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Allargare gli orizzonti con Erasmus

Il programma Erasmus è diventato col passare degli anni un vero e proprio fenomeno culturale, tanto da diventare tema per dei film, come La Locanda spagnola di Cédric Klapisch cinetext.de

Da 25 anni Erasmus favorisce lo scambio di studenti fra le università europee. La Svizzera prende parte al programma da due decenni e dal 2011 è membro a tutti gli effetti. Il progetto è molto popolare perché offre la possibilità di conoscere anche nuove realtà culturali.

«Erasmus favorisce la comprensione fra le nazioni e rafforza il sentimento di appartenenza. Sono competenze che, soprattutto in periodi di crisi, possono fungere da stabilizzatori in Europa», dice Marco Amherd.

Il 24enne vallesano era l’ambasciatore della Svizzera in occasione dei festeggiamenti a Copenhagen per i 25 anni del progetto Erasmus. Lui è uno dei 230’000 studenti europei che lo scorso anno accademico hanno approfittato di questa opportunità.

Dopo aver conseguito il bachelor in economia e musica a Zurigo, Amherd ha seguito il primo anno di master presso il Centre d’Etudes Supérieures de Musique et de Danse a Tolosa, in Francia. La ricerca di un tutore non è stata semplice, ma poi i suoi sforzi sono stati premiati.

Per il suo strumento, l’organo, ha trovato un maestro con un’«eccellente reputazione». Durante i dieci mesi di scambio ha avuto l’opportunità di allacciare importanti amicizie con altri musicisti, «una prerogativa per avere successo».

Studio e avventura

La maggior parte degli studenti che decide di trascorrere uno o due semestri in un’università europea non lo fa soltanto per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze o per aumentare le possibilità d’accesso al mondo del lavoro. I giovani vogliono anche conoscere altri paesi e culture, migliorare le competenze linguistiche, incontrare persone, fare amicizie e uscire dal tran tran quotidiano.

Uno scambio Erasmus va dunque ben oltre il cambio di università o domicilio, spiega Amherd. «Rimanere lontano da casa per un lungo periodo mi ha reso più indipendente e sicuro di me stesso, tratti caratteriali importanti per un musicista».

Nel 2010-2011, 2’400 giovani svizzeri hanno approfittato di questa iniziativa. Le destinazioni preferite sono state Germania, Spagna e Francia. Circa la metà dei 2’700 studenti stranieri che nello stesso periodo hanno scelto la Svizzera, provenivano da questi tre Stati.

«La maggior parte viene da noi per imparare il tedesco o il francese», ricorda Brianne Magnat, presidente della sezione svizzera dell’Erasmus Student Network (ESN, associazione per la promozione degli scambi internazionali fra studenti). «Scelgono il nostro paese anche per vivere a diretto contatto con la natura e per praticare sport invernali. Infine, la Svizzera è un ottimo punto di partenza per visitare l’Europa».

Le mete più ambite sono i politecnici federali di Losanna (EPFL) e di Zurigo (ETH), così come le università di Ginevra e Losanna, le quali godono di un’eccellente reputazione, spiega Magnat. «La città di Calvino, invece, è particolarmente attrattiva per la sua internazionalità e per le numerose organizzazioni dell’ONU».

Destinazione molto popolare

Il numero di studenti iscritti al programma Erasmus cresce di anno in anno. Tuttavia, sono di più quelli che raggiungono la Svizzera rispetto a quelli che la lasciano. Non regna quindi un perfetto equilibrio.

«Abbiamo un buon numero di giovani provenienti dall’estero», evidenzia Karin Christen, responsabile del programma Erasmus presso la Fondazione per la collaborazione confederale (Fondazione ch). «Queste cifre indicano che la Svizzera, grazie all’ottimo nome delle sue università, è una meta privilegiata».

L’unico neo per gli studenti stranieri è l’elevato costo della vita. «Proprio per questo motivo, molti preferiscono un’altra destinazione», ricorda ancora Christen. È una barriera che nemmeno il sostegno finanziario, indicizzato al costo della vita nei vari paesi, riesce ad abbattere completamente. La Svizzera rimane comunque un paese caro.

Per permettere a un numero maggiore di studenti di trascorrere un breve periodo in Svizzera, la presidente dell’ESN chiede un miglioramento dell’offerta di borse di studio. Un altro grosso problema è la carenza cronica di alloggi a Ginevra e Zurigo. «Molti vorrebbero frequentare un’università in Svizzera, ma vi rinunciano non trovando appartamento», continua Magnat.

La lingua è un ulteriore ostacolo, sostiene Christen della Fondazione ch. Infatti, molti corsi universitari non sono impartiti in inglese. Dello stesso avviso è anche Amherd. L’ambasciatore elvetico dell’Erasmus sottolinea che specialmente a livello di master è importante offrire l’insegnamento nella lingua di Shakespeare, facilitando così agli studenti l’accesso al mondo del lavoro.

Ricorda, tuttavia, che un’università non dovrebbe proporre lezioni solo nella lingua straniera, dimenticando quella d’origine perché rischierebbe di snaturare i tratti distintivi dell’istituto.

Da un anno, la Svizzera è di nuovo un membro a tutti gli effetti del progetto Erasmus, status che le permette di ampliare la sua paletta di offerte e di accrescere le collaborazioni. Dopo il no allo Spazio economico europeo del 1992, era stata relegata a un ruolo marginale. In futuro, forse, il numero di studenti che sceglieranno le università elvetiche potrebbe aumentare. Questo è almeno l’augurio di Amherd.

Problemi di riconoscimento

Anche se negli ultimi dieci anni il numero di studenti elvetici ad approfittare dell’iniziativa è raddoppiato, non si può dire che la Svizzera abbia tenuto il passo con i paesi europei in fatto di mobilità fra giovani accademici.

«Molti si pagano lo studio con un lavoro part-time. Durante un anno Erasmus devono sbarcare il lunario senza questa fonte d’entrata. Ad alcuni sono invece le scartoffie da compilare a mettere paura», dice Karin Christen della Fondazione ch.

Brianne Magnat, la presidente dell’Erasmus Student Network, ha individuato un altro scoglio. «Le università non riconoscono sempre i corsi seguiti dai propri studenti negli istituti partner. Per questo motivo, c’è chi rinuncia a un soggiorno all’estero perché non vuole perdere tempo».

«Il cosiddetto ‘Learning Agreement’, sottoscritto sia dall’università d’origine che da quella d’accoglienza, dovrebbe invece garantire il riconoscimento di tutti gli studi», spiega Christen. In realtà, però, questo accordo non viene sempre applicato alla lettera. «È un problema diffuso in tutta l’Europa e sul quale discutiamo continuamente».

Malgrado questi nei, il programma di scambio Erasmus è molto popolare fra gli studenti. Nessuno, quindi, vuole rinunciare a questa opportunità, anche se può significare affrontare qualche difficoltà in più. «Chi si aspetta che tutto funzioni come a casa, è meglio che non si imbarchi in questa avventura», conclude Marco Amherd.

Nel 2012 viene celebrato il 25esimo anniversario del programma Erasmus in tutta l’Europa.

In Svizzera sarà festeggiato il 27 settembre a Berna. La festa sarà organizzata dalla Fondazione ch e dall’Erasmus Student Network (ESN).

Il progetto Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, nasce nel 1987 su iniziativa dell’Unione Europea.

Al programma partecipano 33 Stati (27 paesi dell’UE e Svizzera, Norvegia, Liechtenstein, Croazia, Turchia) e più di 4’000 atenei.

Budget annuale: 450 milioni di euro.

Entro il 2013 saranno circa 3 milioni gli studenti ad aver soggiornato all’estero nel quadro di Erasmus.

Francia, Germania e Spagna sono i paesi d’origine e di destinazione del maggior numero di giovani universitari.

Al programma scambio partecipano 35 università, politecnici, scuole universitarie professionali, alte scuole pedagogiche e scuole specializzate superiori.

Nel 2010-2011 circa 2’400 studenti e quasi 400 professori hanno aderito al programma, circa il doppio rispetto a 10 anni fa.

Nello stesso periodo, sono stati all’incirca 2’700 giovani a scegliere la Svizzera per un soggiorno Erasmus, due volte il numero registrato negli anni 2001-2002.

Budget annuale: circa 6 milioni di euro.

Le destinazioni preferite dagli studenti svizzeri sono Germania, Spagna e Francia. Da questi tre Stati proviene anche il maggior numero di studenti che scelgono un’università elvetica.

Gli atenei più popolari sono i politecnici federali di Losanna (EPFL) e di Zurigo (ETH), così come le università di Ginevra e di Losanna.

Traduzione dal tedesco di Luca Beti

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