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“Speed date” tra svizzeri e italiani, che affare!

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A volte basta un clima disteso, informale, per facilitare le relazioni. Vale anche nel mondo degli affari, dove gli incontri promettenti nascono spesso al di fuori dei contesti istituzionali, tutti doppio petto e abbottonati. Provare per credere.

Se funziona tra single, perché lo speed date non dovrebbe funzionare – con i dovuti adattamenti – per chi si muove nel mondo degli affari? Vediamo cosa c’è di vero.

Il Centro svizzero di Milano è particolarmente popolato per un martedì mattina. Un centinaio di imprenditori, uomini d’affari, rappresentanti di aziende e società, si stanno organizzando. Da lì a poco inizierà, per alcuni di loro, un’esperienza tutta nuova.

Si chiama Swiss value matching: è uno spazio per favorire gli scambi tra aziende svizzere e italiane. Gli incontri si sviluppano secondo la formula del time lift: 2,5 minuti di tempo per presentare la propria azienda e fare circolare materiale informativo (biglietto da visita, brochure o altro) dinanzi a una platea di 20 imprenditori per un totale di 3 tornate di incontri, alla fine dei quali ogni partecipante avrà conosciuto direttamente 60 imprenditori.

L’ora dell’aperitivo e le sue occasioni

L’iniziativa di sperimentare un nuovo tipo di approccio tra le aziende dei due paesi, interessate ad allacciare forme di collaborazione o relazioni di affari, è della Camera di commercio svizzera in Italia (CCSI) che si è avvalsa della collaborazione di alcuni giovani imprenditori di Confindustria.

L’idea di sdoganare lo “speed date” (la formula per favorire nuove conoscenze tra uomini e donne che spopola negli USA e in Italia) nel mondo degli affari, è venuta a Mimmo Lobello e Luca Picasso, due giovani imprenditori italiani fondatori della società “K4B”, ovvero Key For Business.

“Nella nostra esperienza quotidiana in Confindustria – racconta a swissinfo Mimmo Lobello – ci siamo resi conto che a volte le relazioni sono contrassegnate da difficoltà. E siccome riteniamo che la relazione sia la base dello sviluppo economico, abbiamo pensato che l’ora canonica dell’aperitivo milanese potesse essere un buona occasione per fare incontrare gli imprenditori in un contesto rilassato”.

Il successo non si è fatto attendere. “A volte durante questi incontri informali, nati per dare spazio alla prospettiva, nascono e si sviluppano contatti che in certi casi si trasformano in vere e proprie relazioni commerciali. L’esperienza fatta fin qui – aggiunge Lobello – è incoraggiante. Il quotidiano economico Il Sole 24 ore ci ha perfino dedicato una rubrica”.

Se l’ora dell’aperitivo ha portato i suoi primi frutti, al Centro svizzero di Milano si è introdotta l’ora del caffè, o se si preferisce del coffee break , per usare un anglicismo eccessivamente ricorrente nel mondo degli affari.

Osare più strade tra svizzeri e italiani

“Oggi per noi è un momento importante – spiega a swissinfo Alessandra Modenese Kaufmann, segretaria della CCSI – perché sperimentiamo una formula moderna per fare incontrare, nell’arco di un paio di ore”, cento aziende italiane e svizzere. Da questo evento piuttosto innovativo – ci aspettiamo di favorire i contatti tra imprese”.

“Tra i nostri obiettivi – continua la segretaria generale – c’è infatti lo sviluppo di sinergie tra le due realtà. In un momento di crisi e di scenari economici molto incerti, il vero valore aggiunto che una camera di commercio come la nostra può dare, è proprio un network qualificato. E oggi noi lo mettiamo a disposizione delle aziende”.

In questo piccolo grande mondo che si muove al terzo piano del Centro svizzero di Milano – abitato prevalentemente da uomini – spicca una donna alta, elegante, capelli cortissimi, sguardo pieno di argento vivo. È la console generale aggiunta Evelyne Stampfli, che segue con grande interesse, passando di sala in sala, la serie di scambi veloci.

“Per le aziende svizzere in Italia e per le aziende ticinesi si tratta di un’opportunità fantastica per farsi conoscere in Lombardia. Queste nuove modalità di incontro, che si sviluppano senza vincoli istituzionali – dice a swissinfo Evelyne Stampfli – possono portare frutti insperati. Spero di poter proporre questa iniziativa anche in altre regioni e province italiane, che si trovano nel raggio di azione del nostro consolato, come per esempio all’Emilia Romagna”.

Aperture sull’orizzonte della crescita

Evelyne Stampfli sa perfettamente che ogni sfida deve essere raccolta, senza complessi. “La Svizzera ha sicuramente una solida cultura aziendale, aprirsi ai cambiamenti può essere solo positivo. Perché in un mondo che cambia velocemente e dove la concorrenza è forte, non ci si può fermare”.

Insomma con la sua grande carica di energia, la diplomatica invita ad osare. Sulla stessa lunghezza d’onda Philippe Praz, primo segretario dell’ambasciata svizzera a Roma, giunto a Milano per vedere con i propri occhi questa novità: “È un’ottima idea promuovere nuove modalità per facilitare gli scambi commerciali tra i due paesi”.

Philippe Praz sottolinea infatti che l’Italia è il secondo partner commerciale della Svizzera: “Quello italiano è un mercato che dobbiamo curare. Ricordiamoci che il nord Italia è una delle regioni economicamente più dinamiche d’Europa”. Dentro e fuori anche lui dalle sale, commenta così: “Ho seguito alcuni incontri tra aziende: c’è molto dinamismo e concretezza”.

Partner dell’iniziativa anche la Camera di commercio del canton Ticino. Marco Passalia, vice direttore e responsabile del servizio esportazioni, è un giovane dirigente con una visione molto aperta sul mondo. “Fare business con queste nuove modalità, svincolate da un approccio istituzionale spesso rigido, significa rompere le barriere del formalismo. Il contatto tra le persone è molto diretto, si arriva subito al dunque. I commenti che ho raccolto dalle aziende ticinesi presenti a Milano, è positivo”.

Una ventata di freschezza che ha portato a Milano solo una decina di aziende ticinesi. “È vero. Occorre però tenere presente – conclude Passalia – che per le aziende ticinesi che hanno maggiore interesse nelle esportazioni, il mercato di riferimento è il nord Europa. Per promuovere concretamente Lombardia e Piemonte si dovrà fare di più”.

swissinfo, Françoise Gehring, Milano

L’iniziativa è stata organizzata dalla Camera di Commercio Svizzera in Italia in collaborazione con i Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria di Monza e Brianza, Lecco, Pavia, Sondrio e Legnano.

Vi hanno aderito la Camera di Commercio del Canton Ticino e il Canton Ticino con il programma di promozione economica Copernico. L’evento ha beneficiato del patrocinio del Consolato generale di Svizzera a Milano e della Regione Lombardia.

All’evento hanno partecipato cento aziende, per la maggior parte italiane. Una trentina le aziende svizzere, di cui una decina in provenienza dal Ticino.

Dal 2004 l’Italia è il secondo partner commerciale della Svizzera (con una quota parte al commercio estero del 9,7% nel 2007), dopo la Germania (26,3%%) e davanti alla Francia (8,9%).

L’Italia è il secondo fornitore (11% delle importazioni elvetiche) e rappresenta per la Svizzera il terzo mercato di esportazione (9%).

Per l’Italia,la Svizzera è il sesto mercato di esportazione e occupa l’11esimo posto tra i fornitori. Nel 2007 le esportazioni svizzere verso l’Italia (+ 11%) e le importazioni in provenienza dal Bel Paese (+ 11%) sono state caratterizzate da una notevole progressione.

Nel 2007 le esportazioni elvetiche in Italia hanno raggiunto i 17,6 miliardi di franchi, mentre le importazioni dal Bel Paese si sono attestate a 20,4 miliardi di franchi. (fonte: SECO, dati aggiornati al 17.12.2008)

Ancora oggi, la colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

Anche la colonia svizzera in Italia è cresciuta dopo la fine della seconda guerra mondiale e oggi conta circa 50’000 persone. In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti.

Alla fine del 2008 erano registrati 48’147 cittadini elvetici nei tre consolati svizzeri in Italia. I due terzi vivono nel nord del Paese. Nella circoscrizione consolare di Milano ve ne sono 24’536, in quella di Roma 16’623 e in quella di Genova 6’988.

Quattro delle 15 scuole svizzere all’estero si trovano in Italia: a Bergamo, Milano, Roma e Catania.

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