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50 anni fa il primo voto delle donne in Svizzera

Katharina Zenhaeusern, prima donna a votare in Svizzera nel comune ribelle di Unterbaech Keystone

Il villaggio vallesano di Unterbäch ha festeggiato sabato il 50esimo anniversario della prima votazione in Svizzera a partecipazione femminile. Un atto di rivolta dal sapore illegale.

Presenti anche le due ex consigliere federali Elisabeth Kopp e Ruth Dreifuss, che hanno perorato la causa della parità, “la maggiore e più pacifica rivoluzione del 20esimo secolo”.

Le due ex ministre hanno lodato il coraggio degli uomini e delle donne di Unterbäch. Il paesino di montagna – situato a 1200 metri di quota sopra Raron e soprannominato il “Rütli delle donne” – continuerà a celebrare l’avvenimento per tutto l’anno. Una grande festa popolare sarà organizzata inoltre dal 28 luglio al 1. agosto.

Per il giorno della festa nazionale il comune ha invitato numerose personalità femminili a parteciparvi, quale alternativa al raduno progettato dalle presidenti della Confederazione, Micheline Calmy-Rey, e del Consiglio nazionale, Christine Egerszegi, sullo storico praticello urano. La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha già accettato l’invito “e dopo la festa sul Rütli nella Svizzera centrale – ha annunciato il sindaco Daniel Vogel – si recherà anche sul Rütli delle donne”.

Uno spirito precursore

Con ben 14 anni di anticipo rispetto al resto della Svizzera – sul piano federale le donne hanno ottenuto il diritto di voto il 7 febbraio 1971 – il piccolo comune di Unterbäch accordò alle donne del villaggio il diritto alla parola, il diritto al voto.

In particolare il 3 marzo 1957 era stato chiesto loro di pronunciarsi sulla loro integrazione nella Protezione civile, nell’ambito di uno scrutinio federale sull’argomento. Contro il parere delle autorità federali e cantonali, il municipio aveva ritenuto normale consultare le principali interessate.

Pioniere maschile del voto alle donne era stato il sindaco Paul Zenhäusern, morto nel novembre 2002 a 85 anni. Convinto della necessità di consultare le dirette interessate, l’esponente cristiano-sociale aveva convinto i colleghi di municipio a lasciarle votare. Un atto di rivolta, un voto illegale, passato però allo storia.

Il primo voto e qualche insulto

Unterbäch fu così il primo comune elvetico nel quale fu praticato il diritto di voto femminile. L’avvenimento destò all’epoca parecchio scalpore non solo in tutta la Svizzera, ma anche all’estero. L’iniziativa di Unterbäch trovò spazio persino sulle colonne del New York Times per il coraggio dimostrato nello spezzare un tabù.

Il ricordo di quel giorno è soprattutto impresso nella memoria di Katharina Zenhaüsern, la prima donna a votare. “All’inizio – racconta la moglie del sindaco pioniere – non ero entusiasta all’idea di dove votare per l’ingressso delle donne nella protezione civile”.

Ma il marito e Peter von Roten, consorte della scrittrice femminista Iris von Roten, erano di parere diametralmente opposto. Erano soprattutto convinti che lo strapotere degli uomini dovesse finire. Katharina Zenhaüsern si ricorda perfettamente che le 33 donne che decisero poi di prendere parte al voto, furono schernite e oggetto di insulti.

I ricordi di Kopp e Dreifuss

L’ex consigliera federale Elisabeth Kopp ha sottolineato quanto il percorso verso l’effettiva parità sia ancora lungo. In effetti la Svizzera, nonostante i progressi, per molti aspetti si trova ancora ai piedi della scala.

Su tre ex consigliere federali, solo una sola – Ruth Dreifuss – si è ritirata volontariamente. Elisabeth Kopp era stata costretta a dimettersi mentre Ruth Metzler ha fatto le spese della conquista del secondo seggio in Governo da parte dell’UDC.

Kopp ha inoltre messo in evidenza la condizione solitaria delle donne che lottano per i loro diritti. “Lavorano raramente in rete e questo in politica è un errore tipicamente femminile. La politica resta un’attività difficile per le donne, ma la politica senza le donne sarebbe un errore”.

Fare politica è un’attività che dà molte soddisfazioni, affermano senza esitazioni le due ex ministre. E l’esempio di Unterbäch mostra come la creatività e la fantasia possano essere dei buoni strumenti sul cammino delle conquiste dei diritti.

“L’uguaglianza – ha concluso Ursula Wyss, capogruppo socialista alle Camere federali – è un processo che non finisce mai. Bisogna continuare a lottare. Ancora e sempre”.

swissinfo e agenzie

1971: diritto di voto alle donne sul piano federale
1976: nasce la Commissione federale per le questioni femminili
1981: il principio di uguaglianza viene iscritto nella Costituzione
1991: primo sciopero nazionale delle donne
1996: in vigore la legge federale sulla parità tra i sessi

A chiedere i diritti civili e il diritto di frequentare le università fu la prima associazione femminista creata nel 1868. Seguirono proposte per inserire il suffragio femminile nella costituzione del 1874.

Nel 1929 una petizione in favore del diritto di voto riuscì a raccogliere 250 mila firme, ma fu completamente ignorata. Fu appunto un piccolissimo comune del canton Vallese che, nel 1957, per primo permise allle donne di votare.

Molti cantoni seguirono poi quell’esempio e negli anni Sessanta le donne iniziarono ad occupare la scena politica cantonale e locale.

Il 7 febbraio 1971 gli uomini svizzeri, con una maggioranza di due terzi, finalmente concessero alle loro compatriote il pieno diritto al voto, anche alle elezioni federali.

Il primo paese a riconoscere il diritto di voto alle donne fu la Nuova Zelanda nel 1893, cui seguì l’Inghilterra nel 1928.

A livello giuridico negli ultimi vent’anni in Svizzera si sono raggiunte delle mete importanti:

– l’articolo costituzionale sull’uguaglianza tra donna e uomo (1981)
– il nuovo diritto matrimoniale (1988)
– la nuova legge sulla cittadinanza (1992)
– la legge sulla parità dei sessi (1996)
– la 10a revisione dell’AVS (1997)
– il nuovo diritto del divorzio (2000)
– l’indennità di maternità (2005)

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