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2006 – Un anno all’insegna del cinema svizzero

Dal film "Vitus": Bruno Ganz, a destra, è il nonno di un bambino prodigio, il pianista Teo Gheorghiu Keystone

Il Pardo d'oro al festival di Locarno a "Das Fräulein" di Andrea Staka, "Vitus" di Fredi Murer in lizza per la nomina all'Oscar. Sono solo alcuni esempi della nuova vitalità del cinema svizzero.

Lo sforzo da parte delle istituzioni per favorire un cinema di qualità, ma che piaccia anche al grande pubblico, sembra dare dei frutti.

Nicolas Bideau, da circa un anno direttore della sezione Cinema dell’Ufficio federale della cultura, sembra davvero aver impresso un nuovo orientamento al settore. Il suo motto, promuovere cinema di qualità ma popolare, ha giovato alla mini industria cinematografica elvetica.

La quota di produzioni elvetiche sul mercato nazionale ha raggiunto il 10% nel 2006, contro il 5,96 del 2005 e il 2,59 del 2004.

Vitus piace anche all’estero

“Vitus” di Fredi Murer, che rappresenterà la Svizzera al concorso per gli Oscar 2007, è stato uno dei film di maggiore successo, con oltre 200’000 entrate nelle sale elvetiche.

Grazie alla sua qualità e alla presenza dell’attore di fama mondiale Bruno Ganz e del giovane pianista Teo Gheorghiu, il film ha avuto una buona ricezione anche all’estero: è stato acquistato da circa 20 Paesi e ha partecipato a più di sei festival internazionali tra cui Berlino (dove ha vinto l’Orso di bronzo), Roma, Chicago e Los Angeles (il Festival dell’American Film Institute), dove per tre volte ha vinto il premio del pubblico.

Solo Vitus però, dei film elvetici che nel 2005 hanno attirato più di 100’000 spettatori (gli altri sono: “Mein Name ist Eugen”, “Grounding”, “Die Herbstzeitlosen” e “Handyman”), ha veramente sedotto il pubblico anche fuori dalla Svizzera.

Troppo presto per decidere se anche la commedia sulla terza età “Die Herbstzeitlosen”, uscita in autunno, entusiasmerà gli spettatori stranieri. In patria ha totalizzato ben 300’000 entrate.

La vetrina di Locarno e nuove scuole di cinema

Altri due lungometraggi da non dimenticare sono “Nachbeben”, di Stina Werenfels, che ha vinto il festival Europa Cinema di Viareggio, e “La vraie vie est ailleurs” di Frédéric Choffat, premiato alle Giornate del film francese di Tubinga e anche a Stoccarda.

E poi ci sono i tanti film corti e di animazione che regolarmente partecipano a festival internazionali, per non parlare dei documentari, uno dei punti forti della cinematografia elvetica: tre documentari svizzeri, tra cui “The Giant Buddahs”, di Christian Frei, sono passati dal Sundance festival.

Gli esperti concordano sul fatto che rispetto agli anni passati, la qualità dei contributi svizzeri all’edizione 2006 del Festival del film di Locarno è migliorata. E infatti il Pardo d’oro di quella che resta la manifestazione cinematografica più importante in Svizzera è andato ad una produzione elvetica, “Das Fräulein”, che ha vinto anche il premio come miglior film e per la miglior interpretazione femminile al festival del cinema di Sarajevo.

Il nuovo fermento del cinema elvetico non riguarda solo la produzione: quest’anno sono stati istituiti a Zurigo, Losanna e Ginevra anche dei nuovi corsi di master in cinema.

swissinfo, Raffaella Rossello

Nel 2006 sono stati prodotti 37 film di finzione elvetici.
55 film (18 di finzione, 15 documentari e 22 corti) sono stati selezionati in importanti festival internazionali.
37 di loro sono stati premiati.
Nel 2005 solo 10 film, su 45 in totale, avevano vinto dei premi.

A differenza di altre annate, in cui solo uno o due film facevano incassi record, nel 2006 diversi lungometraggi sono andati bene al botteghino.

Su un totale di 14 milioni di biglietti venduti in Svizzera (al 1° dicembre 2006), 1,4 milioni erano per film svizzeri.

Il più visto (con 380’000 entrate) è “Grounding”, che racconta il fallimento di Swissair. Altri 4 film hanno superato la barriera delle 200’000 entrate.

Con un milione di spettatori “Die Schweizermacher” (1978) resta il film svizzero più visto nella storia, seguito da “Mein Name ist Eugen” (2005), con 586’000 e dalla commedia “Achtung, fertig, Charlie!” (2003), vista da 564’000 spettatori.

In dicembre Cinésuisse, l’organizzazione mantello dell’industria cinematografica svizzera, ha chiesto al parlamento di aumentare il budget del programma d’incentivazione dei film svizzeri.

Denominato “Success Cinema” premia i film di maggior successo. Cinésuisse vorrebbe che venisse portato a 7,5 milioni di franchi.

Attualmente è di 4,5 milioni, ma in un clima che da anni mira soprattutto ai risparmi, è poco probabile che la Confederazione soddisferà la richiesta.

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