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1° maggio dall’Estremo Oriente alla piazza Rossa

Le richieste delle piazze si articolano su lotta al precariato e dignità dei salari; si riflette anche sulla piaga del lavoro minorile

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Cortei e manifestazioni si stanno tenendo in tutta Europa e nel mondo. I primi a scendere in piazza per le rivendicazioni dei lavoratori sono stati, naturalmente, gli asiatici.

Le prime piazze ad animarsi sono state quelle in Corea del Sud, Indonesia, e nelle Filippine.

A Manila, i manifestanti hanno bruciato l’effigie del presidente Benigno Aquino, cui chiedono maggior protezione per il mercato del lavoro.

Le richieste delle piazze si articolano tutte sugli stessi punti: lotta al precariato, dignità dei salari, riconoscimento dei diritti dei lavoratori. Ed è una giornata in cui tutti sono chiamati a riflettere sulla piaga del lavoro minorile: perché al mondo si contano, secondo l’Unicef 150 milioni di piccoli schiavi costretti a consumare la propria infanzia in fabbriche, campi o miniere.

Anche Mosca, calda e assolata in questa domenica di maggio, ha visto migliaia di persone sfilare e ricordare il senso internazionale di questa giornata di rivendicazioni. Di nuovo sulla piazza Rossa, una tradizione che era stata sospesa dopo il crollo dell’Unione Sovietica e che è stata reintrodotta solo due anni fa.

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