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«Swissbau», la mecca del settore dell’edilizia

Alla Swissbau di Basilea va in scena il futuro dell'edilizia. www.swissbau.ch

Dal 25 al 29 gennaio, Basilea accoglie la tradizionale fiera biennale consacrata alle novità e al futuro del ramo della costruzione.

Oltre a presentare una gamma impressionante di prodotti, la rassegna dà ampio spazio alla tematica dell’abitazione ecosostenibile.

«Costruisco, ci vado » : è questo uno dei motti di Swissbau, l’appuntamento obbligato per l’edilizia in programma nella città renana.

Ed effettivamente lo slogan sembra appropriato, visto la notevole partecipazione d’espositori alla fiera basilese. Sono infatti poco meno di 1’400 le aziende che presentano tutto ciò che di meglio si fa nel ramo della costruzione e dei suoi derivati.

Un ramo – è bene ricordarlo – molto importante per l’economia elvetica: nel 2003 per rinnovare o costruire nuovi edifici sono stati spesi oltre 44 miliardi di franchi, pari a circa il 10 per cento del prodotto interno lordo.

Ad approfittare della vetrina nella città sul Reno sono naturalmente soprattutto le ditte svizzere (quasi 1’200), ma non mancano aziende tedesche, austriache od italiane.

Due eventi sotto un unico tetto

Per la prima volta, la fiera riunisce due rassegne che finora erano rimaste separate: una legata alla costruzione metallica (il salone «Metallbau») e l’altra all’edilizia.

Per facilitare la visita, i cinque spazi espositivi sono stati suddivisi in quattro tematiche precise: costruzione grezza/involucri di edifici, finitura di interni, tecnica/cantiere, concetto/progettazione.

Nei 70’000 metri quadrati della fiera non manca proprio nulla. Materie prime, attrezzi, manufatti in legno, prodotti chimici, vernici, ma anche finestre, cucine, rivestimenti, sistemi di riscaldamento… una vera e propria caverna di Alì Babà in formato gigante insomma per tutti gli addetti ai lavori o i semplici curiosi.

Non solo merci

Alla «Swissbau» non ci si limita però a semplicemente allineare una vasta gamma di prodotti.

Un ampio spazio è dedicato a temi specifici, come quello della sicurezza sul lavoro o della catena di produzione numerica, che va dall’architetto all’artigiano, passando dal computer e dai robot.

Al Centro dei Congressi si può inoltre visitare un’esposizione consacrata ai progetti e alle visioni per «Ground Zero», la zona di Manhattan dove sorgevano le Torri Gemelle.

Un aspetto che salta all’occhio è l’importanza attribuita alla cosiddetta «casa passiva», ossia un tipo d’edificio costruito secondo standard basati sull’integrazione di tecnologie e materiali appropriati, che oltre ad assicurare un’elevata qualità abitativa consentono una riduzione considerevole dei consumi energetici. Una casa ecologica, insomma.

Per un’edilizia «sostenibile»

Secondo le statistiche dell’Ufficio federale dell’ambiente, in Svizzera ogni anno case d’abitazione, edifici industriali e di servizio sono responsabili dell’emissione di circa la metà delle 40 milioni di tonnellate di CO2 diffuse nell’atmosfera.

Una buona panoramica delle possibilità di risparmio energetica è fornita dall’esposizione sostenuta dall’Ufficio federale dell’energia. Il visitatore è sensibilizzato alla problematica attraverso uno spettacolo multimediale.

Già con investimenti minimi, è possibile economizzare notevoli quantità d’energia. Nelle case monofamiliari, ad esempio, installando delle valvole termostatiche sui radiatori, che consentono di mantenere automaticamente al livello desiderato la temperatura del locale, sono possibili risparmi fino al 20 per cento.

Il «non plus ultra» in materia di facciate

A mostrare tutto il potenziale di risparmio energetico che vi è ancora nell’edilizia è però soprattutto la «Smart PowerHouse». Su tre piani e su una superficie, questo piccolo gioiello tecnologico racchiude tutto quanto di meglio si fa in materia di facciate.

Organizzata dalla Centrale svizzera dei costruttori di finestre e facciate e dall’Unione svizzera del metallo, l’esposizione è il risultato delle competenze e dei prodotti di una trentina di ditte elvetiche.

I diversi tipi di facciate che compongono le pareti della casa, illustrano come è possibile conciliare esigenze economiche, ecologiche e di confort. Le soluzioni presentate permettono una diffusione ottimale della luce, assicurando il necessario ricambio senza perdite di calore inutili.

Un consumo energetico ridotto ai minimi termini

«Con una facciata passiva come questa», ci spiega l’architetto Reto Miloni, responsabile del progetto, «il consumo energetico può essere ridotto di dieci volte rispetto ad una costruzione tradizionale». Il sistema di finestre e di imposte d’alluminio garantisce infatti in inverno un assorbimento massimo del calore del sole e dispersioni minime e in estate una ventilazione ideale.

Se a questo sistema vengono poi aggiunte delle cellule fotovoltaiche sulle facciate esposte a sud, la casa può praticamente essere autonoma dal punto di vista energetico.

Si può quindi cominciare a preparare un funerale per il riscaldamento a nafta? Sicuramente no. Tenuto conto delle spese necessarie per dotare un edificio di questi sistemi all’avanguardia, l’impianto tradizionale ha ancora una lunga vita davanti a sé.

Riflettendo però a lungo termine e valutando i possibili risparmi (in primis di combustibile), le considerazioni sono senz’altro diverse. Ne va del nostro portamonete, ma anche – e soprattutto – della qualità del nostro ecosistema.

swissinfo, Daniele Mariani

A «Swissbau» sono presenti quasi 1’400 espositori provenienti da 26 paesi.
La fiera occupa una superficie di 70’000 metri quadrati.
Oltre ai normali stand, vi sono quattro presentazioni speciali e diverse manifestazioni annesse, tra cui conferenze e tavole rotonde.

Il ramo della costruzione riveste un’importanza primordiale per l’economia elvetica. Nel 2002, gli investimenti erano stati di circa 44 miliardi di franchi.

Negli ultimi anni l’edilizia ha vissuto dei momenti difficili; nel 1991 nel settore erano impiegate più di 380’000 persone, mentre nel 2001 erano poco più di 293’000. Da qualche tempo però vi sono dei segnali di ripresa.

Le costruzioni ecologiche assumono un peso sempre più rilevante. Da un lato i cittadini sono più sensibili a questa problematica, dall’altro vi sono spinte istituzionali volte a garantire il raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas ad effetto serra.

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