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“Miriamo ad attrarre i migliori talenti, non le studentesse e gli studenti più ricchi”

Piano americano di donna sorridente in tailleur nero in ambiente d ufficio arredato in antracite-nero
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Se la Svizzera è rinomata nel mondo per la gestione alberghiera, è in particolare grazie alla EHL Hospitality Business School di Losanna (ex École hôtelière de Lausanne). Intervista a Carole Ackermann, la donna che ne guida le sorti.

Le donne sono ancora ampiamente sottorappresentate nelle alte sfere dell’economia. Le 20 società quotate nell’indice di punta della Borsa svizzera, lo Swiss market index (SMI), contano ad esempio solo il 19% di donne negli organi direttivi [dato di gennaio 2022, studio Russell Reynolds]; nessuna di loro è CEO. Nel confronto europeo, la Svizzera è in ritardo rispetto a Norvegia, Finlandia, Regno Unito e Germania. Dallo scorso anno, SWI swissinfo.ch ha deciso di dare regolarmente la parola alle dirigenti di aziende svizzere che operano nel mondo per discutere delle sfide più urgenti che le loro imprese dovranno affrontare, dalla crisi del coronavirus al posto della Svizzera nell’economia globalizzata.

swissinfo.ch: Quali grandi cambiamenti ha vissuto il gruppo EHL negli ultimi dieci anni? E quali sono gli sviluppi previsti?

Carole Ackermann: In questi dieci anni, l’EHL ha sperimentato una crescita incredibile, in particolare negli ambiti della digitalizzazione e dell’internazionalizzazione. Un esempio significativo è l’inaugurazione del nostro nuovo campus a Singapore.

La grande sfida che ci attende per il futuro sarà mettere in discussione lo status quo. Ci muoveremo in quattro direzioni: lo sviluppo della nostra offerta di formazione lungo tutto il corso della carriera professionale, l’intensificazione delle collaborazioni con gli operatori del settore dell’ospitalità, la prosecuzione del lavoro in materia di responsabilità sociale delle imprese e infine la nostra transizione digitale. Quest’ultima è solo agli inizi.

Al mondo esiste una grande varietà di scuole di gestione alberghiera. Cosa differenzia l’EHL dalle concorrenti?

L’EHL fu fondata nel 1893 ed è stata la prima scuola di questo tipo a livello mondiale. Nelle graduatorie internazionali otteniamo sempre buoni piazzamenti. Per fare un esempio, dal 2019 i prestigiosi QS World University RankingsCollegamento esterno ci considerano la migliore università al mondo nel management dell’ospitalità. In Svizzera, figuriamo tra i cinque migliori atenei nella gestione aziendale.

“Negli ultimi cinque anni, abbiamo accolto solo il 30% delle domande d’iscrizione”

Inoltre, un quarto delle persone che hanno studiato all’EHL occupano oggi posizioni di direzione o sono proprietarie di azienda; metà di esse operano fuori dall’industria alberghiera, ciò che dimostra che l’ampia validità delle nostre formazioni e le molteplici sfaccettature della nostra concezione dell’ospitalità.

A differenza delle classiche università di fama, che assumono solo accademici puri, circa metà dei/delle docenti dell’EHL non ha conseguito un dottorato.

Il nostro corpo docente è composto di accademici, professori di ricerca e professionisti del settore. La formazione duale, tipicamente svizzera e molto orientata alla pratica professionale, è uno dei nostri punti forti. Il nostro ristorante gastronomico ‘Le Berceau des Sens’ ne è la migliore rappresentazione: questa istituzione culinaria, che ha sede nel nostro campus di Losanna, ha ricevuto una stella Michelin ma è innanzi tutto un ristorante di formazione, destinato all’apprendimento.

Molte scuole di gestione aziendale considerano il loro basso tasso d’ammissione un segno di successo. Che tasso ha l’EHL?

In media, negli ultimi cinque anni abbiamo accolto solo il 30% delle domande d’iscrizione, anche perché riceviamo un numero crescente di candidature di qualità dai quattro angoli del globo. Nondimeno, ammettiamo ogni anno più persone, prestando attenzione a mantenere la diversità del nostro corpo studenti: non vogliamo che ci siano nazionalità predominanti.

Titolare di un master in Business administration e di un dottorato in marketing, Carole Ackermann vanta oltre vent’anni di esperienza in consigli d’amministrazione di piccole-medie imprese (PMI) e di multinazionali. Ha inoltre co-fondato e dirige Diamondscull, una società d’investimenti specializzata nelle giovani aziende del settore tecnologico. Sportiva, presiede il cda della Fondazione EHL e di EHL Holding SA dal giugno 2020. Julierheme.com

Per uno straniero, conseguire un bachelor all’EHL in quattro anni viene a costare in tutto 160’000 franchi. Puntate soprattutto a figlie e figli di ricchi?

Il nostro obiettivo è attrarre e selezionare le studentesse e gli studenti di maggiore talento di tutto il mondo, non soltanto chi è cresciuto in una famiglia agiata. Per gli stranieri, i costi complessivi sono certamente elevati ma corrispondono ai nostri standard di qualità e, in definitiva, ai costi reali della nostra formazione e delle nostre diverse strutture.

La cifra di 160’000 franchi è peraltro paragonabile a quel che bisogna sborsare per una buona formazione in un’università privata degli Stati Uniti. Per aiutare finanziariamente chi ne ha bisogno, abbiamo allestito un sistema di borse e prestiti di studio.

Quanto alle iscritte e agli iscritti di nazionalità svizzera (o che rientrano nei criteri della Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale HES-SO), i costi ammontano in tutto a circa 80’000 franchi, poiché riceviamo dei sussidi dalla Confederazione. Questo importo è destinato perlopiù alle spese per l’alloggio e ai pasti.

Se una figlia o un figlio di importanti albergatori fa domanda d’ammissione per conseguire un bachelor all’EHL, ha la sostanziale certezza di accedervi?

I nostri criteri di ammissione sono diversi, in particolare i voti conseguiti alla maturità, il grado di conoscenza della lingua inglese, così come l’esito dei nostri test e di diversi colloqui di selezione. Abbiamo dei requisiti accademici in parte definiti dalla HES-SO, ai quali non possiamo derogare. Ad ogni modo è probabile che una candidata o un candidato proveniente da una famiglia di albergatori abbia acquisito determinate competenze proprio grazie alla sua cerchia familiare: in questo senso, le possibilità di ammissione sono senza dubbio più alte.

L’EHL ha inaugurato nel 2020 un campus all’estero, a Singapore. Non c’è il rischio di diluire il carattere svizzero dell’istituto? Avete in programma altre aperture oltre confine?

Per una scuola internazionale come l’EHL, la presenza di una sede in Asia-Pacifico è stata una scelta ovvia. Fedeli alla prossimità con gli operatori della nostra industria, andiamo dove ci indica il mercato. Inoltre, buona parte delle ex studentesse e degli ex studenti dell’istituto lavorano oggi in Asia: solo a Singapore, se ne contano 150.

“Per una scuola internazionale come l’EHL, l’apertura di una sede in Asia è stata una scelta ovvia”

L’apertura di altre sedi all’estero non è in programma. Quanto al nostro nuovo campus asiatico, i primi riscontri sono eccellenti, malgrado le sfide poste dalla pandemia. Non temiamo di indebolire il carattere svizzero del nostro istituto, poiché il nostro campus asiatico è complementare (e in nessun modo sostitutivo) delle nostre sedi in Svizzera.

La Svizzera è conosciuta nel mondo per le sue scuole di gestione alberghiera. Ma il senso dell’ospitalità parrebbe più sviluppato altrove.

In alcuni Paesi dell’Asia, in effetti, il livello di cortesia è eccezionale. Penso tuttavia che molti di essi possano trarre ispirazione dalla nostra notevole esperienza in fatto di efficienza gestionale e di precisione nei processi. Perciò anche giovani provenienti dall’Asia hanno tutto l’interesse a formarsi all’EHL.

Nel consiglio d’amministrazione di EHL siedono perlopiù svizzere e svizzeri, molte/i vodesi. Non è strano, per un gruppo internazionale?

Poiché siamo una fondazione svizzera con sede nel canton Vaud, e una scuola universitaria professionale nazionale, è normale che ci sia una forte rappresentanza del luogo: ciò consente anche di mettere in evidenza i nostri valori nell’ambito dell’ospitalità. Inoltre, per quanto i membri del nostro consiglio d’amministrazione siano prima di tutto svizzeri, la maggioranza di essi vanta esperienze significative a livello internazionale. Infine, possiamo contare anche su un consiglio consultivo che include personalità e dirigenti di tutto il mondo.

Considerato che non proviene dal mondo alberghiero, qual è il Suo particolare apporto al gruppo EHL?

In effetti, non sono una insider. A mio avviso è un vantaggio, poiché mi consente di mantenere uno sguardo esterno. I miei principali contributi sono l’ascolto e la capacità di infondere energia. Mi adopero anche per l’ottimizzazione dei nostri ambienti di lavoro e dei processi, affinché le diverse competenze e conoscenze specialistiche di tutti i collaboratori dell’EHL si combinino in maniera ideale.

Apporto al contempo la mia esperienza nella gestione internazionale, la responsabilità sociale d’impresa e l’innovazione. Infine, come imprenditrice, sono fiera di guidare lo sviluppo del Villaggio dell’innovazione dell’EHL, che riunisce oltre una trentina di promettenti start-up nell’ambito dell’ospitalità.

Quali sono i suoi hotel preferiti, nel mondo?

Ce ne sono talmente tanti! In generale, apprezzo molto gli alberghi che mettono la clientela al centro delle loro attenzioni e che offrono tante possibilità di praticare sport. A prescindere dal numero di stelle.

Fondata nel 1893, la EHL Hospitality Business School (chiamata fino allo scorso gennaio École hôtelière de Lausanne) offre percorsi di formazione dall’apprendistato al Master, passando per la formazione continua e per dirigenti. Su 4025 iscritte e iscritti, si contano 123 diverse nazionalità. Inoltre, 30’000 ex allieve ed allievi dell’EHL lavorano oggi in 150 Paesi di cinque continenti.

Traduzione dal francese di Rino Scarcelli

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