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25 anni di Centro svizzero di calcolo scientifico

Nell'avveniristica sede di Lugano, l'istituto di ricerca ospita supercomputer da milioni di miliardi di operazioni al secondo

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Venticinque anni fa apriva a Manno il Centro svizzero di calcolo scientifico. Spostatosi a Lugano nel 2012, è un istituto di ricerca di rilievo sul piano internazionale; nel 2015 ospitava il supercomputer più potente d’Europa.

Il primo supercalcolatore al CSCS, nel 1991, aveva una potenza di quasi 10 volte inferiore a quella degli attuali smartphone. Oggi, la macchina più potente produce 8 milioni di miliardi di operazioni al secondo.

Operazioni utili a ricercatori che possono effettuare delle simulazioni, come ricreare su computer la terra per studiare i terremoti, o fare delle previsioni su fenomeni meteorologici.

I supercomputer del CSCS permettono poi di analizzare grandi quantità di dati, provenienti ad esempio dal CERN di Ginevra.

“La sfida più grande è l’enorme concorrenza che abbiamo”, spiega il direttore del CSCS Thomas Schultess, “a partire da compagnie come Google che hanno molti più soldi e quindi fanno aumentare i prezzi di acquisto dei sistemi. Ma un’altra difficoltà è la concorrenza nell’assunzione di personale qualificato. Dobbiamo davvero impegnarci per trovare persone in gamba.”

Eppure il percorso che ha portato alla creazione del CSCS è stato assai in salita, come ricorda Michele De Lorenzi, ex condirettore del Centro [cfr. video].

Il Centro svizzero di calcolo scientifico conta una settantina di collaboratori di 13 nazionalità diverse.

Scopri di più nell’intervista a una scienziata italiana impiegata al CSCS: La mia Svizzera #3: Maria Grazia Giuffreda e qui: A Lugano il supercomputer più potente d’Europa.

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