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“Sognando Grace Kelly e Cary Grant”

Locarno consegna l'Excellence Award 2010 a Chiara Mastroianni. pardo.ch

A dirlo è una diva, a modo suo, figlia di due divi. Chiara Mastroianni, davanti al pubblico del Festival del film di Locarno, confessa di aver avuto con sua madre Catherine Deneuve una passione comune: i film sui vampiri.

Fisico asciutto, un maquillage appena visibile (quando c’è), “l’allure” straordinariamente elegante di sua madre e lo sguardo ammaliante di suo padre. Chiara Mastroianni – figlia dell’attore italiano Marcello Mastroianni e dell’attrice francese Catherine Deneuve – ha ricevuto a Locarno l’Excellence Award 2010.

«Senza alcun dubbio una delle attrici di maggior talento della sua generazione – dichiara il direttore artistico Olivier Père – Chiara Mastroianni si è dimostrata all’altezza della sua eredità grazie ad una filmografia esigente e prestigiosa, che l’ha vista lavorare con alcuni dei più grandi maestri del cinema e con i migliori registi contemporanei».

«Sono felice d’essere qui» esordisce l’attrice. «Dopo la laurea e la patente dell’auto è il primo premio che vinco. Quando mi ha chiamato Olivier e ho visto la lista di coloro che hanno vinto questo premio prima di me, mi è venuto mal di pancia».

Due divi per genitori

Ma non basta avere il DNA di due attori famosi per essere una brava attrice. “Nonostante due genitori attori – spiega Chaira Mastroianni incontrando sabato mattina il pubblico di Locarno – la voglia di fare cinema non è scattata d’un colpo. È stata una scelta maturata nel tempo, anche se l’attrazione ha preceduto di molto la professione».

Non sognava i suoi genitori, che conosceva sotto ogni aspetto, ma Grace Kelly e Cary Grant. Ha comunque imparato molto da suo padre come spettatrice dei suoi film, così carichi di dimensione onirica.

«Da piccola, infatti, andavo a trovare mio padre sul set e mi piaceva vederlo felice mentre recitava; per lui era un divertimento. Io passavo giornate intere ad osservarlo. Quando non lavorava, Marcello amava sognare e dormire. Mio padre era molto più classico di quanto molti immaginino. Amo rivedere i suoi film perché è un’occasione per risentirlo e rivederlo».

“Il ballo dei vampiri”

È stata piuttosto la passione per il cinema di Catherine Deneuve, un’autentica cinefila, a spingere la figlia nel mondo del cinema. Davanti al pubblico Chiara Mastroianni ricorda infatti le sere in cui da piccola poteva andare a letto tardi perché i genitori, normalmente molto severi, le permettevano di guardare i film del cinéclub.

L’attrice italo-francese, insomma, è cresciuta davvero a pane e cinema. Del resto ha pubblicamente confessato che lei non può fare a meno di due cose: il cinema e la musica.

«Non appena poteva, mia madre mi portava con sé al cinema. Una sera ci presentiamo davanti al botteghino per comperare i biglietti per il film di Polanski “Le Bal des Vampires” (mia madre, e io con lei, adoriamo questo genere di film). La cassiera però si rifiuta di venderle il biglietto per me. ‘Enfin, je suis sa mère’, insiste garbata, ma perentoria, più volte. Fino ad avere la meglio. Il fatto che mia madre mi autorizzasse a vedere film per un pubblico più adulto, aveva un lato fuori legge che trovavo geniale»!

Il grande passo

Quando ha deciso di fare l’attrice, Marcello Mastroianni ha subito mostrato entusiasmo. «Lui, in fondo, aveva il bel ruolo. Mentre mia madre, con la quale vivevo quotidianamente, era molto preoccupata, inquieta e poco convinta. Questi suoi dubbi mi hanno portata a riflettere. E questa riflessione mi ha permesso di compiere una scelta ponderata per una professione figlia della passione».

Nelle poche occasioni che Chiara Mastroianni ha recitato con i suoi genitori, hanno sempre rispettato il suo lavoro. Ricorda, a questo proposito, un aneddoto sul set del film di Robert Altmann “Prêt-à-Porter”, in cui ha recitato insieme a suo padre e ad altre stelle del cinema mondiale.

“Io amavo andare sempre a pranzo in mensa, per parlare con i tecnici. Mentre mio padre, davvero un cultore della galanteria, faceva da ‘chevalier servant’ a Sophia Loren, che aveva un costume molto impegnativo e che di conseguenza non toglieva per le pause. Marcello le portava ogni giorno un panino mentre, guardandomi negli occhi mi chiedeva: ‘Vai a pranzare ancora in mensa, vero? Anche oggi mi lasci solo’».

«Non snobbo gli italiani»

Cresciuta in Francia, è convinta che molti registi italiani non sappiano neppure che parli italiano. E assicura di non snobbare il cinema del Bel Paese. «È vero che ai tempi dei miei genitori c’era molto più collaborazione tra Francia e Italia nella produzione dei film. Ora le cose sono diverse».

«Ma quando ho avuto l’occasione di recitare in Italia – conclude – sono stata contenta. Mi è piaciuto lavorare con Francesca Comencini e con Valeria Bruni Tedeschi. Mi sono divertita moltissimo a dire parolacce in italiano. L’italiano, in fondo, è una lingua che sento anche mia».

Françoise Gehring, Locarno, swissinfo.ch

Chiara Mastroianni è nata a Parigi nel 1972 dagli attori Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni. Nel 1994, con La mia stagione preferita (1993) di André Téchiné, la giovane figlia d’arte viene nominata come migliore attrice esordiente ai “Césars” del cinema francese.

Nello stesso anno recita nel film di Xavier Beauvois, N’oublie pas que tu vas mourir.

Gli anni successivi portano l’attrice alla celebrità in Francia e all’estero, grazie anche alle sue interpretazioni in film di registi del calibro di Robert Altman (Prêt-à-porter, 1994), Arnaud Desplechin (Comment je me suis disputé… Ma vie sexuelle, 1995), Raoul Ruiz (Tre vite e una sola morte, 1996; Il tempo ritrovato, 1999), Gregg Araki (Ecstasy Generation, 1997) e Manoel de Oliveira (La Lettera,1998).

Nel 1999 Chiara Mastroianni esordisce anche nel cinema italiano, viene infatti scelta da Sergio Castellitto proprio per il suo debutto alla regia con Libero Burro (1999) e da Francesca Comencini per Le parole di mio padre (2001).

Tra i suoi film più recenti vi sono Racconto di Natale (2008) di Arnaud Desplechin, Les chansons d’amour (2007) e Non ma fille, tu n’iras pas danser (2009) di Christophe Honoré – di cui è la protagonista principale.

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