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“Svizzera rischia ritardo nel campo delle vetture elettriche”

Gli importatori auspicano aiuti federali. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera rischia di accumulare ritardo in materia di vetture elettriche: l’allarme viene lanciato dall’associazione degli importatori Auto-Svizzera.

L’organismo chiede condizioni quadro favorevoli, invitando in particolare il Consiglio federale a esonerare anche oltre il 2023 le auto elettriche dall’imposta del 4% prelevata sui veicoli nuovi che arrivano nella Confederazione.

Nel 2022 il 25,9% delle vetture nuove era ricaricabile attraverso la rete elettrica: stando a un’indagine interna fra i suoi membri Auto-Svizzera si aspetta che questa quota raddoppierà entro la fine del 2023, raggiungendo il 49,7%. Quest’anno i cosiddetti veicoli plug-in potrebbero già essere il 31,8%.

“Il 2023 è iniziato bene, la situazione sul fronte delle consegne è sempre più affidabile, dopo le difficoltà causate dalla pandemia e dallo scoppio della guerra in Ucraina”, spiega il vicepresidente dell’organizzazione (e numero uno di Ford Svizzera) Donato Bochicchio, citato in un comunicato diffuso in occasione della conferenza stampa annuale. “Questo ha un effetto positivo anche sulle quote di mercato delle auto elettriche”. La Svizzera è però scesa al nono posto nel confronto europeo delle quote di mercato dei veicoli plug-in nel 2022, continua Bochicchio.

L’elettrico sta comunque intanto prendendo fortemente piede nel segmento dei veicoli commerciali leggeri e pesanti. Gli affiliati ad Auto-Svizzera ipotizzano che la quota di mercato dei furgoni a emissioni zero potrebbe passare dall’attuale 10% circa al 23,3% entro la fine del 2025. Gli ibridi plug-in dovrebbero aggiungere un altro 2,4%. Uno sviluppo simile sta emergendo per i camion: l’elettrificazione sta guadagnando slancio nel decennio in corso e si prevede che culminerà in una quota di mercato del 52,6% entro il 2030.

“In futuro i servizi di trasporto sostenibile saranno sempre più richiesti”, argomenta il direttore di Auto-Svizzera Andreas Burgener, a sua volta citato nella nota. “Ciò garantirà una corrispondente domanda di veicoli con motorizzazioni prive di emissioni. Gli importatori svizzeri sono ben preparati e stanno ampliando continuamente la loro gamma di veicoli commerciali elettrici e a idrogeno.”

La crescita dell’elettrico nelle autovetture e nei veicoli commerciali non è però scontata. Sono necessari condizioni quadro e incentivi adeguati, sostiene il vicepresidente dell’associazione (e numero uno di Emil Frey) Marcel Guerry: “La Svizzera non ha quasi nessuna misura di sostegno a livello nazionale, come per esempio i premi d’acquisto, che molti dei nostri paesi vicini hanno invece predisposto”, si rammarica il manager. “E ora il Consiglio federale vuole anche abolire l’esenzione dei veicoli elettrici dalla tassa automobilistica a partire dal 2024. In questo modo il governo sta ostacolando l’espansione della mobilità elettrica, poiché ciò farebbe aumentare i prezzi di acquisto”.

L’organizzazione chiede quindi all’esecutivo di mantenere il privilegio fiscale per l’auto elettrica. Il mondo politico viene inoltre invitato a garantire un’alimentazione elettrica affidabile, prezzi energetici interessanti e una rapida espansione dell’infrastruttura di ricarica. “Solo con queste condizioni quadro favorevoli gli ambiziosi obiettivi di mercato degli importatori svizzeri di automobili per la mobilità elettrica potranno diventare realtà nei prossimi anni”, conclude l’associazione.

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