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«Saddam ha meritato la pena di morte»

swissinfo.ch

Il giudice d'appello Munir Haddad ha assistito all'esecuzione dell'ex dittatore iracheno Saddam Hussein, impiccato sabato mattina a Bagdad.

Poco prima dell’esecuzione, swissinfo ha avvicinato Haddad, il quale si è detto di principio contrario alla pena di morte, sebbene nel caso di Saddam fosse giustificata.

Saddam Hussein è stato giustiziato sabato mattina alle 6.10 ora di Bagdad. Munir Haddad, giudice della Corte d’appello che ha confermato la condanna a morte, era tra i testimoni che hanno assistito all’impiccagione dell’ex dittatore.

Poco prima dell’esecuzione, swissinfo lo ha incontrato nella sua villa all’interno della Zona internazionale. Nel cielo al di sopra dell’altrimenti conosciuta Zona verde, sulle sponde del Tigri, alcuni elicotteri statunitensi Blackhawk volano a bassa quota senza luci di posizione, aggirandosi come ombre nere.

Il 43enne sciita Haddad, il quale ha sottoscritto la condanna a morte dell’ex presidente iracheno, sta aspettando l’imminente telefonata di convocazione al luogo dell’esecuzione.

swissinfo: Assisterà alla morte di Saddam Hussein?

Munir Haddad: Sì. Sono pronto a recarmi al punto stabilito. Attendo soltanto la telefonata dell’ufficio del primo ministro Nuri Al-Maliki.

swissinfo: Cosa proverà quando Saddam sarà giustiziato?

M. H.: Assolutamente niente. Sono un giudice, questo è il mio lavoro.

swissinfo: Cosa ne pensa della pena di morte?

M. H.: La odio. Ma tenuto conto dei crimini commessi da Saddam, ho votato per la condanna a morte. Nel caso di altri tipi di reati, mi ci oppongo. I crimini di Saddam hanno causato troppo vittime: 148 a Dujail e 180mila durante l’offensiva Anfal in Kurdistan.

swissinfo: Quale è il suo ruolo nell’esecuzione di Saddam?

M. H.: Sono il giudice d’appello e in quanto tale devo essere presente all’esecuzione a fianco del procuratore generale. Ho anche sottoscritto il verdetto della Corte d’appello (la quale ha confermato la condanna a morte di Saddam il 26 dicembre, ndr).

swissinfo: Le organizzazioni a difesa dei diritti umani hanno fortemente criticato la sentenza di condanna a morte, mentre l’Alto commissario dell’ONU per i diritti umani, Louise Arbour, ha esortato le autorità irachene a non procedere precipitosamente all’esecuzione. Ciononostante, lei ha confermato la condanna. Perché? E per quale motivo la considera necessaria?

M. H.: Dobbiamo applicare quanto stabilito dalla legge irachena. Il tribunale ha preso la sua decisione, la Corte d’appello pure. Saddam è stato giudicato colpevole per aver ucciso 148 persone a Dujail nel 1982.

swissinfo: Si poteva anche immaginare un altro tipo di sentenza?

M. H.: Assolutamente no.

swissinfo: Come reagirà la popolazione irachena, in particolare i sunniti, dopo l’esecuzione?

M. H.: Come ho già detto, sono un giudice. Delle ripercussioni politiche devono occuparsene i politici.

swissinfo: Lei ha firmato la condanna contro Saddam. Teme atti di vendetta?

M. H. No. Ho solamente paura di Dio.

swissinfo, intervista di Philippe Kropf, Bagdad
(traduzione: Luigi Jorio)

Saddam Hussein ha diretto l’Iraq dal 1979 alla caduta del regime, nell’aprile 2003.

L’ex rais è stato catturato dall’esercito statunitense il 13 dicembre 2003 nella città natale di Tikrit, a nord di Bagdad. Le immagini umilianti della sua cattura hanno fatto il giro del mondo.

I suoi figli Uday e Qusay, despoti a sua immagine, sono stati uccisi tre mesi più tardi dalle forze americane.

Durante il processo (iniziato il 19 ottobre 2005), il 69enne Saddam si è spesso mostrato arrogante e pugnace, ricusando il Tribunale speciale iracheno incaricato di giudicarlo.

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