

I dettagli del piano sono stati presentati al termine della riunione in una conferenza stampa tenuta alle 02:30 di lunedì a Bruxelles dalla presidente di turno dell’Ecofin Elena Salgado assieme al commissario Olli Rehn. Il giorno stesso qualche quotidiano elvetico commentava già “la danza dei miliardi”.

Il Tages Anzeiger si chiede se ora gli speculatori lasceranno in pace l’euro. Osservando che non rimane più granché dell’unione monetaria costruita su principi di stabilità, il quotidiano zurighese afferma che “i padri dell’euro avrebbero proibito un simile aiuto”.

Sempre nella città sulla Limmat, anche la Neue Zürcher Zeitung giudica che il piano sia contrario alle promesse e ai principi della zona euro. Il giornale teme “conseguenze fatali”, se la Commissione UE concede prestiti garantiti collettivamente a singoli stati fortemente indebitati.

Tono di messa in guardia anche dal ginevrino Le Temps. “Il fatto di pagare, o piuttosto di permettere di continuare a concedere dei prestiti, è un’ammissione di peso. L’ammissione di un abbandono definitivo dei criteri di stabilità, che legittima la spirale dell’indebitamento. Ossia una pesante ipoteca per le generazioni future”, scrive il quotidiano romando.

Il lavoro continua

I ministri finanziari dei 27 si ritroveranno a Bruxelles mercoledì, insieme ai vertici della BCE e della Commissione UE, per dare vita alla prima riunione della task force UE che dovrà riformare il Patto di stabilità e di crescita, guidata dal presidente UE Herman Van Rompuy.

Nel testo dell’accordo, infine, l’Ecofin si impegna ad approfondire l’ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie e ad accelerare la revisione delle norme e della vigilanza sul mercato dei derivati e il ruolo delle agenzie di rating.

swissinfo.ch e agenzie

Sei banche centrali – fra cui la Banca nazionale svizzera (BNS) – hanno annunciato un’operazione concertata per riportare la stabilità finanziaria nella zona euro. A seguito delle tensioni sulla capacità di dollari a breve termine in Europa, hanno deciso il rilancio temporaneo degli accordi di scambi (swap) sul biglietto verde.

La BNS, la BCE, la Federal Reserve (Fed), la a Bank of Canada e la Bank of England mirano così a migliorare le condizioni di liquidità sui mercati in dollari e “prevenire la diffusione di disordini”, si legge in una nota della Fed.

“Le banche centrali continueranno a lavorare nel modo più stretto possibile per affrontare le tensioni sui mercati finanziari”, rileva la BNS in un comunicato.

La prima operazione delle sei banche centrali sarà avviata martedì per una durata di sette giorni.

Anche la Bank of Japan si è associata all’operazione. L’istituto nipponico ha annunciato l’iniezione straordinaria di liquidità per 2’000 miliardi di yen (circa 17 miliardi di euro), per alleggerire le tensioni generate dal tracollo dell’euro.

Un dispositivo analogo era stato utilizzato all’inizio della crisi finanziaria mondiale nel 2007-2008.

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