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“Svizzera Turismo” in Italia a caccia di clienti più giovani

Non solo Cervino e cioccolata, ma nuovi trend come la Street Parade di Zurigo nella strategia di Svizzera Turismo swissinfo.ch

Se si vuole ringiovanire il turismo proveniente dall'Italia, l'immagine della Svizzera ha bisogno di una spolverata. Svizzera Turismo ci sta provando e scommette sul concetto di "ferie di qualità" e su offerte di avvenimenti attenti alle nuove tendenze alla moda. "Sono pazzi questi svizzeri" è lo slogan scelto per questo cambiamento di rotta.

Il compito di Svizzera Turismo a Milano e a Roma è di fare in modo che gli italiani vadano a trascorrere le loro vacanze in Svizzera. Una ricerca di mercato ha evidenziato un preciso problema della Svizzera in Italia. Il turista italiano sa che la Svizzera può offrire paesaggi stupendi, ma ha anche l’impressione che il paese sia così ordinato e preciso da risultare poco dinamico e addirittura un tantino noioso: una destinazione per persone non più giovanissime.

Svizzera Turismo ha deciso di sfatare questo mito. Accanto a montagne, laghi e natura sono dunque proposte anche altre sfaccettature, come arte e gastronomia. La vicedirettrice per l’Italia di Svizzera Turismo Piccarda Frulli precisa che nella nuova offerta sono inclusi anche quegli avvenimenti che sembrano un poco “fuori di testa”, come ad esempio la Street Parade di Zurigo, evento di musica techno ormai conosciuto in tutto il mondo.

Il pubblico mirato è quello della coppia di età compresa fra i 25 e i 40 anni, di un ceto socio-culturale medio-alto. Il budget a disposizione per questo nuovo marketing è di 1 milione di franchi; la metà è fornita da Svizzera Turismo, l’altra metà dai contributi dei partners.

Secondo Piccarda Frulli, l’immagine di un paese caro continua a penalizzare la Svizzera in Italia, ma non corrisponde più alla realtà. “Oggi, abbiamo offerte con prezzi paragonabili a quelli praticati da destinazioni simili alla Svizzera, come l’Austria, il Trentino o la Val d’Aosta.”

Svizzera Turismo cerca di diffondere il suo messaggio passando dai canali tradizionali come le agenzie turistiche, ma anche sollecitando, ad esempio nel Centro-sud, gli operatori che si trovano all’interno dei ministeri e delle grandi fabbriche, che in Italia hanno una fetta di mercato addirittura più rilevante di quella dei tour operators stessi. Anche Internet svolge un ruolo importante. Svizzera Turismo ha invece rinunciato alla presenza di un proprio ufficio e al contatto diretto con la clientela. Tutte le informazioni vengono fornite per telefono tramite un numero verde.

Questa nuova campagna è stata avviata soltanto l’anno scorso ed è troppo presto per trarre un bilancio. Finora, il turismo di provenienza italiana si situa al sesto posto in Svizzera, dietro al turismo interno svizzero, alla Germania, agli Stati uniti, alla Gran Bretagna e alla Francia. I pernottamenti dei turisti italiani costituiscono il 2,7% dell’insieme. Non bisogna però dimenticare che una gran parte dei pernottamenti sfugge alle statistiche, perché moltissimi italiani soggiornano in Svizzera ospiti di parenti o amici. Importante anche il turismo pendolare tra l’Italia e i cantoni confinanti come Vallese e Ticino. I pernottamenti degli italiani nel settore alberghiero e para-alberghiero registrati dalle statistiche si aggirano attorno a 1,4 milioni.

Per quanto riguarda le destinazioni degli italiani che vanno all’estero, la Svizzera si trova soltanto all’ottavo posto insieme agli Stati uniti, preceduta da Francia, Spagna, Germania, Nordafrica, Gran Bretagna, Austria e Grecia.

La Svizzera, paese confinante con l’Italia, resta poco conosciuta. “Ci sentiamo rivolgere dai clienti domande curiose, del tipo se in Svizzera si parla lo svizzero. Quando poi spieghiamo che la Svizzera è un’Europa in miniatura, con quattro lingue, quattro culture, quattro cucine, la gente è subito molto interessata.”

Ma il turista italiano è molto esigente e non tollera disservizi. “Gli echi che riceviamo sono molto positivi, precisa Piccarda Frulli, ma vorrei invitare gli albergatori svizzeri ad essere più flessibili ad esempio sugli orari dei pasti, perché gli italiani sono abituati a mangiare tardi. Consiglierei anche di compiere più spesso piccoli gesti come quello di offrire il caffè alla fine del pasto.”

Mariano Masserini

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