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«Ogni affermazione razzista è una di troppo»

Un rifugiato del Sudan fa colazione in un centro d'accoglienza per richiedenti l'asilo. Keystone

Si sta assistendo ad una deriva xenofoba in Svizzera? Stando all'ultimo rapporto sugli episodi di razzismo trattati nella consulenza sembrerebbe proprio così. Due operatori sociali di Berna ridimensionano quest'analisi, ma nel contempo avvertono che la discriminazione latente è in aumento.

Un uomo di origine araba viene insultato verbalmente dal proprio superiore, che definisce lui e tutti i suoi simili “sotto-uomini” e invoca lo sterminio di tutti gli arabi. Una cittadina tedesca candidatasi per un posto di lavoro in Svizzera riceve una risposta negativa, nella quale le viene rimproverato di mancare di modestia, definendo questo atteggiamento tipico di una tedesca. Un indiano viene sfrattato dal suo appartamento perché accusato dalla portinaia di aver ammorbato l’intero condominio con il puzzo delle sue pietanze.

Sono tre esempi di razzismo, non eclatanti e dei quali i giornali non hanno quasi ma parlato, avvenuti in Svizzera l’anno scorso. Vengono raccontati e resi pubblici dal rapporto 2010 sugli “Episodi di razzismo trattati nell’attività di consulenza”. Questo documento è un’istantanea incompleta e frammentaria degli atti di discriminazione razziale nel nostro paese. Riunisce infatti soltanto i casi di esclusione o di discriminazione segnalati in sette consultori che fanno parte della “Rete di consulenza per le vittime del razzismo”.

«Anche se contribuisce a comprendere meglio la realtà discriminatoria in Svizzera, questo rapporto non è certo lo specchio della realtà», sottolinea Annette Lüthi, assistente sociale presso il consultorio contro la violenza e il razzismo gggfon, «La discriminazione latente, sommersa è cresciuta nel nostro paese. Chi è stato discriminato non trova infatti sempre il coraggio di denunciare l’abuso. Ha paura delle conseguenze o del confronto con l’accusato».

Deriva xenofoba in Svizzera?

“Episodi di razzismo trattati nell’attività di consulenza” è la terza analisi sovraregionale. Nel 2010, sono stati esaminati 178 episodi, 16 in più rispetto all’anno precedente. In particolare, sono aumentate le segnalazioni di atti razzisti contro persone di colore, di razzismo antimusulmano o casi riconducibili a un abuso di potere. Stando agli autori del rilevamento, si tratta di una tendenza «riconducibile a un non meglio precisato clima di xenofobia o intolleranza inconscia», favorita dal dibattito politico degli ultimi anni.

Stiamo dunque assistendo a una deriva anti-straniera nel nostro paese? «No, la maggioranza della popolazione svizzera si comporta in maniera corretta con gli stranieri», risponde Giorgio Andreoli, responsabile del progetto gggfon che, rifacendosi alle iniziative contro l’inforestierimento degli anni Settanta, ricorda come le tendenze xenofobe sono sempre esistite in Svizzera. «Oggi, tuttavia, questi atteggiamenti vengono accresciuti dalla retorica politica, che un tempo era appannaggio dell’estrema destra, ma che oggi è tollerata o adottata anche dai partiti moderati».

Il clima politico che si respira in Svizzera, ma anche in Germania, Svezia, Francia o Finlandia non favorisce certo il dialogo e il rispetto tra persone provenienti da realtà diverse. «Le recenti campagne elettorali hanno senza dubbio contribuito ad acuire il problema. Ciò che un tempo era indicibile, oggi sembra invece socialmente e moralmente tollerato. Nel contempo, tuttavia, abbiamo notato una maggiore sensibilizzazione della popolazione al problema», evidenzia Lüthi.

Non fare d’ogni erba un fascio

I casi di discriminazione razziale registrati si sono verificati ovunque, ma soprattutto in città – anche perché lì si trovano i consultori e l’informazione è più capillare – negli spazi pubblici, nel mondo del lavoro e nei contatti con la polizia.

E tutti, in qualsiasi momento del giorno e della notte, possono essere vittima di discriminazione, come mostra questa situazione verificatasi davanti all’entrata di un locale. «Spiacente, ma di gente come voi, dentro, ce n’è già abbastanza, la prossima volta venite prima», dice un buttafuori a una coppia di giovani. Alla richiesta di spiegazioni da parte di uno dei due, che ha esibito una carta d’identità svizzera, il buttafuori ribatte: «Si capisce perfettamente dal tuo cognome che non sei un vero svizzero».

Negli scorsi anni, episodi simili sono stati segnalati con una certa frequenza anche al consultorio gggfon di Berna che ha deciso quindi di intervenire, non soltanto quale mediatore tra accusato e accusatore, ma con una campagna di sensibilizzazione e informazione. «Le frequenti denunce di discriminazione razziale all’entrata di bar, discoteche o night club hanno portato alla luce un fenomeno assai diffuso in città», spiega Giorgio Andreoli.

Il gggfon, la Commissione federale contro il razzismo (CFR) e la città di Berna, hanno così elaborato una serie di raccomandazioni e informazioni, raccolte in un promemoria destinato ai gestori di esercizi pubblici. «L’obiettivo del dépliant è di illustrare quando è permesso negare l’entrata a discoteche e bar, di fornire delle raccomandazioni per prevenire e impedire le discriminazioni. Non è giusto infatti sospettare qualcuno soltanto perché appartiene a un determinato gruppo», sottolinea Andreoli.

Abuso di potere

Un altro fenomeno preoccupante evidenziato dal rapporto è quello legato ai casi di razzismo che vedono coinvolta la polizia. Nel 2010, gli episodi sono aumentati, passando da 17 a 23. Ad essere presi di mira sono stati soprattutto uomini originari dell’Africa subsahariana.

«Abbiamo notato anche noi una tendenza xenofoba della polizia, che non ci sappiamo tuttavia spiegare. Abbiamo però anche constatato che spesso gli stranieri non sanno che sono obbligati a presentare il passaporto alla polizia ed è da lì, a volte, che la situazione degenera», illustrano Lüthi e Andreoli, sottolineando comunque che i tutori della legge sono tenuti a comportarsi in maniera professionale.

Grazie anche al terzo rapporto sugli “Episodi di razzismo trattati nell’attività di consulenza”, sostenuto dall’associazione Humanrights.ch e dalla Commissione federale contro il razzismo (CFR), Annette Lüthi e Giorgio Andreoli si augurano di riuscire a sviluppare delle efficaci misure di sensibilizzazione e di prevenzione, perché «ogni affermazione razzista è una di troppo».

“Episodi di razzismo trattati nell’attività di consulenza (Gennaio – Dicembre 2010)”

è la terza analisi sovraregionale dei casi di consulenza sul razzismo trattati in Svizzera.

Il rilevamento 2010 fa parte del progetto «Rete di consulenza per le vittime del razzismo» è sostenuto dall’associazione Humanrights.ch e dalla Commissione federale contro il razzismo (CFR). Tale progetto si è posto l’obiettivo di rafforzare le strutture presenti e fare in modo che le vittime di discriminazione razziale possano accedere ovunque, in Svizzera, a una consulenza competente.

I risultati pubblicati si basano sull’analisi dei dati immessi nel «Sistema di documentazione e monitoraggio» (DoSyRa) da sette consultori: Gemeinsam gegen Gewalt und Rassismus,  (gggfon), SOS Rassismus Deutschschweiz, Stopp Rassismus Nordwestschweiz, Kompetenzzentrum für interkulturelle Konflikte (TikK), servizio di assistenza e consulenza SOS Racisme/Rassismus di MULTIMONDO, servizio di assistenza Gemeinsam! gegen Rassismus del Soccorso operaio svizzero di Sciaffusa (SAH SH) e Commissione federale contro il razzismo (CFR).

Nel 2010, sono stati esaminati 178 casi di consulenza, ciò che equivale a un leggero

incremento rispetto ai 162 del 2009. In poco più della metà degli episodi la segnalazione è

stata fatta dalle vittime, mentre in molti altri è giunta da testimoni, familiari o

conoscenti della vittima.

gggfon è un centro d’informazione e consulenza sostenuto da diversi comuni della regione di Berna e Burgdorf. Fornisce consulenza sul tema della violenza e del razzismo negli spazi pubblici (piazzali delle stazioni, discoteche, scuole ecc.) a singole persone e a gruppi, nonché a istituzioni e a comuni.

La sua offerta include colloqui di consulenza, interventi orientati alla soluzione di problemi, seminari e corsi di formazione continua, supporto specializzato in lavori di progetto e networking con altri servizi specializzati.

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