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«Rothenthurm ha toccato l’anima profonda del paese»

Il paesaggio palustre di Rothenthurm salvato dall'iniziativa popolare del 1987 imagepoint

L'iniziativa di Rothenthurm festeggia i suoi vent'anni. I paladini della protezione delle paludi e dei paesaggi palustri ricordano l'anniversario questo venerdì.

Philippe Roch, ex direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, parla dell’iniziativa di Rothenthurm come di un passo avanti fondamentale per la protezione della natura in Svizzera.

Erano i tempi in cui vendeva «francobolli per salvare gli elefanti», ricorda Philippe Roch, all’epoca direttore della sezione svizzera del WWF. L’iniziativa voleva impedire che l’esercito realizzasse una piazza d’armi nel bel mezzo della pianura palustre di Rothenthurm (canton Svitto). Il 6 dicembre 1987, dalle urne uscì un sì all’iniziativa. Per Roch, che sarebbe poi diventato direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, fu «un gran bel momento».

swissinfo: Che ricordi ha della sera in cui fu reso noto il risultato della votazione?

Philippe Roch: È stato un momento stupendo, una magnifica vittoria per chi, come noi, si opponeva all’establishment. Sono poche le iniziative che superano lo scoglio delle urne. Il risultato dimostrò che il popolo svizzero era molto attaccato alla sua terra. Credo che abbiamo toccato l’anima profonda del paese.

Per me, che avevo partecipato alla raccolta delle firme, fu poi un onore potermi occupare dell’applicazione del testo in qualità di direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente.

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swissinfo: La campagna aveva anche un aspetto militare, perché ad essere avversata era la costruzione di una piazza d’armi. Crede che questo abbia influito sul risultato?

P.R. È stata una combinazione interessante. Ma il sentimento antimilitarista non sarebbe certo stato sufficiente per portare l’iniziativa al successo.

swissinfo: Chi ha lanciato l’iniziativa ha dovuto fare i conti con l’arroganza della Berna federale?

P.R.: No, non con l’arroganza, ma con la certezza che l’iniziativa non avrebbe avuto successo. Tanto più che era appena stata adottata la legge sulla natura che veniva vista come una specie di controprogetto.

Col successo dell’iniziativa di Rothenthurm, la natura ha messo a segno una doppia vittoria. È stato un passo molto importante. È Rothenthurm che ha attribuito alla Confederazione delle competenze chiare in materia di protezione della natura e che ha permesso d’iniziare ad inventariare i siti naturali d’interesse nazionale.

swissinfo: Come si è svolta la messa in pratica dell’articolo costituzionale?

P.R.: Quando sono arrivato alla testa dell’Ufficio federale dell’ambiente, nel 1992, l’iniziativa era oggetto di una levata di scudi, perché per i cantoni le proposte formulate da esperti esterni interessavano un territorio troppo vasto. Allora ho domandato a Flavio Cotti, all’epoca responsabile del Dipartimento dell’interno, di lasciarmi negoziare con i cantoni.

swissinfo: Quale cantone ha visitato per primo?

P.R.: Svitto, naturalmente. Sono andato dal membro del governo responsabile del dossier che ha preso le cose da lontano, spiegandomi il principio della proprietà collettiva degli alpeggi nel Muotathal, principio che esisteva già prima che fosse creata la Confederazione! È uno di quei momenti in cui ci si rende conto di quanto siano guardate con sospetto le proposte che vengono da Berna.

Mi sono mostrato comprensivo e ho ridisegnato i perimetri delle aree da proteggere. Alla fine abbiamo ridotto il piano iniziale del 10% e siamo arrivati ad inventariare una superficie che rappresenta poco più del 3% del territorio svizzero.

swissinfo: Da allora, la consapevolezza ecologica è aumentata?

P.R.: È un tema onnipresente, ma più da un punto di vista tecnico, climatico o energetico. L’iniziativa di Franz Weber sulle foreste (attualmente in discussione alla camera bassa del parlamento elvetico, ndr) ha delle buone probabilità di riuscita e secondo me sarebbe un’ottima occasione per gli svizzeri di confermare il loro attaccamento al paesaggio.

intervista swissinfo, Ariane Gigon Bormann
traduzione, Doris Lucini

«Le paludi e i paesaggi palustri di particolare bellezza e importanza nazionale sono protetti»: è così che comincia il testo di Rothenthurm, oggi diventato l’articolo 78, capoverso 5 della Costituzione federale.

Il comitato d’iniziativa era intenzionato ad opporsi al progetto del Dipartimento federale della difesa (all’epoca Dipartimento militare) che voleva costruire una piazza d’armi sulla pianura paludosa di Rothenthurm (canton Svitto).

Il 6 dicembre 1987, a sorpresa, il popolo svizzero accetta l’iniziativa con il 57,8% dei voti. Solo due cantoni la respingono, Svitto (52,7% di no) e Vallese (60,7% di no).

In seguito la Confederazione ha emanato tre ordinanze d’applicazione con relativi inventari.

Nato nel 1949, il ginevrino Philippe Roch è dottore in biochimica.

È stato responsabile per la Svizzera francese del WWF, organizzazione che l’ha visto in seguito membro della direzione nazionale e presidente fino al 1992.

Tra il 1992 e il 2005 ha diretto l’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio.

Oggi lavora come consulente indipendente.

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