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“Nessun muro regge per sempre”, Berlino celebra l’89

Oggi a Berlino si sono tenute le celebrazioni per il trentesimo anniversario della caduta del Muro. Dopo la parte più politica, la giornata si è poi trasformata in una festa di piazza piena di luci e musica. KEYSTONE/AP/MICHAEL SOHN sda-ats

(Keystone-ATS) Oggi a Berlino si sono tenute le celebrazioni per il trentesimo anniversario della caduta del Muro. Dopo la parte più politica, la giornata si è poi “rilassata” in una festa di piazza piena di luci e musica.

I politici hanno rilevato vari aspetti: La convinzione che l’anelito alla libertà sia in grado di abbattere, alla lunga, qualsiasi ostacolo. Il riconoscimento che, senza le pressioni dei Paesi dell’Est, la cortina di ferro non sarebbe potuta cadere solo con la spallata dei tedeschi orientali. E la constatazione che, dopo 30 anni, le disparità fra quelle che furono le due Germanie ancora alimentano frustrazione e odio, di estrema destra.

“Nessun muro che emargini esseri umani e limiti la libertà è così alto o largo da non poter essere abbattuto”, ha scandito la cancelliera Angela Merkel parlando al Memoriale del Muro e ricevendo una eco dall’altra parte dell’Oceano con il presidente americano Donald Trump che ha auspicato: “Il fato del muro di Berlino sia una lezione per i regimi e i governanti oppressivi ovunque: nessuna cortina di ferro può contenere la volontà di ferro di un popolo deciso ad essere libero”.

Del resto “troppe persone furono vittime della dittatura della SED”, il partito comunista della DDR, ha detto Merkel nella commemorazione mattutina, in cui il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha riconosciuto come “senza la voglia di libertà dei polacchi, degli ungheresi, dei cechi e degli slovacchi, la rivoluzione pacifica nell’Europa dell’Est e l’unità tedesca non sarebbero state possibili”.

Steinmeier e i capi di Stato di Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia hanno infilato una rosa ciascuno in una fessura orizzontale del Muro ancora conservato al Memoriale che sorge sulla Bernauer Strasse, la via delle finestre murate simbolo di drammi umani e divisione del mondo.

“Celebrare insieme il trentennale di questo momento che ha portato libertà significa rilanciare il processo europeo”, ha sottolineato da parte sua il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio a Berlino per partecipare alle celebrazioni, cogliendo l’occasione per un bilaterale con il collega Heiko Maas.

Dal palco della festa di piazza organizzata dietro alla Porta di Brandeburgo, il colonnato simbolo di Berlino, Steinmeier ha avvertito che “i nuovi Muri nel nostro Paese li abbiamo costruiti noi stessi e solo noi stessi possiamo abbatterli”. Le divisioni fra le due parti della Germania sono create da “frustrazione, rabbia e odio”, ha notato con implicito riferimento alla propaganda di estrema destra dell’AfD che riscuote successi elettorali soprattutto all’est.

Ma, almeno la sera, le parole sono state sopraffatte dalle immagini di uno spettacolo connotato da un enorme schermo a forma di sfera – alto come le colonne della Porta di Brandeburgo, che con tutta la quadriga arriva a 31 metri – altri quattro megaschermi, due palchi e soprattutto un tripudio di luci colorate. Parte del pubblico è stato sovrastato da un tendone fluttuante lungo 150 metri e composto da centomila strisce di colori cangianti su cui 30’000 tedeschi hanno scritto speranze e messaggi.

Lo spettacolo di musica, video, giochi di luci e racconti di testimoni ha avuto un momento alto con la quinta sinfonia di Beethoven eseguita dalla Staatskapelle Berlin diretta da Daniel Barenboim e accompagnata da immagini e filmati storici che hanno ripercorso la storia del Muro. Il programma ha incluso però anche tanta altra musica, tra cui quella di Westbam, uno dei dj techno e musicisti elettronici più famosi di Germania, introdotto da uno spettacolo di luci al laser.

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